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consuntivo 2015, la relazione al Bilancio del consigliere comunale Pd Riccardo Ugolino PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   
Venerdì 06 Maggio 2016 13:41

La relazione al rendiconto della gestione non è, afferma la Giunta, “un documento di natura tipicamente contabile, ma un atto dal notevole contenuto politico-finanziario”, come la relazione previsionale e programmatica al Bilancio Preventivo.

Con quest’ultima si fissano degli obiettivi tenendo conto delle risorse a disposizione; con la relazione al consuntivo si dà conto dei risultati conseguiti, in termini di efficacia e di efficienza.

La relazione si presta ad una riflessione su quanto è stato realizzato e consente una prima verifica del percorso che l’Amministrazione comunale ha compiuto a due anni circa dal suo insediamento.

Noi non condividiamo il giudizio espresso dalla Giunta: “ l’orgoglio di questa maggioranza è di avere saputo mettere in atto un’attenta politica della spesa”.

Mentre è stato affermato, in più occasioni, la volontà di precisione nella presentazione dei dati, ciò per favorire la comprensione, da parte del Consiglio comunale e del Cittadino, delle scelte dell’Ente, si offre una lettura lacunosa, parziale, a volte anche errata, delle caratteristiche generali della popolazione, dell’economia, dei servizi che il Comune mette a disposizione dei cittadini.

Il dato relativo alla popolazione residente, in questa occasione aggiornato al 31/12/2015 (ab. 9343), non si accompagna ad una analisi demografica relativa al rapporto morti-deceduti, immigrati-emigrati né la popolazione risulta essere distribuita per fasce d’età; nonostante si riconosca che “l’andamento demografico incide sulle decisioni del Comune, sia per quanto riguarda i servizi che la politica degli investimenti”.

Nulla si dice della popolazione massima insediabile, dato che sarebbe stato possibile fornire perché contenuto nel Documento preliminare al P.S.C.

Nulla si dice del livello di istruzione della popolazione residente né della condizione socio-economica delle famiglie che arretra, non solo rispetto agli anni precedenti la crisi del 2007, ma anche rispetto al biennio 2013-2014, come si evince dalle entrate relative all’addizionale comunale IRPEF che nel 2015 risultano pari a € 250.000, il 20% in meno delle entrate accertate negli anni 2013 e 2014.

Le notizie generali relative al territorio e agli strumenti che lo governano sono estremamente lacunose: non si fa riferimento al P.S.C. in itinere, al Piano di colore, alle aree per Edilizia agevolata e sovvenzionata, al Piano di commercio.

Ciò spiega l’apertura di esercizi commerciali privi di aree di parcheggio o di aree asservite, contemporaneamente, a edifici per civili abitazioni e a servizi commerciali.

Ciò spiega le entrate irrisorie derivanti da parcheggi comunali concessi agli esercenti attività commerciali che ne sono privi.

Ciò spiega il traffico caotico che si registra oramai in tutti i periodi dell’anno, e non solo d’estate, in via della Repubblica, in via G. Fortunato, in viale Stazione.

Nulla si dice delle scelte, operate dalla Giunta, di adottare, per il P.S.C., la procedura di cui all’art. 27 quater della L. 19/2000 che, di fatto, disattende le analisi effettuate dai tecnici redattori dello strumento di pianificazione territoriale, i quali sostengono la necessità di riqualificare il “costruito” e il “contesto ambientale”, il contrario delle scelte che quotidianamente compie l’Amministrazione comunale, come la monetizzazione di aree a standard ricadenti in zone del territorio degradate. E’ paradossale che mentre si alienano, per pochi spiccioli, aree necessarie a soddisfare gli standard urbanistici (verde pubblico, verde attrezzato, parcheggi), si rinuncia all’alienazione o, in alternativa, a rientrare in possesso  dei reliquati della strada costiera, G. Murat, privi oramai di utilità pubblica.

