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Ernesto Magorno scrive al segretario del Pd Bersani PDF Stampa E-mail
Scritto da ernesto magorno   
Martedì 20 Dicembre 2011 17:58

Caro Segretario,all’indomani del via libera  della Camera al “Decreto  salva – Italia”  del Governo Monti mi sono deciso a scriverti questa seconda lettera, dopo quella inviata  lo scorso  7 dicembre.

Registro con profonda delusione, che il PD è rimasto sordo agli appelli dei tanti  che ritengono i provvedimenti decisi dal Prof. Monti, profondamente iniqui nei confronti dei ceti medio – bassi , di  quelle fasce sociali che dovrebbero essere i primi interlocutori di  un partito come il nostro.

Fra queste voci, tante, probabilmente la maggioranza,  sono quelle di dirigenti e militanti del PD.

Nessuno nega che non occorresse intervenire, ed in tempi rapidissimi, ma non bisogna essere degli economisti laureati ad Harvard o ad Oxford, per comprendere che questo governo ha inteso percorrere con pervicacia una sola via: prendere  i soldi che servono  da quelle  categorie, in primo luogo  lavoratori dipendenti  e pensionati,  che già tanto hanno dato in questi anni di crisi.

Scriveva un mio illustre conterraneo, Corrado Alvaro,  che “la disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che essere onesti sia inutile”.

Posso assicurarti  Segretario, che questa  sensazione, già diffusa dopo gli scempi  operati  da Berlusconi e dai suoi proseliti,  si sta consolidando  dopo  con questo nuovo governo verso il quale   erano riposte  tante speranze e che invece non ha in alcun modo  deciso interventi strutturali per colpire i furbi, gli evasori,  coloro che ci hanno condotto a questo disastro, i cantori della finanza creativa che alla fine è solo sinonimo di speculazione pagata a caro prezzo dagli stati e dai cittadini.

In un momento storico  che, per la sua gravità,  è  paragonabile  alla “grande depressione” degli anni 30,  che dire  poi  del fatto che chi ha di più  non è stato chiamato a contribuire ad alleviare il disagio collettivo della società  attraverso la patrimoniale o altri strumenti facilmente praticabili.

Di contro, colpisce, la durezza e la sufficienza con la quale questo esecutivo tratta i Sindacati, espressione delle istanze dei lavoratori che vedono minacciati i loro diritti.

Da bambini  abbiamo tutti subito il fascino dell’immagine romantica di Robin Hood, che prendeva ai ricchi per dare ai più poveri.

Monti, lo dico senza mettere in dubbio l’onestà e le capacità del Professore,  ci restituisce  un’immagine inedita: quella di un novello Robin Hood che prende dai poveri per garantire i più ricchi.

Oltretutto, non si può dire che Monti non assicuri continuità con i precedenti governi di centrodestra per quanto riguarda i tagli agli enti locali e l’assenza di misure ad hoc per il sud che vive ancora più drammaticamente  la crisi, dopo decenni di abbandono  aggravati dagli ultimi esecutivi nei quali a dettare l’agenda politica era  un partito  come la Lega.

Oltre a questo, stupisce che la tanto sventolata riforma elettorale sia sparita d’incanto dall’agenda politica di questi giorni.

La riforma, è vero, spetta al Parlamento,  e allora, proprio in tale sede, il PD dovrebbe farsi promotore  di un’azione decisa per cambiare, una volta per tutte, una legge elettorale definita “porcata”  dai suoi stessi estensori   e che impedisce ai cittadini di decidere chi li deve rappresentare.

Si  metta mano al più presto  anche per evitare il crescente sospetto che questa legge, in fondo, fa comodo ai partiti.

Il PD, e come  me la pensano la maggior parte dei militati,  non può e non deve dare adito a sospetti del genere.

Conoscendo il tuo  pragmatismo e la tua sensibilità, Segretario,  ti invito a fare una cosa.

In questi giorni  fai un giro per l’Italia, quella vera, lontana dai palazzi della politica e della finanza, quella della gente che combatte la sua battaglia quotidiana fra mille affanni e difficoltà  e  chiedi agli italiani  cosa pensano realmente  della cura Monti

Chiedilo  a quei ragazzi, magari con laurea master e conoscenza delle lingue,  che  passano  da un contratto all’altro nei call-center e che non sanno che futuro avranno, per  i quali la pensione è solo una chimera irraggiungibile.

Chiedilo a quei pensionati  e alle famiglie che si arrabattano per arrivare a fine mese con situazioni di disagi che ricordano tristemente  certe scene di film  neorealisti  del nostro dopoguerra.

Chiedilo ai commercianti costretti a chiudere le loro attività perché soffocati dagli effetti della crisi.

Chiedilo a coloro che dopo decenni di lavoro, a volte usurante, vedono allontanarsi l’agognata meta di una pensione meritata e devono  sentire quasi come  una colpa quella di andare a riposo.

Chiedilo ai sindaci  e agli  amministratori  di   Comuni   grandi e piccoli che  non sanno più come far fronte all’indigenza dilagante e come rispondere alle disperate richieste dei loro concittadini che chiedono  aiuti  o che, semplicemente, vengano loro assicurati i servizi essenziali.

Se parli e ti confronti con queste persone e con  tutti  coloro che  provano quotidianamente  sulla propria pelle il marchio di una recessione della quale non hanno  nessuna colpa, capirai che questa manovra va rivista e che è necessario prendere con decisione  un’altra direzione per le misure che servono a salvare il nostro Paese.

In caso contrario il rischio è che lo sconforto e rassegnazione  portino  ad un completo distacco dei cittadini dalla politica e che nel  PD, in particolare, si registri l’abbandono  di coloro che si sentono traditi dalle decisioni  dei dirigenti  di un partito  che non li tutela e non li  sa più rappresentare.

In tutto questo  il pericolo concreto è quello che quando si tornerà al giudizio degli elettori  a trionfare sarà di nuovo la destra degli egoisti  e dei furbi, di quelli, insomma,  che ci hanno portato sull’orlo del baratro.

E’ un rischio questo che davvero non mi sento di correre e con me tanti amici e compagni che vivono con profondo  disagio questa fase politica del nostro partito. avv.Ernesto Magorno - 20.12.2011

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