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Frane: l’immobilismo della maggioranza, la decisione dell’opposizione PDF Stampa E-mail
Scritto da gruppo Insieme   
Mercoledì 20 Aprile 2011 09:51

Era l’autunno del 2010 quando proponevamo all’attuale maggioranza di accendere un mutuo per far fronte al costo dei lavori  eseguiti da 17 imprese private a seguito dei movimenti franosi dell'inverno 2009.

Tale richiesta, ribadita in un Consiglio Comunale aperto, nasceva dal timore che il nostro Comune potesse essere escluso dai finanziamenti stanziati dal settore Protezione civile.

Non perché Belvedere Marittimo non fosse stato colpito dagli “eccezionali e avversi eventi meteorologici del Gennaio 2009”. Al contrario, riteniamo che il nostro territorio sia stato interessato da alluvioni, frane, smottamenti, più di tanti altri Comuni calabresi ammessi a finanziamento.

Sono state eseguite ordinanze di sgombero per 36 nuclei familiari, sono state eseguite 64 ordinanze contingibili e urgenti per sistemazione idraulica e riparazione della rete fognaria, barriere di protezione, ripristino manto stradale, realizzazione cunette, rimozione frane, pulizia canali.

Il timore scaturiva dalla posizione assunta dalla Regione Calabria che sin dall'inizio aveva contestato presunti vizi di forma.

Nonostante la proposta di mutuo fosse l'unica soluzione immediatamente perseguibile, il Sindaco e la sua Giunta mostravano grande indifferenza, confidando nell'incontro del 29 dicembre 2010 presso il Ministero della Protezione civile. La maggioranza sorda che amministra Belvedere ancora una volta dava prova della sua totale incapacità non prendendo alcuna decisione, non avanzando alcuna proposta concreta confidando ancora nell’opera di convincimento del proprio politico di riferimento. Ancora una volta la Giunta Granata rimaneva travolta dalla iniziativa del gruppo Insieme che si presentava in Consiglio con le idee chiare, individuando soluzioni possibili, consapevole delle difficoltà oggettive che impedivano l’erogazione del finanziamento.

Purtroppo i nostri timori erano fondati: a Belvedere non arriverà un euro, tanto che molte imprese interessate hanno già rivolto istanza all'Autorità giudiziaria per ottenere il pagamento dei lavori effettuati.

Occorre intervenire immediatamente. Occorre agire concretamente e in tempi brevi.

Oggi più che mai il mutuo appare l'unica soluzione praticabile al fine di scongiurare un possibile dissesto finanziario per l'Ente, che si vedrà notificare atti ingiuntivi per almeno 3 milioni di euro, e un possibile tracollo economico per molte imprese creditrici.

Questa volta speriamo che la maggioranza che amministra il nostro paese esca finalmente dall'immobilismo ed inizi a prendere in seria considerazione l'unica possibilità di salvare l'intera economia della nostra città.

Il denaro necessario al pagamento del mutuo potrà derivare da scelte politico-amministrative più sagge ed oculate, come la riscossione dei tributi evasi (accertati e da accertare), la rinegoziazione dei mutui in corso, l'alienazione dei beni comunali occupati senza titolo, l'istituzione dell'ufficio legale, la ricontrattazione del servizio di nettezza urbana per i sevizi non effettuati (raccolta differenziata "porta a porta", lavaggio cassonetti, spazzamento meccanizzato), il risparmio energetico.

Eppure basta poco!

Basta avere un’idea diversa di Pubblica Amministrazione. Basta operare ponendo il bene comune al di sopra dell’interesse del singolo, basta porre al centro della propria azione politico-amministrativa l’interesse collettivo, basta lavorare con l’intenzione reale di risolvere i problemi.

L'accensione del mutuo non costituirebbe un'acritica accettazione delle tesi sostenute dalla Regione Calabria. Gli eventi calamitosi dell'inverno 2009 non sono stati inventati per lucrare contributi pubblici né gli eventuali vizi formali possono inficiare il diritto del Comune ai finanziamenti necessari per liquidare le Ditte esecutrici dei lavori, diritto che dovrà essere tutelato in ogni sua sede.

Le ragioni per cui è necessario, urgente e indifferibile accendere un mutuo vanno ricercate nel tentativo di evitare il concreto rischio di fallimento delle imprese che hanno eseguito i lavori di somma urgenza, con la conseguente perdita di posti di lavoro e l'inevitabile riflesso negativo sull’intero tessuto economico e sociale di Belvedere Marittimo. Gruppo Insieme - 20.04.2011

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