Prevedere nuova edificabilità contrasta con la cultura urbanistica più avanzata, la quale raccomanda di evitare ulteriore consumo di suolo (tra il 1971 e il 2010 la SAU, la superficie agricola utilizzata, si è ridotta in Italia del 28%, corrispondente a 5 mil di Ha, pari alla superficie di Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna).

Sia perché occorre soddisfare la domanda di prodotti agricoli, che nel 2050 aumenterà del 70%, sia per prevenire il dissesto idrogeologico  (il suolo non cementificato assorbe le precipitazioni abbondanti, il suolo coltivato e mantenuto previene le frane), sia per valorizzare il paesaggio naturale.

Al contrario, la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, gran parte dei quali sono stati costruiti nel secolo scorso, presenta indubbi vantaggi:

  • ripresa occupazionale, in un settore che ha visto perdere, dal 2008, 500.000 posti di lavoro;
  • aumento del fatturato che è già costituito, per il 70%, da interventi di manutenzione;
  • riduzione dei consumi energetici, 1/3 dei quali, insieme alle emissioni  di CO2, sono legati agli edifici (è calcolata in € 1500/2000 la differenza, in bolletta, tra una casa costruita bene e una male).

Dati approssimativi sono forniti per i servizi e le strutture sociali, parcheggi pubblici, parchi, raccolta differenziata, verde pubblico (nella relazione si parla addirittura di 5 Ha).

Assenti del tutto i dati sull’Economia (si riferisce solo il numero degli addetti alle attività produttive, peraltro in maniera confusa ed approssimativa).

In conclusione, vogliamo ribadire che senza una conoscenza approfondita delle caratteristiche demografiche, economiche, sociali di una Comunità, insediata su un determinato territorio, non è possibile una programmazione seria della quale dare conto in sede di approvazione del Bilancio consuntivo.

Per passare alle questioni di merito, non possiamo non essere preoccupati della situazione contabile e finanziaria dell’Ente:

  • come non esserlo se la Giunta dichiara: ”circa 10 anni fa la mancata riscossione delle Entrate tributarie ed extra-tributarie si attestava, al massimo, al 20% in meno”, oggi è il 35-40% in meno rispetto alle somme iscritte a ruolo e, conseguentemente nei Bilanci dell’Ente.

Siamo consapevoli che le difficoltà riscontrate nella riscossione sono imputabili anche alla crisi economica, non ancora superata, e che tanti contribuenti sono nell’impossibilità di corrispondere i tributi dovuti.

Perché, allora, non valutare la possibilità di ricorrere al Baratto amministrativo?

  • come non essere preoccupati se il Revisore dei Conti rileva che “il ricorso all’anticipazione di tesoreria denota difficoltà nella gestione dei flussi di cassa dovute al ritardo nella riscossione dei crediti”,

che “per quanto riguarda l’ICI, a fronte di un accertamento iniziale di € 71.170 si sono riscossi solo € 9.694, pari al 13,62%”, nonostante siano riconosciuti incentivi al personale per € 16.000,

che “ per quanto riguarda la TARSU, su un residuo di € 3.520.147 sono stati incassati solo € 519.536”,

che, per quanto riguarda le sanzioni amministrative pecuniarie da violazione del codice della strada, le somme riscosse si sono ridotte, percentualmente, dal 50% dell’accertato dell’anno 2013 al 9,78% dell’esercizio finanziario 2015;

  • come non essere preoccupati se per ripianare il disavanzo tecnico di €  4.151.623,51 , accertato al 1° gennaio 2015, occorre un taglio annuale di € 138.384 per 30 anni?

Se per restituire alla Cassa DD. PP. € 847.152, ottenuti per pagare debiti, siamo stati costretti a un piano di ammortamento con scadenza 31/05/2045?

Se per estinguere il debito di € 417.332 con la Regione Calabria per la fornitura di acqua potabile (relativa al periodo 1981-2004) siamo costretti a corrispondere, per 10 anni, fino al 2016, rate da € 41.733 annue?

