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siamo chiamati ad una prova di grande responsabilità. Tutti, cattolici e laici PDF Stampa E-mail
Scritto da antonello troya   
Lunedì 23 Maggio 2016 11:37

Scrivo come Priore del territorio angioino-aragonese, come ho voluto identificare il territorio di competenza che il Gran Maestro, suo malgrado, ha voluto affidarmi. Parlo ovviamente dei Templari Federiciani, da Federico II “Stupor Mundi” come venne apostrofato il futuro imperatore e Re di Gerusalemme.

Templari che si riconoscono in una confraternita che il Vescovo, s.e. Leonardo Bonanno, ha voluto affidare alla benevola sapienza del Padre Guardiano Alessandro Gatti, del Convento dei Frati cappuccini. In un anno abbiamo fatto tante cose: fra tutte allargare il nostro raggio di affiliazioni: nessuna qualità particolare per entrare, basta solo essere credenti e armati di tanta buona volontà nell’aiutare il prossimo. Tutto qua. A parte qualche piccolo intervento, il nostro operato è stato indirizzato alla formazione di fede: incontri a fini teologici superbamente tenuti da frà Ugo Maria Brogno, vicario dello stesso convento. Un percorso di crescita che ha portato ognuno di noi a vedere il mondo, sia quello cattolico che laico, in modo decisamente diverso. Sfaccettature che non eravamo più abituati a vedere, presi dalla tecnologia, dall’evolversi degli eventi in un modo repentino, in un contesto distratto e sbiadito. Parlo della gente che soffre: ma quella che necessariamente ha bisogno. Quella che grida in silenzio. Quella che non allunga la mano per chiederti l’elemosina, ma che si arrangia pensando che sia una mortificazione chiedere nel bisogno. I Templari federiciani sono chiamati ad una prova di grande responsabilità. Ma non solo i Templari, ma tutta la comunità belvederese. Un paese passato da reddito fisso di milioni di euro, a nulla… e che ora annaspa. C’è difficoltà. C’è la paura. C’è il bisogno di una scossa. Una forte scossa che dia quello slancio necessario per una rinascita certa, concreta della comunità, soprattutto leale verso i suoi appartenenti. Non importa se l’appello è raccolto da destra o sinistra, dalla maggioranza o minoranza che governa questo paese. Raccogliamo le menti migliori e puntiamo tutti a cambiare il nostro futuro, ad immaginarlo come vorremmo. Langue l’economia, aziende che davano certezze ora sono privi di tutto, anche dello stipendio. I templari Federiciani, attraverso i suoi organismi, faranno di tutto per frenare questa “incertezza morale” che attanaglia il paese, questo territorio. Accogliamo con gioia ogni tentativo di cambiare la staticità di un iter che frena ogni movimento, ogni iniziativa, ogni tentativo di modifica sociale. E se Dio vorrà saremo sempre accanto a chi soffre, a chi ha bisogno. Non lasciamo che gli “scarti sociali” che ci circondano vincano sempre. Alziamoci le maniche e affrontiamo il futuro. Tutti insieme. Antonello Troya Priore Angioino-Aragonese, Templari Federiciani - 23.05.2016

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