Certamente avere una testata giornalistica non prona alle esigenze e ai voleri del politico di turno, dà sicuramente fastidio. Ed è ciò che è avvenuto in questi anni a Belvedere Marittimo. O meglio, dovrei correggermi, in tutto il panorama politico calabrese, meridionale e nazionale. Se il collaboratore scrive a favore del politico, allora va tutto bene. Se solo si azzarda a scrivere qualcosa di “ombroso” allora il suo nome finisce nel libro nero. Peccato però che il lavoro svolto dai collaboratori delle testate locali appare subito viziato. Ovvero sono poco informati, e questo è un grosso guaio. Non si può certamente scrivere che la tornata consiliare non si è tenuta perché mancava parte della minoranza, quando in realtà mancavano sindaco e altri consiglieri di maggioranza. Ma se i cosiddetti “giornalisti” non lo sanno, ovvero gli viene detto (pardon dettato) l’esatto contrario, allora c’è qualcosa che non funziona. Non tocca certamente a me difendere il collaboratore del “Quotidiano”: avrà certamente gli argomenti per dimostrare la sua indipendenza. Ma è la difesa d’ufficio del presidente del consiglio (…. mi sembra di scrivere di Berlusconi …. ) che mi lascia perplesso. Sappiamo dell’uso indiscriminato che è stato fatto in materia di consulenze ed incarichi, e su tale materia sarà la cittadinanza a decidere sul futuro dei nostri rampanti politici.Ma in tema di informazione, no: dispiace ammetterlo ma la mancanza di trasparenza ha lasciato spazio a qualsivoglia ipotesi, purtroppo non suffragata da prove verificabili, se non dalle dicerie di piazza del politico di turno, che passeggia sul lungomare. Ed ecco che si viene a conoscenza di consigli comunali “zoppicanti”; e anche di ciò che non si conosce, ovvero odg inerenti case popolari ed affini (e per di più in campagna elettorale). Anche la pregevole iniziativa portata avanti dall’amministrazione con il periodico, curato dal sottoscritto, “Belvedere città d’arte” ha registrato una fine ingloriosa, considerato che i testi erano realizzati e forniti solo dal vicesindaco Ugolino, cui va dato il merito di aver creduto fino in fondo al progetto. Degli altri amministratori nessuna notizia. Anche del presidente del consiglio comunale. In ultimo anche questa volta il presidente del consiglio si “impossessa di beni culturali” che non gli competono, ovvero non competono a questa amministrazione. Cito le parole di Capano: “I tanti incontri pubblici promossi dall’Amministrazione Comunale: per discutere di legalità commemorando Peppino Impastato, Giannino Losardo, Pio La Torre, per riflettere sulla pace e la libertà, ricordando i partigiani belvederesi, i “desaparecidos”, gli eccidi nazisti, le lotte per la Costituzione, per discutere di edilizia sociale, di ambiente, di opere pubbliche, di beni culturali, di lavoro, sanità, urbanistica. A queste iniziative, pur ampiamente pubblicizzate, che hanno coinvolto tanti giovani (ricordiamo il recente incontro del prof. Pino Arlacchi con gli studenti dei Licei), la stampa locale non ha quasi mai partecipato”. Ma perché, mi domando, è mai stata invitata? O forse qualcuno avrebbe potuto scrivere che era l’ennesimo flop preelettorale di Magorno e compagni? Antonello Troya - 19.03.2009