Altre criticità rileva il Revisore:

  • la spesa per il personale non rientra nei parametri di legge,
  • l’utilizzo per la spesa corrente, nella misura del 100%, dei contributi derivanti dai permessi per costruire,
  • la mancata adozione di misure organizzative per garantire il tempestivo pagamento delle somme dovute per somministrazione, forniture ed appalti.

Quest’ultima criticità si registra, per come rilevava la Corte dei Conti il 22 giugno 2015, in quanto l’Amministrazione è “incapace di realizzare in termini di cassa quanto accertato… o potrebbe evidenziare una sovrastima degli accertamenti di competenza, allo scopo di rappresentare un equilibrio di gestione”.

In entrambi i casi, noi riteniamo indifferibile procedere al recupero dell’evasione dei tributi comunali, attraverso l’istituzione di un Nucleo di Polizia Tributaria (costituito da personale dell’Ente):

  • che agisca a supporto degli uffici, attraverso l’incrocio dei dati,
  • che operi sul territorio con controlli e verifiche sul servizio idrico integrato (non tutti gli stabilimenti balneari sono a ruolo), sugli immobili, alcuni neppure accatastati né censiti dall’Ufficio Tributi o tassati per superfici inferiori a quelle reali, ai fini della TASI e della TARI, sui beni patrimoniali e comunali, a cominciare dalla G. Murat, sui terreni edificabili, ai fini dell’IMU, sui cittadini esenti da TICKETS o che fruiscono di agevolazioni per servizi comunali (trasporto scolastico, refezione…),
  • che verifichi gli abusi edilizi ai fini dei contributi per eventuali sanatorie (oggi si registrano entrate pari a € 0,00.

Non solo incapacità di riscossione ma anche di accertamento: mi riferisco alla Pubblicità e alle Pubbliche affissioni, al Canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche (COSAP), alle aree pubbliche adibite a parcheggi, alla G. Murat: a tale proposito non solo non si riesce a riscotere quanto stabilito con le delibere di alienazione (sono state verificate le esatte superfici alienate? Quali somme sono state incassate?) ma si evita, accuratamente, di accertare l’occupazione abusiva di tanti reliquati della strada costiera.

La verità è che anche questa Amministrazione di centrodestra ripropone le politiche permissive che hanno segnato negativamente le esperienze Granata e che possono tradursi in questa massima: ciascuno faccia ciò che crede, ciò che torna comodo al suo vantaggio personale perché ciò che conta è il “particulare” non “l’universale”. Tutto cambia per non cambiare nulla e le facce giovani e dinamiche servono gattopardescamente per riproporre le politiche di sempre.

Io non nego l’impegno e il dinamismo di alcune amministratrici che a volte sembrano addirittura in competizione e gelose delle loro attribuzioni.

Riconosco interessanti alcune iniziative ma la verità è che si riservano alle dinamiche e giovani consigliere, settori che incidono poco sugli interessi materiali e concreti: la cultura, i servizi sociali, lo sport, gli spettacoli, le celebrazioni (S. Valentino, S. Daniele, il Natale).

Premesso che alcune di queste iniziative non costituiscono una novità: mi riferisco a “Contrade in festa”, “Adotta un’aiuola”; premesso che anche in questi settori si potrebbe fare meglio, con un poco di umiltà: mi riferisco alle celebrazioni del 25 aprile, del 2 giugno, alla “Giornata della memoria”, al trasporto gratuito di anziani e disabili residenti nelle aree rurali, avviene in questa Amministrazione ciò che accade, abitualmente, nelle famiglie tradizionali, quando si ricevono ospiti: alle signore è affidato il compito di preparare i pasti, di imbandire la tavola, di addobbare, all’occorrenza, la sala; ai signori, accomodati in salotto, compete, invece, parlare di affari.

