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Belvedere Libera! Da regole? No, grazie PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   

Belvedere Libera! Da regole? No, grazie.“Belvedere è libera!” annuncia Granata, ringraziando 2970 elettori e invitando tutta la cittadinanza a festeggiare la riconquistata libertà. Da cosa?

-          Libera dall’occupazione? Non riteniamo che l’Amministrazione D’Aprile abbia occupato le istituzioni;  essa è stata eletta democraticamente nella primavera del 2004 e, almeno fino all’inizio della recente campagna elettorale, nessun cittadino è stato trattato da suddito, nessun avversario politico è stato considerato prigioniero di guerra.  (Per informazioni chiedere al geom. Stumbo e all’ing. Filicetti i quali, pur notoriamente schierati con il Centrodestra, hanno beneficiato di innumerevoli o lauti incarichi professionali).

-          Libera dal Comunismo? Neppure Berlusconi definirebbe comunisti i consiglieri comunali uscenti, alcuni dei quali, peraltro, hanno generosamente sostenuto la lista “Belvedere Libera”.

E allora, libera da cosa? Valutando le ragioni della sconfitta, pur tenendo conto di altri fattori ( lo spostamento a Destra dell’asse politico in Europa, in Italia, nel Mezzogiorno, le divisioni nel Centrosinistra di Belvedere), siamo giunti ad una conclusione: la maggioranza degli elettori, forse al di là delle intenzioni dello stesso Granata, ha percepito la proposta di Belvedere Libera come un messaggio di liberazione dalle regole, soprattutto in materia tributaria. 

E’ noto che nei Paesi democratici il rapporto fiscale tra Stato e cittadino presuppone un patto. Il patto è scritto nelle Costituzioni e prevede diritti e doveri  in un quadro condiviso di valori e obiettivi: equilibrio tra entrate, garantite da un sistema fiscale proporzionale e progressivo, e spesa pubblica che assicuri servizi efficienti alla totalità dei cittadini.In alcuni Paesi il Patto è rispettato: lo Stato riscuote le imposte e i cittadini ricevono in cambio servizi di qualità. Purtroppo il patto fiscale scritto nella Costituzione italiana è stato sostituito, nella vicenda storica nazionale, da un patto diverso, di segno opposto:un patto non scritto ma leggibile nella cultura diffusa e nell’intreccio delle regole informali vigenti, frutto di un “compromesso al ribasso” tra Stato e cittadini: poche tasse (dai contribuenti che possono nascondere al fisco il loro reddito) in cambio di pochi servizi e poche infrastrutture, spesso di scarsa qualità. La divergenza tra patto formale e patto materiale si è manifestata anche nel sistema della fiscalità locale, soprattutto nei Comuni del Mezzogiorno. A Belvedere Marittimo:

-    non sono mai stati aggiornati gli Oneri di urbanizzazione e i Costi di costruzione introdotti dalla Legge n. 10/77, benché i prezzi al consumo siano aumentati del 541% (dati ISTAT 2006);

-   gli estimi catastali, ai fini dell’ICI, sono stati ridotti della metà rispetto agli immobili, con caratteristiche simili, ubicati nei paesi vicini di Buonvicino, Sangineto, Bonifati;

-   l’ICI sulle aeree edificabili è stata evasa totalmente o parzialmente (perché sottostimato il valore dei terreni)

-   nei piani di lottizzazione le aree da cedere gratuitamente al Comune erano marginali e mai trasferite al patrimonio comunale

-   è stata ampiamente tollerata l’evasione dell’ICP (imposta comunale sulla pubblicità), del COSAP (canone occupazione spazi e aree pubbliche) dei Diritti sulle Pubbliche Affissioni, della TARSU (tassa rifiuti solidi urbani) ;

-   non sempre sono stati riscossi i proventi dell’acquedotto comunale, del condono edilizio, gli oneri di urbanizzazione. 

