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per intervenuta mancanza di termini ti chiamerò “Amico Sconosciuto” PDF Stampa E-mail
Scritto da olga de luca   
Venerdì 22 Aprile 2016 20:55

È una giornata mite e le palpebre si chiudono al grigiore del cielo. Immagino di attraversare, a  piedi nudi, acque limpide e chiare dove una forte quercia si specchia. Mi sembra un sogno, ma io non sto dormendo!

Sono sveglia e ritrovo la voglia di scrivere, all’insegna di una riflessione che ho gustato giorno dopo giorno, ruminando lentamente. Scrivo,  per liberarmi da cento falsi sogni, da mille illusioni di apparenza che altri, spudoratamente, vivono e raccontano per recuperare il gusto di una vita avvilita e avvolta da una realtà sempre più grama e sempre più volgare. C’era una volta… un re… direte molti di voi… No, avete sbagliato! C’era una volta un pezzo di legno… Questa è la fiaba di Pinocchio. Eh, no, qui voglio scrivere una fiaba vera. Anzi, nemmeno una fiaba, bensì un fatto realmente accaduto. Ma, lo farò con garbo senza  pretese di essere capita da tutti. Succede anche nelle migliori famiglie e capita, talora, anche alle persone meglio attrezzate… di restare, come dire, coinvolte in cose assurde e impensabili.

L’ultima che ho, maldestramente, combinato ha avuto a che fare con un disegno criminoso, nel corso di una rappresentazione teatrale. Doveva essere una serata tra amici, come tantissime altre serate, per stare insieme in allegria e n’è venuto fuori una sorta di vespaio, nel senso poco simpatico  e per niente corretto, allorché un tale di “alto livello politico” e di sinistra, si è sentito velenosamente punto. Accidenti, è stata una serata difficile quella di quell’estate calda e afosa che mi ha veramente fatto aprire gli occhi della mente, facendomi comprendere di non cercare né  chiedere spiegazioni, perché sarebbe stato solo una perdita di tempo. Cercando e ricercando, pensiero dopo pensiero, guardando e riguardando, ripensando a ciò che avevo detto o fatto non ho trovato niente di particolarmente offensivo. E, allora? E, allora sono giunta alla conclusione che io non ho alcun bisogno di plausi e di evviva come l’aria che respiriamo. Non ho alcun bisogno di sentirmi approvata e lodata altrimenti finirei col sentirmi bocciata, fallita e debole di autostima. Ma, a te, Amico Sconosciuto, basta ben poco per sentirti perseguitato.

Confondi spesso quel “piedistallo”, su cui, egocentricamente, ti ergi, con quello della terra dove poggiamo, saldamente, i nostri piedi. Cominci ad avere una sorta di delirio di persecuzione perché sembra che tutti attorno a te non facciano altro che spettegolare su di te, offendendo la tua reputazione. Insomma, vuoi, anzi pretendi di essere al centro dei pensieri altrui, anche quando si maneggia con una semplice trama teatrale. Devo proprio ammetterlo sei uno spettatore che risente di adolescenziali film mentali e, a volte, mi spiace dirlo, diventi un’autentica lagna! La forza delle manifestazioni che il Cenacolo porta, da quasi trentanni, sulle scene, è per le famiglie, per i singoli, per tutta la gente viva e vera. La mia forza, come presidente del Cenacolo, sta nell’avere avuto sempre rispetto dell’altro, chiunque esso sia. E sai perché? Perché il rispetto per l’altro è la più alta forma di libertà. E la libertà, Amico Sconosciuto, è il cuore della Storia ed, in particolare, della mia storia personale. E, vorrei rimembrarti che la Libertà cammina con la Verità. Il contrario sarebbe come un grande veliero con ampie vele che gli permettono di affrontare qualunque vento spiri, ma non ha il timone che lo porti là dove vuole giungere.

Così è la vita, così è la mia vita! Ho bisogno del binomio educativo: libertà e verità! Tento di essere una educatrice e per educare occorre saper mettere insieme e in armonia i due valori. Solo così si potrà “ crescere” nella delicatezza e nella capacità di guardare negli occhi l’altro. Ciò che diventiamo, Amico Sconosciuto, ha un colore originale perché siamo plasmati da Dio, dal linguaggio, dagli ormoni, dall’educazione ricevuta e da relazioni affettive che ci rendono… Unici! Nel sentiero che percorriamo bisogna imparare a respirare con entrambi i polmoni, non con uno soltanto. Personalmente, è chiaro, che non gradisco alcuna forma di violenza, umiliazione o sopraffazione contro il patrimonio culturale e la libera espressione del pensiero. Si possono indossare tutte le maschere che si vogliono, ma saranno le nostre azioni, i nostri gesti a determinare chi siamo perché ogni albero si riconosce dai frutti che dona e l’uomo è come l’albero: cade dalla parte che pende. Il Cenacolo Culturale Francescano, è una creatura libera e tale resterà perché è nato da una coscienza che non ha alcun padrone che può disporne a suo piacimento.

È meglio, data la situazione finita nel calderone del nulla e in una perdita economica, rifarci a Kant: “ Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me”. E, allora fossi anche sola al mondo e fossi anche agli ultimi respiri della mia vita terrena scaverò per scoprire dentro di me le ragioni per oppormi a chi volesse impadronirsi del mio pensiero per trascinarmi ad accettare o ad ignorare l’ingiustizia trionfante! Olga De Luca - 22.04.2016

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