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un Comune sull’orlo del dissesto: politico e finanziario PDF Stampa E-mail
Scritto da laboratorio per la democrazia   

Trascorso quasi un triennio dall’insediamento della “Giunta Granata”, è  doveroso, alla luce degli obiettivi di monitoraggio che come associazione ci siamo posti, effettuare un primo bilancio della gestione “Cosa Pubblica”.

Per il momento,  ci limiteremo ad un analisi circoscritta da elementi e fatti di dominio pubblico che i quotidiani locali hanno riportato in questi giorni:  “Sorical, Belvedere tra i comuni morosi”, “I dipendenti comunali sono senza stipendio”, “Vigilare sul bando della mensa scolastica”.

E’ chiaro che se a questo elenco, aggiungiamo il pericolo, concreto, della perdita del finanziamento di 1.500.000 di euro concesso dalla regione Calabria per interventi integrati di mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio comunale, è inevitabile esprimere un giudizio complessivo profondamente negativo sull’operato dell’Amministrazione Granata, incapace, a nostro giudizio, di affrontare e gestire persino  la semplice ordinarietà.

Questione mensa.

La lentezza nell’attivare la procedura di aggiudicazione del bando per il servizio di refezione scolastica – basta pensare che la relazione dell’Utc è datata 8 settembre e la delibera di G.M. n. 180 di approvazione dello schema di bando è  del 06.10.2011 – (purtroppo siamo certi che il servizio non sarà attivo per come previsto, il 1° dicembre)  dimostra :

  • mancanza di sensibilità verso quelle famiglie composte principalmente da giovani coppie, costrette a subire il disagio di ritornare a scuola alle 12.00 anziché alle 16.00, usufruendo a volte  di permessi lavorativi,  per riprendersi i propri bambini che frequentano la scuola dell’infanzia
  • mancanza di attenzione per i ragazzi delle scuole medie obbligati a portare da casa, nei giorni dedicati al tempo prolungato, la colazione a sacco.

Questione Sorical

La presenza del comune di Belvedere nell’elenco dei comuni morosi, ( anche se la cifra, tenendo conto delle tariffe, applicate indebitamente dalla stessa Sorical non sarà di  900.562 euro ma certamente inferiore) non ci meraviglia, infatti se analizziamo la percentuale media degli utenti a ruolo ( 75%) che annualmente  paga il canone idrico , è facile immaginare come sia stato possibile accumulare un debito così importante nei confronti della Sorical, ma nello stesso tempo, dimostra come sia necessario, nella logica del federalismo municipale, affrontare giudiziosamente nel nostro Comune  la lotta all’evasione e all’elusione fiscale.

Debito che  nasce  anche da una sostanziale assenza di gestione delle risorse idriche presenti sul nostro territorio. Difatti ad oggi - fatta eccezione per l’ipotesi, non entrata a regime della contabilizzazione dei consumi - nessun provvedimento atto a risolvere la problematica a monte è stato prodotto.

Non siamo a conoscenza di nessun piano di riduzione degli sprechi, di recupero e potenziamento della rete idrica che palesemente necessita di interventi strutturali considerevoli.

Probabilmente tutto ciò non è stato neppure pensato, considerato che rientra in una progettualità di lungo periodo ed estraneo a quanto pare alla  “forma mentis” dei nostri amministratori.

Questione stipendi dipendenti comunali

Le difficoltà economiche in cui versa l’Ente e il mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali suggeriscono ed  impongono scelte politiche mirate al risparmio e al contenimento delle uscite, a partire da una attenta razionalizzazione delle spese di funzionamento della macchina amministrativa.

Istituire, per esempio,  un importante strumento come il Consiglio tributario permetterebbe  al  nostro Comune  di partecipare  all’attività di accertamento tributario e contributivo con una corresponsione pari al 100% di quanto incassato , ma se  il Comune non procede ad istituire il Consiglio tributario entro il 31 dicembre 2011 non potrà beneficiare delle maggiori entrate recuperate né delle altre agevolazioni previste per legge.

Questione perdita finanziamento rischio idrogeologico

Ci chiediamo, come sia possibile, considerato la crisi sistemica che sta attraversando il nostro paese, rischiare di perdere un finanziamento di 1.500.000 di euro, che oltre a rinfrancare le casse di qualche azienda locale e quindi produrre ricchezza, avrebbe significato mitigare il rischio idrogeologico in quelle zone già particolarmente compromesse.

E’ superfluo ricordare che i danni prodotti al nostro territorio sono riconducibili ad errate scelte politiche-amministrative attuate negli anni. Un’Amministrazione lungimirante capace di frenare la cementificazione selvaggia e avviare quel processo di sostenibilità ambientale, indispensabile per uno sviluppo eco-compatibile, non c’è mai stata. A tal proposito ci chiediamo:  che fine ha fatto il Piano strutturale comunale?

Conclusioni

Nel nostro Comune,  tutto è mutato affinché non dovesse mutare nulla. Abbiamo l’impressione che questo nostro paese sia fermo e indifferente, quasi che  il dissesto finanziario,  il declino economico e sociale che ci ha investito non ci riguardi.

In considerazione di tutto questo, certi che il senso di disagio che avvertiamo sia un sentimento condiviso  che accomuna molti cittadini,  lavoreremo  sin d’ora alla formazione di una nuova classe dirigente che abbia come obiettivo primario gli interessi della comunità  e non la salvaguardia di miopi posizioni di privilegio personale, impedendo ai “nuovi vecchi liberatori” di continuare a condizionare negativamente il nostro futuro.

Potremo infatti essere magnanimi con noi stessi per non esserci assunti l’onere della responsabilità, ma sicuramente il giudizio impietoso dei nostri figli, non tarderà a giungere.

Forse giungerà anche l’inventario di fine mandato di un comune che arriva sull’orlo del dissesto finanziario? Laboratorio per la Democraziawww.labdem.org - 17.11.2011

La fuga dalla politica può essere un segno che rivela la crescente riluttanza delle persone a partecipare al sistema politico nelle vesti di consumatori di spettacoli prefabbricati e annunciare le fasi iniziali di una rivolta politica generale”. Christopher Lasch

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