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uscire dalla crisi PDF Stampa E-mail
Scritto da vincenzo cesareo   

Anziani pensionati colti a rubare nei supermercati cibarie per riuscire a mangiare! Boom delle mense per i poveri, disoccupazione soprattutto giovanile allarmante, imprenditori che si suicidano per la crisi delle loro aziende e per l’impossibilità di garantire il lavoro ai dipendenti,

violenze di ogni genere ripetute ad Equitalia, il fantoccio rappresentante Berlusconi bruciato in piazza per festeggiare il nuovo anno, falsi poveri che girano in auto lussuose e su barche da milioni di euro, falsi ciechi che guidano le auto, servizi sociali inesistenti, servizi sanitari in coma, scuola da rifare, ambiente continuamente minacciato, benzine alle stelle con gravi ripercussioni su tutto, continui declassamenti che fanno immaginare nuovi forti sacrifici, la casta che non vuole mollare i propri privilegi pur dimostrando la propria inefficienza, inefficacia, inutilità, sprechi di ogni genere, un debito pubblico immane, prospettive di crescita e sviluppo a medio e lungo tempo inesistenti per la mancanza di una politica degna di questo nome, visto che ormai si è persa anche l’autonomia economica, fiscale e culturale.

Serve ancora il Parlamento? Ci siamo ridotti un Paese che si sta avvitando su se stesso, senza vie d’uscita, dove non si trova altro che mettere tasse e tasse andando da una manovra economica all’altra che altri stati, probabilmente solo un po’ più virtuosi di noi, pretendono e ci dettano, soffocando l’economia! Eppure, almeno sulla carta, risultiamo essere uno dei dieci Paesi più sviluppati, più ricchi del mondo! Che fine ha fatto la ricchezza degli italiani? Perché ci definiscono inaffidabili? Perché non si riesce ad arginare una crisi provocata dalla finanza selvaggia e dalle banche mondiali?

Quale il ruolo dei cittadini in questa crisi globale? Queste sono le principali domande alle quali nessuno osa dare risposte! Ma quella principale che riguarda l’italia è: possibile una redistribuzione della nostra ricchezza visto che è totalmente nelle mani del 10% della popolazione,mentre il restante 90% o già vive in situazioni di povertà o vi si sta avviando? Possibile mettere un argine alla evasione fiscale che, da sola, potrebbe garantire al paese, se non ci fosse, di essere lo Stato guida in Europa? Ed il lavoro nero che ingoia le zone più depresse? Crediamo sia impossibile convivere con la confusione attuale, resa assurda dalla crisi economica, anche per l’attegiamento dei media capaci di racconatare tutto ed il suo contrario, con commenti impreganti di servilismo e pregiudizio, limitando così la capacità di pensiero e di previsione nei confronti del futuro.

Credo sia necessario non avere più sbandamenti, recuperrare la bussola  che è la Costituzione che va applicata. I media dovrebbero essere in prima linea a combattere i poteri forti evidenziando le idee e le istanze collettive, dovrebbero elargire verità provocando una grande volontà di muoversi, di non restare passivi. E poi basta con i sindacati al libro paga dei poteri forti e neanche tanto occulti. È il momento giusto per ridare respiro di libertà e democrazia, per costruire uno spazio partecipato di intelligenza collettiva in cui le istanze sociali possano incontrarsi: i partiti sono screditati, non hanno inteso mettersi in discussione e non riescono a capire cosa gli accade intorno, pensano esclusivamente a mantenere i loro privilegi, indifferenti al massacro sociale perpetrato pur di salvare la finanza e le banche.

La Chiesa, nonostante abbia un grande papa teologo, vive anch’essa una crisi seria, che le ha fatto perdere di credibilità per non essersi fatta carico soprattutto dell’ansia di giustizia sociale.

C’è necessità che recuperi il ruolo guida della morale, che sembra aver smarrito incapace com’è di liberarsi di Comunione e lottizzazione, dei focolarini e da tante congreghe che dispensano favori e sono il vero oppio dei popoli. È ora che torni a propugnare  che bisogna partire dai più deboli. Il cammino che ci attende è faticoso ma si può e bisogna farlo, mettendosi tutti a disposizione a cominciare dal tessuto culturale che deve produrre rinnovamento e resistenza, senza pensare ad eventuali futuri posti di potere. LiberiAMO L’ITALIA! Liberiamola da questa crisi morale, economica, culturale! dott.Vincenzo Cesareo - responsabile nazionale LiberiAmo l'Italia movimento politico-culturale - 14.01.2012

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