...dimenticati anche da Sciascia |
Scritto da lucio carrozzino | |||
Leonardo Sciascia nel suo romanzo "Il giorno della civetta" divide le persone in cinque categorie. “…l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora più in giù: i piglianculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… “ Se Sciascia fosse vissuto nel terzo millennio non avrebbe certamente dimenticato un’altra categoria di persone, la sesta, peggiore anche dei quaquaraquà, quella dei “topi di fogna” (anonimi), i quali, affetti da frustrazioni genetiche e convinti che i primi della “classe” siano i loro amici, vicini, parenti ed affini, magari i loro figli, si ritengono autorizzati ad insultare, denigrare, offendere e calunniare chiunque, guardandosi bene dall’uscire allo scoperto. Questa è la caratteristica predominante dei “topi di fogna” (anonimi): sguazzare beati nei liquami maleodoranti, nascosti dal buio della notte, “illuminati” da “lampioni spenti”, ma (in)consapevoli che quando uno squarcio di “luce” , inevitabilmente, prima o poi, si accenderà sui loro corpi striscianti e rivelerà la loro vera identità, solo allora conosceranno lo squallore della loro misera esistenza. Se mai ciò accadrà, neanche il buio della notte potrà più occultarli ed i loro corpi striscianti e coperti di liquame maleodorante saranno costretti, inesorabilmente, a tornare nelle fogne e continuare a sguazzare tra le miserie umane, scongiurando, fortunatamente e definitivamente, il rischio di contagio per le generazioni future. Lucio Carrozzino - 11.01.2011
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