Mutatis mutandis, le nostre dinamiche amministratrici fanno gli onori di casa, da perfette cerimoniere, altri amministratori parlano di affari: ordinanze sindacali milionarie, permessi di costruzione, scelte urbanistiche.

Un esempio su tutti: il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani è affidato con ordinanza sindacale sin dal 29 maggio 2013.

Un Nucleo di Polizia Tributaria che agisca, di concerto con l’Agenzia delle Entrate, per garantire al Comune l’acquisizione di una quota dei redditi sottratti al fisco.

Il recupero dei tributi evasi eviterebbe che gli oneri fiscali gravino solo su una parte dei contribuenti, consentirebbe, in un momento di crisi, ancora grave, di salvaguardare le classi più deboli, attraverso la riduzione delle aliquote e della pressione fiscale, consentirebbe di incrementare le risorse destinate ai servizi.

Non c’è dubbio che le difficoltà negli Enti locali derivino pure dai tagli dei trasferimenti centrali e da una politica deflattiva:

  • che nel 2015 ha consentito solo un modesto incremento del PIL,
  • che ha costretto i Comuni ad aumentare la pressione fiscale per compensare i tagli o per incrementare la spesa.

Il Comune, però, non si è attivato per ridurre la SPESA CORRENTE in maniera selettiva.

Ha fatto ricorso, quasi sempre, per la fornitura di beni e servizi, agli affidamenti diretti piuttosto che alle gare di appalto le quali, oltre a garantire maggiore trasparenza e i diritti delle imprese a concorrere sul mercato, consentono di abbattere i costi: lettura dei contatori, manutenzione delle pompe di sollevamento, gestione degli impianti di pubblica illuminazione, raccolta dei rifiuti, supporto all’Ufficio Tributi, sono tutti servizi affidati con ordinanze sindacali o delibere di Giunta che fanno lievitare i costi oltre misura.

E quando anche ricorressero motivi di urgenza, perché non applicare il vigente Codice degli appalti che all’art. 125 attribuisce al Responsabile del procedimento, non al Sindaco, il compito di affidare direttamente lavori fino a € 40.000 e, nel rispetto dei principi di trasparenza e rotazione, previa consultazione di almeno cinque operatori, consente di affidare lavori fino a € 200.000?

Quando poi si bandiscono le gare, si richiedono requisiti che rendono impossibile un’ampia partecipazione di operatori e si aggiudicano importanti servizi a cifre di gran lunga superiori a quelle praticate sul libero mercato.

E’ il caso della Refezione scolastica che a Belvedere M.mo costa al Comune e, quindi, ai genitori degli alunni fino al 50% in più dei costi che si registrano negli altri Comuni.

Tale metodo è stato “esportato” anche in ambito consortile: nel Distretto socio – sanitario di Praia a Mare, prima ancora di procedere alla selezione pubblica per individuare il Responsabile dell’Ufficio di Piano, si conosce già il nome del vincitore del bando.

L’abitudine è così consolidata che si impone anche quando non comporta interessi clientelari, come è accaduto nella vicenda relativa al Revisore dei Conti che ha continuato ad espletare le proprie funzioni benché decaduto.

L’amministrazione comunale non si è ancora impegnata neppure per ridurre le spese di fornitura dell’energia elettrica, che ammontano a circa 600.000 euro, le spese postali, quelle telefoniche e per consulenze e incarichi esterni che si aggirano intorno ai 200.000 euro.

Irrisorie sono le percentuali di R.D. che , qualora fosse effettuata correttamente, ridurrebbe i costi del trasporto e del conferimento dei rifiuti  in discarica.

Le Amministrazioni comunali di Centrodestra, e quella in carica non fa eccezione, in questi anni di crisi, la più grave dal dopoguerra, quando sarebbero stati necessari strumenti di pianificazione e investimenti pubblici per incentivare i consumi, sostenere il sistema produttivo, hanno rinunciato all’adozione del Piano strutturale comunale, al rilancio dell’edilizia convenzionata, hanno abbandonato al loro destino le imprese che nell’inverno 2009 – 2010 si sono indebitate per far fronte all’emergenza provocata dalle frane, non si curano dei lavoratori licenziati dalla Casa di Cura Tricarico Rosano.

