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Cetraro, i giovani democratici hanno incontrato Mogol PDF Stampa E-mail
Scritto da adriana sabato   
Martedì 31 Marzo 2015 08:27

”Tu chiamale se vuoi… emozioni”. Si potrebbe intitolare in questo modo l’incontro tenutosi  a Cetraro, alla Colonia San Benedetto, con Giulio Rapetti in arte Mogol.

E’ qui che i Giovani democratici della Calabria hanno deciso, a conclusione del proprio meeting intitolato…un mare di idee, per idee da amare“, di fare a tutti una  bellissima sorpresa, quella di invitare un grande artista a conferire di musica e poesia. E’ un grande, Mogol,  per le generazioni cresciute a pane e Lucio Battisti è un simbolo ormai imperituro, per quegli adolescenti di ieri, di oggi, dei primi amori vissuti fra i banchi di scuola, un segno incancellabile di “emozioni” vive e per sempre durature. Perché la poesia è indelebile, come indelebile è l’amore e come indelebile è la musica: Mogol però non è solo questo.

È molto di più e lo ha dimostrato nei dettagli del suo intervento, spiegando  che, come l’arte, la musica, la poesia, scaturiscono dal cuore, anche la politica dovrebbe essere fatta con dedizione ed amore verso la propria gente. La politica dovrebbe essere vissuta come “missione”, esattamente come fa il medico o il sacerdote: «chi non possiede questa passione, non dovrebbe intraprendere la strada del “fare politica”, perché la più grande soddisfazione del politico, dovrebbe essere quella di aver fatto qualcosa di buono per la gente». Parole forti le sue, che al giorno d’oggi risuonano e scuotono, parole e anche fatti: a un certo punto della vita Mogol ha venduto tutti i suoi beni e con il ricavato ha fondato il Cet, il Centro europeo di  Toscolano, un centro di eccellenza universitario di musica popolare in cui si studiano, si perfezionano, tutte quelle discipline che contribuiscono alla formazione di giovani artisti della musica pop, un’esperienza davvero completa per chi intende intraprendere questa strada tanto affascinante, ma anche tanto complessa.

La musica popolare non è cosa da poco, ha spiegato ancora Mogol, essa è la cultura musicale del popolo e necessita di grandi specialisti per essere studiata e praticata,  non certo di dilettanti o di gente che si può improvvisare. Essa possiede una precisa collocazione nella storia musicale, un’importanza non certo trascurabile: dalla cultura popolare, ha proseguito Mogol, dipende l’evoluzione, lo sviluppo di un popolo, la sua trasformazione in qualcosa di più, ma la realtà purtroppo, è che oggi a nessuno interessa la cultura popolare, che deve invece essere salvaguardata.

Mogol, com’è noto, ha condiviso la sua creatività con moltissimi artisti, fra cui Tony Renis, Gianni Bella, Morandi, Cocciante, Mango, Mina, Vanoni, Minghi; ma anche, Patty Pravo, Bruno Lauzi, Equipe 84, Dik Dik, PFM, Bobby Solo, Umberto Tozzi e persino Luigi Tenco, Renato Zero, Gigi D'Alessio, Rino Gaetano.

Nella lunga collaborazione con i più grandi cantanti, la sua arte poetica ha avuto tanto riscontro e tanto successo, perché, a differenza dei tempi trascorsi, oggi esiste  il problema del rapporto promozione-qualità. Prima, alla base della promozione c’era la passione, ha infine concluso, «oggi invece ci sono troppi interessi, si pensa subito a quanto può far guadagnare una cosa, al vantaggio che se ne può trarre: oggi noi non saremmo nessuno». Sottomesse alle leggi del profitto e dell’interesse, la creatività come l’arte, la cultura ed il sapere, potrebbero risultare bellezze senza vita, ma è anche vero che i testi e le musiche dei grandi musicisti e cantautori ci fanno ancora sognare. Adriana Sabato - 31.03.2015

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