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25 aprile 2015, 70° anniversario della Liberazione PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   
Lunedì 27 Aprile 2015 19:08

Negli anni scorsi, per ragioni diverse, il 25 Aprile è stato commemorato da una sola parte politica. Quest’anno abbiamo voluto celebrare il 70° Anniversario della Liberazione con spirito unitario, com’è giusto che sia, come peraltro ha invitato a fare il Presidente della Repubblica.

Di questo va dato merito sia ai consiglieri di minoranza, che hanno promosso l’iniziativa, sia al Sindaco, all’Assessorato alla cultura, alla Giunta, al Consiglio comunale, che si sono prodigati tutti, per celebrare degnamente questa giornata in cui ricordiamo la riconquistata libertà dalla barbarie nazi-fascista. Celebrazione unitaria, che non vuole significare oblio di quanto è accaduto.

E’ vero: “i morti sono tutti uguali” e non c’è dubbio che un sentimento di pietà ci pervade al pensiero  dei giovani che si arruolarono nelle Brigate nere di Salò e sacrificarono le loro vite credendo di difendere l’onore della Patria ferita.

Ma con altrettanta convinzione bisogna distinguere, come ricordava ieri l’on. Rosy Bindi, tra coloro che morirono per conquistare la libertà e coloro, i fascisti, che combattevano contro la libertà. In altri Paesi la libertà e la democrazia sono state il frutto della lotta al colonialismo (USA), sono state il frutto della lotta contro il feudalesimo (la Francia del 1789); sono state conquistate, la libertà e la democrazia, contro il razzismo (in Sud Africa), contro lo stalinismo (nei Paesi del blocco sovietico).

Lo spirito unitario della commemorazione del 25 Aprile,  non ci deve far dimenticare che in Italia la Democrazia  e  la Repubblica sono nate dalla lotta al fascismo.

Noi celebriamo, unitariamente, il 25 Aprile non solo per ricordare i nostri morti che hanno combattuto per restituire al nostro Paese l’onore e la dignità, perduti con la dittatura, con le guerre coloniali, le leggi razziali, l’aggressione alla Francia occupata, ma anche per rammentare che la libertà, la democrazia, la tolleranza, non sono conquiste irreversibili e per scongiurare, come ammoniva Primo Levi, che quanto accaduto, (la tragedia dell’Olocausto),  potesse ancora ripetersi: la crescita impetuosa, in tutta Europa, in particolare in Grecia e in Ungheria, di gruppi e movimenti di estrema destra, dichiaratamente neonazisti, antisemiti, xenofobi, costituisce un monito per soffocare sul nascere i semi dell’odio, del razzismo, della violenza.

Alla guerra, gloriosa, combattuta per liberare l’Italia e l’Europa dalla dittatura fascista e nazista, parteciparono,  da protagonisti, anche tanti belvederesi.Il loro contributo di partigiani e deportati è stato, per lungo tempo, sottovalutato dalla storiografia ufficiale. I nostri eroi avrebbero scelto le formazioni partigiane o il lavoro in Germania per trovare protezione o per sfuggire alla guerra: niente di più falso, studi e ricerche più recenti hanno dimostrato che la loro scelta è maturata negli anni della dittatura e della sciagurata aggressione alla Francia, alla Jugoslavia, alla Grecia, all’Albania, anni durante i quali hanno maturato gli ideali di pace,  libertà, democrazia. A quegli stessi ideali bisogna oggi ispirarsi per attualizzare la Resistenza, per sconfiggere l’indifferenza dei giovani verso le istituzioni e l’impegno civile. I giovani partigiani e deportati hanno combattuto per un’Italia non solo libera ma anche più giusta, più solidale. I giovani oggi hanno l’esigenza di liberare l’Italia dalla povertà, dalla disoccupazione, dalla crisi e da ogni forma di illegalità. Riccardo Ugolino consigliere comunale Pd - 25.04.2015

 

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