Non sono stati previsti incentivi per chi investe nel Centro storico né misure fiscali a favore delle imprese (come la riduzione dell’IMU sulle aree edificabili, considerata la crisi in cui si dibattono le imprese edili e l’oggettiva svalutazione delle aree edificabili.

L’Amministrazione comunale non ha ancora riaperto i cantieri di quelle opere pubbliche appaltate o finanziate durante l’Amm. D’Aprile – Ugolino: la parallela a Via della Repubblica con annessa area mercatale ( € 850.000), compresa nell’ANAGRAFE NAZIONALE delle INCOMPIUTE, la strada Acquaro – S. Lucia, le opere di difesa dall’erosione costiera, il P.R.U. ( Piano di recupero urbano) in località S. Antonio, il Lungomare per Calabaia, Palazzo “ Franco”, Via Pepe – Soleo, l’edilizia residenziale e l’albergo diffuso nel Centro storico.

Per quanto riguarda la strada di collegamento Oracchio – S.S. 18, bisogna convenire che un’opera pubblica non ancora ultimata a distanza di 11 anni dall’approvazione del progetto e a 10 anni esatti (10/04/2006) dalla consegna dei lavori, non è un fatto di cui andare fieri, e che qualche ruolo è stato svolto dal consigliere PD nella concessione dei contributi regionali per l’ultimazione dell’opera.

Le Amministrazioni comunali di Centrodestra, in questi anni di crisi profonda, non sono state in grado di valorizzare le risorse paesaggistiche , agroalimentari, naturalistiche, culturali che avrebbero potuto incentivare i flussi turistici e, quindi, l’occupazione.

Gli alberghi, nell’estate del 2015, facevano registrare il tutto esaurito, affermava l’Assessore in occasione dell’approvazione del Bilancio di Previsione.

Non era vero: le Entrate derivanti dalla tassa di soggiorno si sono ridotte del 20% nel 2015.

Le Amministrazioni comunali di Centrodestra, e quest’ultima non fa eccezione, non hanno investito nella cultura, come dimostrano le vicende relative alla Biblioteca comunale, desolatamente priva di utenti.

Nessun investimento è stato registrato per valorizzare le risorse paesaggistiche; anzi, per certi versi, l’unicità del paesaggio naturale di Belvedere è stata fortemente compromessa: mi riferisco alle “incompiute” private, ai cantieri che con i loro pilastri arrugginiti deturpano la Costa e la Marina (a tale proposito chiediamo al Sindaco se è stata notificata ai titolari la decadenza del premesso di costruzione).

Gli attuali amministratori agiscono in continuità con i precedenti, come dimostrano le vicende relative ai beni archeologici venuti alla luce a Trifari, Virella, Oracchio, Capo Tirone, per i quali non esiste, allo stato, alcun progetto di recupero e di valorizzazione; come dimostra l’abbandono del Castello, il disinteresse nei confronti della disoccupazione giovanile che ha raggiunto percentuali che non possono non destare grave preoccupazione per la tenuta sociale del nostro Paese.

E’ significativo che i tanti giovani e imprese belvederesi che hanno aderito al Programma “Garanzia Giovani” o sono interessate al Piano di Sviluppo rurale, attingono le informazioni necessarie al servizio “Informalavoro” istituito dal gruppo consigliare del PD.

Crediamo di avere motivato e documentato in maniera esauriente il giudizio nettamente negativo che esprimiamo nei confronti dell’operato dell’Amministrazione comunale la quale, a circa due anni dal suo insediamento, non ha dimostrato né capacità progettuali né capacità gestionali. Riccardo Ugolino consigliere comunale Pd - 06.05.2016

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