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da una parte sola, dalla parte dei lavoratori PDF Stampa E-mail
Scritto da franco perre   
Lunedì 25 Aprile 2011 11:21

Da una parte sola, dalla parte dei lavoratori.Sono le ultime parole pronunciate in parlamento da un grande socialista: Giacomo Brodolini.

Era il 22 giugno del 1969 e all’ordine del giorno della Camera dei Deputati era in discussione una legge che passerà alla storia con il nome di Statuto dei lavoratori. Giacomo Brodolini morirà a Zurigo venti giorni dopo vinto da un male incurabile.

I medici gli avevano sconsigliato di accettare l’incarico di ministro, ma la sua cocciutaggine di vecchio socialista gli aveva imposto di non delegare ad altri l’impegno di una vita.

Era stato un grande sindacalista, Giuseppe Di Vittorio, all’inizio degli anni cinquanta, per la prima volta,  davanti ai cancelli Fiat, a parlare della necessità che la Costituzione varcasse i cancelli della fabbrica.Giacomo Brodolini, ministro del lavoro, era stato l’ultimo frazionista di una ideale affascinante staffetta iniziata da Di Vittorio venti anni prima. Il vecchio socialista, morente, aveva tagliato il traguardo.

Quanta acqua è passata sotto i ponti.Il mondo globalizzato sta ridisegnando le tematiche delle relazioni industriali.La continuità del lavoro, nell’epoca del precariato diffuso, inevitabilmente assume carattere di priorità.Gli investimenti in cambio della rinunzia a margini di democrazia, è la nuova filosofia introdotta dall’ era Marchionne.Ma neanche  Marchionne ha osato mettere in discussione il senso stesso del lavoro: la retribuzione.

Nei testi sacri dell’economia politica non è dato leggere di nessun economista che ha  formulato una teoria economica in base alla quale si possa ipotizzare che il lavoro non abbia una contropartita.Neanche nelle economie arcaiche, neanche ai tempi della schiavitù o dei servi della gleba, si è mai ipotizzato che il lavoro non avesse una contropartita.Una ciotola di riso non è stata mai negata a nessuno.

In una vecchia storia calabrese si racconta di un contadino che piange per il povero asino morto allorquando si era abituato a non mangiare. E’ la parodia dell’assurdo, ma non tanto.Nel profondo sud del terzo millennio anche questo può accedere.Può accadere che si affermi un nuovo principio economico: il lavoro in cambio di niente.L’antica aspirazione del contadino calabrese sembra finalmente prendere corpo, con la benedizione di un sindacato assente o connivente.

Non si tratta di un piccolo imprenditore truffaldino che nega la retribuzione della giornata al dipendente, come sempre è accaduto e purtroppo sempre accadrà.Siamo in presenza di un fenomeno che per durata e estensione assume i connotati di una vera e propria nuova teoria economica. Ci si chiede come tutto ciò sia possibile. Anche qui la stessa risposta: la garanzia del posto di lavoro.Ma il lavoro che  lavoro è  se non ha una controprestazione.

Che senso ha lavorare se non si ha la certezza che  quel sacrificio è funzionale a una vita dignitosa, alla sopravvivenza propria e della famiglia.Tutti si interrogano su  quanto sta accadendo, ma con grande circospezione.Si pronunziano sussurri piuttosto che parole.L’amico ne parla con l’amico ma in modo tale che l’interlocutore  intuisca piuttosto che senta il  concetto che si intende esprimere.I soliti farisei, nel teatrino della politica, vanno alla ricerca della pietra filosofare.Un mezzo toscano vaga nel più totale buio del tutto ignaro di quanto sta accadendo e, come al solito, rimane del tutto agnostico.Una cosa è certa.Il povero grande Giacomo Brodolini si starà rivoltando nella tomba. Franco Perre - 25.04.2011

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