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Scritto da mauro d'aprile   

I Promotori del Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro, tenutosi a Catania il 14 e 15 Gennaio 2012, sulla scia di Todi, Napoli, Roma, Bologna, aderiscono con convinzione, e determinazione all’appello del Papa,

ribadito dai Vescovi italiani, per un impegno fecondo dei cattolici rivolto al rinnovamento morale e civile della politica nazionale. “Per spirito di servizio, non per rivendicare primati, ma con la finalità di contribuire alla costruzione del bene comune”, come ha tenuto a precisare Padre Sorge nel suo intervento.

Siamo orgogliosi di essere italiani, portatori di valori, di cultura, tradizioni, apprezzati nel mondo e consapevoli di avere un destino comune nel confrontarci con nuovi protagonisti della competizione internazionale, per avviare una nuova stagione di sviluppo e per dare risposte positive alle giovani generazioni, ai territori meno sviluppati, alle persone bisognose. La strada è quella di una grande, generosa, generale mobilitazione delle energie civili, sociali, imprenditoriali degli italiani che metta in moto le forze positive che si esprimono nella società al servizio del bene comune.

Per fare questo c’è bisogno di una buona politica e di classi dirigenti preparate, motivate, che sappiano suscitare emulazioni positive nelle nostre comunità, sappia renderle accoglienti verso le persone che vengono da altri Paesi, aperte alla prospettiva di portare a compimento la costruzione degli Stati Uniti d’Europa.

Vogliamo fare un appello alla politica, al mondo intellettuale, ai protagonisti del mondo del lavoro e dell’associazionismo sociale, a partire da coloro che si richiamano e si riconoscono nei valori cristiani per condividere insieme analisi e proposte per impostare un’agenda politica che affronti, con forza, costanza e visione di lungo periodo le questioni decisive. Sollecitiamo coloro che sono impegnati nell’attività politica a condividere ed a sostenere nel tempo le priorità decisive per il futuro dell’Italia, e che esprimono un’azione prolungata e coerente che caratterizzi il secondo decennio del secolo.

Ripartiamo dai valori per far comunità

Una comunità solidale, e proiettata al futuro, è fondata sulla condivisione di una visione positiva della persona e dell’esigenza di salvaguardarne la libertà e la dignità in ogni ambito: nella nascita, nella salute e malattia, nel benessere e nel bisogno, nell’attività economica, nell’ambiente. Nessuna sfida è possibile senza coesione sociale, responsabilità, senso del dovere, farsi carico dei bisogni collettivi, rispettare le regole democraticamente stabilite.

Ripensiamo lo Stato per renderlo più snello ed autorevole, valorizzando le autonomie e la sussidiarietà nell’ambito di un Federalismo solidale. Possiamo affrontare cambiamenti epocali nell’utilizzo delle risorse disponibili, negli stili di vita, e per rendere ambientalmente sostenibile lo sviluppo economico, solo ricostruendo la fiducia nel futuro e nel nostro prossimo. E’, questo, lo spirito che deve animare una nuova stagione di riforme istituzionali ed economico-sociali.

Per uno sviluppo senza debito: diffondiamo produttività, competitività ed efficienza

Ridurre il debito pubblico è fondamentale non solo per evitare al nostro Paese rischi imponderabili per la sua sostenibilità, ma anche perché sono i ceti meno abbienti e le giovani generazioni le vittime predestinate di uno stato indebitato. Ma il debito è sostenibile se c’è sviluppo. Fare sviluppo senza debito significa, anzitutto, massimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili e diffondere la produttività.

Dobbiamo ridurre i costi della politica, contrastare le rendite di posizione, l’evasione e l’elusione fiscale e le forme parassitarie e assistenziali che ancora caratterizzano molti ambiti delle amministrazioni pubbliche delle politiche economiche e sociali, risparmiare energia, utilizzare al meglio le risorse disponibili. Per questi motivi la riduzione del debito deve essere accompagnata dalle riforme. Esistono ampli margini per razionalizzare la spesa pubblica, ridurre l’evasione fiscale, far funzionare la giustizia civile, semplificare la burocrazia, premiare il merito, dando respiro e sostegno alle forze produttive ed alle famiglie che con i loro comportamenti generano sviluppo, occupazione, investimenti sociali.

Sosteniamo le famiglie

Una società proiettata verso il futuro deve valorizzare il ruolo riproduttivo, educativo e di cura delle persone, svolto dalle famiglie. La supplenza svolta dalle famiglie verso le carenze dell’intervento pubblico, sta progressivamente diventando insostenibile per gli effetti della crisi economica, che indebolisce i redditi e dell’invecchiamento demografico che riduce l’entità e la solidarietà interna ai nuclei familiari.

Dobbiamo favorire la crescita di un mercato di servizi sociali di qualità, con politiche che mettano al centro il ruolo delle famiglie nella crescita dei figli, nell’accesso ai servizi di cura e di conciliazione con il lavoro, per la scelta di percorsi educativi e promuova la crescita di un’offerta di servizi, e di beni relazionali, fatta di imprese, profit e no profit, e di volontariato.

Miglioriamo il sistema educativo

Investiamo in educazione, formazione e ricerca. E’ la condizione per dare un futuro ai nostri giovani e renderli protagonisti delle rivoluzioni tecnologiche e organizzative in atto nell’economia globale. Miglioriamo il sistema di istruzione valorizzando la pluralità delle offerte formative.

Rimuoviamo gli ostacoli che separano la formazione dal lavoro, valorizziamo le iniziative promosse dalle parti sociali per offrire alle persone, alle famiglie ed alle imprese informazioni corrette ed una maggiore qualità formativa.

Costruiamo un ambiente favorevole per le imprese

Il nostro sviluppo dipenderà dalla capacità di generare nuove imprese, sviluppare quelle esistenti, attrarre nuovi investimenti, soprattutto in territori meno sviluppati del Mezzogiorno.  Diamo un valore positivo a chi fa impresa e intraprende, con regole poche e certe, che non ne deprimano lo sviluppo, e una fiscalità sostenibile. Consideriamo la crescita ed il coinvolgimento delle risorse umane un fattore competitivo per il successo delle imprese sul mercato e una potente leva per la diffusione della produttività e della qualità del lavoro. Anche per questo, dobbiamo sviluppare relazioni sociali e sindacali che facciano leva sulla cooperazione, tra chi assume il rischio di impresa e chi in impresa vi lavora, e che creino un ambiente favorevole alla crescita delle imprese ed alla partecipazione dei lavoratori ai risultati.

Rimettiamo il lavoro al centro

Riportiamo il lavoro al centro, come fondamento per lo sviluppo della persona, della famiglia, dell’economia e della coesione sociale. Liberiamo il lavoro dai molti pregiudizi che portano a costruire assurde gerarchie tra il lavoro degli uomini e quello delle donne, degli italiani rispetto agli immigrati, tra lavori manuali e intellettuali, tra dipendenti e autonomi. Tutti i lavori hanno la medesima dignità, e da sempre la mobilità sociale è basata su percorsi che valorizzano uncomplesso di esperienze umane e professionali.

Attori pubblici e sociali, imprese, educatori e famiglie devono fare ogni sforzo per integrare educazione e lavoro, famiglie e produzione, flessibilità e sicurezza per favorire la crescita di un mercato del lavoro inclusivo soprattutto per i giovani, le donne e gli immigrati. Riconosciamo i fabbisogni di flessibilità assicurando tutele e remunerazioni adeguate. Mauro D’Aprile - 18.01.2012

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