La tolleranza nei confronti della rendita  e dei profitti  ha ridotto sensibilmente le ENTRATE del Comune e, di conseguenza, la SPESA per servizi efficienti, per infrastrutture adeguate, per incentivi alle imprese, per l’assistenza a poveri, disoccupati, anziani,  disabili, per il sostegno alle associazioni culturali, sportive, ricreative.  La tolleranza del fenomeno dell’evasione ed elusione fiscale, ha penalizzato i contribuenti  onesti e i lavoratori dipendenti  poiché gli amministratori comunali, a causa dell’aumento fisiologico dei costi dei servizi , sono stati costretti ad introdurre l’Addizionale IRPEF, a fissare l’aliquota ICI sulla prima abitazione al 5%°, ad aumentare la TARSU del 30% nel 2000 e di un ulteriore  80% nel 2002.L’Amministrazione di Centrosinistra, come indicato nel suo programma elettorale, appena insediata al governo del Paese, ha incominciato a smontare il “compromesso al ribasso” sottostante alla costituzione materiale degli ultimi anni,  per costruire un Patto per lo sviluppo in sintonia con i principi della costituzione formale. L’Amministrazione comunale:

-   ha rideterminato il valore commerciale delle aree edificabili ai fini ICI individuando gli evasori totali o parziali di aree e fabbricati soggetti all’imposta;

-   ha aggiornato il costo di costruzione e gli oneri di urbanizzazione; 

-   ha monetizzato le aree comprese nei piani di lottizzazione ;

-   ha avviato la verifica delle superfici reali degli immobili e la loro effettiva destinazione d’uso ai fini della corretta applicazione della TARSU;

-   ha verificato l’occupazione reale di spazi ed aree pubbliche ai fini della corretta applicazione del canone;

-   ha censito le insegne pubblicitarie;

-   ha eliminato le affissioni abusive;

-   ha individuato le aree pubbliche da recuperare al patrimonio comunale (Via G. Murat)

Le maggiori ENTRATE, se si considera l’obbligo di recuperare le imposte, le tasse e i tributi evasi nei cinque anni precedenti gli accertamenti (2002-2006) possono essere valutate in milioni di euro. Questo Patto per lo sviluppo non è stato compreso dalla maggioranza degli elettori che ha considerato la lotta all’evasione e all’elusione fiscale una vessazione piuttosto che un doveroso rispetto delle regole.Intanto  a causa della fragile etica pubblica che storicamente caratterizza il Mezzogiorno d’Italia ma, soprattutto, per l’impossibilità di tradurre, in tempi rapidi, le maggiori entrate accertate in maggiori entrate riscosse e, quindi, in maggiori Diritti: diritti a carichi fiscali meno onerosi, diritti all’inclusione sociale, diritti a servizi pubblici di qualità, diritti a infrastrutture adeguate. Pertanto, nonostante la riduzione di alcuni tributi comunali per alcune categorie sociali o produttive, nonostante l’acquisto dell’area del Consorzio agrario grazie ai proventi della lotta all’evasione, la maggioranza degli elettori ha rimpianto i felici anni del decennio Granata.Erano anni, quelli, nel corso dei quali gli Amministratori pubblici conferivano alle aree rurali lo status di zona franca, libera cioè dalle regole vigenti nella restante parte del territorio comunale:niente TARSU – niente COSAP per passi e accessi carrabili – niente ICI – niente pozzi a tenuta per i liquami fognari – uso illimitato e improprio dell’acqua potabile – libertà di ostruire le cunette stradali con rampe di accesso laterali con residui da potatura.Lo status di zona franca, conferito alle aree rurali, sottraendo risorse al bilancio comunale non consentiva investimenti in servizi e infrastrutture e costituiva un fattore non secondario di inquinamento ambientale e di carenze nell’approviggionamento  idrico.Erano anni, quelli, nel corso dei quali gli Amministratori pubblici delegavano alla coscienza individuale dei cittadini il rispetto delle regole. E poiché nel Mezzogiorno d’Italia, per precise ragioni storiche, l’interesse collettivo (“universale”) è stato sempre subordinato all’interesse egoistico (“il particulare”), nei felici anni dell’era Granata:

-   pochi contribuenti onesti dichiaravano la reale superficie della propria abitazione ai fini TARSU o il reale valore dei propri terreni edificabili ai fini ICI;

-   i concessionari di aree pubbliche occupavano superfici superiori a quelle soggette a canone -   gli spazi pubblici erano imbrattati da affissioni abusive

-   le insegne pubblicitarie erano installate senza autorizzazione e non erano soggette a imposta

-   gli automezzi pubblicitari circolavano senza alcun vincolo

-   gli impianti acustici ed elettromagnetici erano installati in assenza di misure preventive dell’inquinamento

-   le aree pubbliche, anche i marciapiedi, erano trasformate, di fatto, in parcheggi riservati all’utenza degli esercizi commerciali

-   gli ambulanti itineranti si trasformavano in commercianti a sede fissa.

La libertà , non limitata da regole democraticamente condivise, era diventata, per molti, libertinaggio. Ma quanti ritengono di poter ritornare al passato non si facciano illusioni. Intano perché il rispetto delle regole non è materia politicamente opinabile e l’opposizione vigilerà perché le regole siano rispettate, anche le più elementari ( non tollereremo, ad esempio, che lavoratori pubblici si rifiutino di assistere anziani e disabili o di provvedere alla pulizia delle spiagge o “chiudano un occhio” sulle auto in sosta vietata).E, soprattutto, perché la recessione,che nel corso del 2009 sarà ancora più acuta, unitamente alla riduzione dei trasferimenti erariali ai Comuni, imporrà politiche di bilancio rispettose delle regole, soprattutto in materia tributaria.L’Amministrazione Comunale di Belvedere Marittimo, anche per evitare il rischio di collasso finanziario a seguito di ordinanze prive di copertura di spesa e di ordinanze , relative alle calamità naturali, che rimandano a contributi aleatori della Protezione Civile, dovrà agire sia sul fronte della Spesa che delle Entrate.E’ possibile ridurre i costi di raccolta, trasporto e smaltimento dei R.S.U. potenziando la R.D. ed estendendola alle aree non servite e alle grandi utenze; è doveroso affidare il servizio di spazzamento  con procedure di evidenza pubblica  (a tale proposto si fa notare che il costo attuale del servizio, €. 140.000 annui, è stato fissato con Ordinanza sindacale); è doveroso avviare le procedure di gara per l’affidamento della manutenzione degli impianti di sollevamento (è irrituale che il Sindaco individui la Ditta con Ordinanza di validità annuale, pur in presenza di offerte più vantaggiose per l’Ente); è possibile risparmiare sui consumi energetici (potrebbe essere ridotto del 50% il consumo degli impianti esterni di pubblica illuminazione e del 90% il consumo degli impianti interni con la semplice installazione di riduttori); è doveroso ridurre i consumi di acqua potabile, oggi pari ai consumi di una città di 90.000 abitanti; è doveroso provvedere alla manutenzione delle cunette e al taglio dell’erba nelle aree rurali affidando il servizio a Ditte dotate di idonei mezzi meccanici (si fa presente che il ricorso al lavoro  manuale ha implicato un impegno finanziario mensile di oltre 11.000 euro, peraltro privo di copertura).Occorrerà agire sul fronte delle Entrate valorizzando le risorse umane interne all’Ente e attingendo al bacino dei lavoratori in mobilità, valorizzando le risorse patrimoniali dell’Ente (alcuni reliquati della litoranea costiera G. Murat, non più fruibili collettivamente, potrebbero essere alienati o concessi in uso a giovani disoccupati per attività di supporto ai servizi turistici), intensificando la lotta all’elusione e all’evasione fiscale.Contrasteremo, anche ricorrendo a forme estreme di disobbedienza civile, ogni aumento di tasse e tributi. Sarebbe ingiustificato, considerato che l’evasione accertata ammonta a milioni di euro, e ingiusto nei confronti dei contribuenti onesti che sarebbero costretti a pagare anche per gli evasori. Riccardo Ugolino - consigliere comunale - 07.07.2009 

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