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il porto di Diamante…Totò, Peppino e la malafemmina PDF Stampa E-mail
Scritto da antonello troya   
Martedì 22 Settembre 2015 08:15

Rubo il titolo del famoso film per raccontare e commentare la telenovela del Porto di Diamante. Non ce l’abbiano con me gli amici di Diamante, ma sto Porto “non s’adda fare” e basta.

I protagonisti di questa storia sono tanti: all’inizio fu Nicola Adamo, poi Pinuccio Gentile, poi Ernesto Magorno. Poi, ma tanto dopo, Graziano Santoro, l’unico, ed è il caso di dirlo, che ci ha rimesso le penne, che tradotte sono 4 milioni di euro o giù di lì. Per cosa poi? Distruggere una delle insenature più belle di tutta la Calabria. In principio c’era un porticciolo naturale, bastavano piccoli accorgimenti ed il gioco era fatto. E invece no: quando si azzarda a fare il passo più lungo della gamba ecco che si rischia di strafare. Brutture su brutture e prese per il… fondelli ai cittadini. Era il 2000 e parte il bando per i “Lavori di ristrutturazione e completamento del molo ricovero natanti da diporto del Comune di Diamante e della sua successiva gestione”. Apriti cielo: pareri su pareri, ne rallentano l’avvio. Si decide di affidare i lavori alla Ati (associazione temporanea di impresa) alla Icad s.r.l – Diamante Blu s.r.l.. Nasce anche un sito “Marina di Diamante” con tanto di sede e ufficio stampa, e si cominciano a vendere i posti barca…

Ai pareri favorevoli di conferenza dei servizi e altre riunioni che non servono a nulla, l’ennesimo fermo arriva dal Via, Valutazione di impatto ambientale. Mica niente. Insomma la struttura non conciliava le esigenze funzionali con quelle paesaggistiche e ambientali. Parere che arriva nel 2004. Nel 2009 si procede all’approvazione del progetto esecutivo e all’aggiudicazione definitiva dei lavori e della successiva gestione dell’opera, sempre alla Ati guidata da Graziano Santoro.

Iniziano i lavori: Ernesto Magorno non vede l’ora (lo avrebbe più volte affermato) di tagliare il nastro. Lo dice anche alle telecamere di Striscia la Notizia. Il tg satirico parla dell’incompiuta, ma si guarda bene dal mettere in discussione l’operato del governo regionale, guidato dal forzista Scopelliti.

Il 14 ottobre 2011 viene convocata una conferenza stampa dal sindaco Magorno (io c’ero), alla presenza del procuratore della Diamante Blu, Santoro, e di tutta la giunta. Presente anche Pino Gentile, il quale conferma l’impegno della Regione Calabria per il completamento del porto e dei relativi indotti, quali strutture e altro. Ma anche stavolta il diavolo ci mette lo zampino: su due “scogli” (così vennero definiti) vengono trovati reperti archeologici. Di nuovo lavori fermi. Altro stop, altra rabbia per i cittadini di Diamante che cominciano a capire che qualcosa non quadra.

Cosa? Presto detto. Il famoso parere ambientale: integrazioni e variazioni di certo mettono in discussione la Valutazione di impatto ambientale. E Pinuccio va su tutte le furie, dice alla stampa “di essere stato ingannato”. Beh certo, ingannare un assessore regionale ai lavori pubblici ce ne vuole. Qualcuno avrà mentito sul Via. Ma si.. una cosa alla italiana, una bugietta piccola piccola…Ed ora tutto tace. A parte qualche interrogazione parlamentare del deputato locale, nulla di più. Ma poi, penso, chi ci investirebbe più soldi in quella struttura…  Io proporrei una class action contro chi si è reso responsabile di tale scempio: ci sono tanti bravi avvocati a Diamante, ma sono certo che non  aderirebbe nessuno: “Chi se la guasta con i politici, l’amministrazione.. ecc. ecc…” nessuno.

Vi starete ancora chiedendo il perché di questo titolo: provate a mettere i protagonisti di questa storia al loro posto. Cambiando l’ordine degli addendi il prodotto non cambia. Buona vita a tutti. Antonello Troya - 22.09.2015

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