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Clinica Tricarico, pronto soccorso e riabilitazione a rischio PDF Stampa E-mail
Scritto da miocomune.it   
Venerdì 04 Marzo 2016 14:56

Il denaro della sanità del Sud, quello per finanziare la sanità calabrese, spostato verso le strutture del Nord Italia. E' questa la sensazione che si coglie durante la conferenza stampa che si è svolta ieri sera alla clinica Rosano Tricarico di Belvedere Marittimo.

In questo luogo di eccellenza la proprietà è pronta a chiudere nel breve tempo, anche meno di una settimana, il pronto soccorso e il reparto di riabilitazione cardiologica, in termini tecnici “codice 56”.Per il “solito” capriccio di qualcuno si rischia di perdere un servizio, l'unico dell'alto Tirreno cosentino. C'è il rischio che 51 dipendenti possano essere messi in mobilità. La clinica Tricarico, riconosciuto punto di eccellenza della Calabria, e in particolare dell'alto Tirreno cosentino, occupa in tutto 220 dipendenti.

Una fabbrica della salute. E prima ancora di indicare numeri e cifre, tanto care ai burocrati, è anche opportuno riferire sul ruolo nella sanità calabrese, e non solo, e sull'importanza della struttura colpita al “cuore”, è proprio il caso di sottolinearlo. Basterebbe compiere un giro all'interno della Casa di Cura per comprendere che la Tricarico è un vero e proprio “ospedale” inserito a pieno regime nel circuito della sanità calabrese. Il fatto di non riconoscere il giusto compenso, che possa dare l'opportunità di continuare ad offrire prestazioni d'eccellenza, è l'ennesimo punto negativo per il territorio. Un breve sondaggio ha permesso di capire che ieri erano ricoverati pazienti provenienti da ogni luogo: dalla Sicilia, Paola, Rossano, Buonvicino, un infartuato straniero. I numeri del Pronto soccorso danno subito l'idea di una struttura punto di riferimento.

Nel 2015: 12045 accessi, 2412 ricoveri. Ieri il pronto soccorso era affollato di pazienti in attesa di ricevere cure. Pensiamo, allora, solo ad immaginare se da domani tutto questo non dovesse più succedere. Se il pronto soccorso venisse chiuso. C’è il timore che un nuovo scippo, per questioni che nulla hanno a che vedere con la salute dei cittadini, stia per compiersi nell'alto Tirreno. miocomune.it - 04.03.2016

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