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il mistero delle mura vaticane e dei sassi di Matera a Capo Tirone PDF Stampa E-mail
Scritto da davide de luca   
Giovedì 26 Marzo 2015 22:38

In questi ultimi giorni ho seguito con interesse il dibattito sui lavori pubblici che stanno interessando la zona di Capo Tirone, non solo per ovvi e noti legami affettivi con il progettista e direttore dei lavori, ma anche, e soprattutto, perché credo che ogni cittadino dovrebbe maggiormente interessarsi di ciò che sta riguardando il proprio territorio.

Per tale ragione ritengo che, a parte qualche commento “talebano” fuori luogo letto qualche giorno fa su internet (“scempio”, “vergogna”, ecc …) che imporrebbe una rivisitazione del concetto di “libertà di pensiero e di parola”,  sia estremamente positivo il fatto che singoli cittadini, o associazioni (come Legambiente in questo caso)  cerchino di capire e chiedano delucidazioni su tematiche e questioni riguardanti la collettività. Il dibattito, il confronto, nel rispetto dei ruoli e delle competenze specifiche altrui, sono chiaramente utili, soprattutto per sedare ogni forma di polemica che può pericolosamente innescarsi da un momento all’altro; in fondo Belvedere è anche il paese dei “presunti tuttologi”. Ebbene, qualcuno di questi forse sarà rimasto scontento del fatto che non siano emerse mura vaticane dagli scavi effettuati (altrimenti apriti cielo con la polemica), ma solo delle pietre di un certo pregio (non saranno i sassi di Matera ma hanno una dignità anche loro). Per quanto riguarda queste ultime, un “repetita iuvant” scritto da un consigliere in merito al riutilizzo delle stesse per rivestire i muri della nuova sala può anche essere ben accetto, ma di certo tale aspetto è stato considerato in primis dal tecnico incaricato per i lavori, addirittura prima del dialogo con Legambiente.

Questione “magazzini al servizio del porto medioevale”, per i quali è visibile un arco a tutto sesto: da cittadino belvederese (ormai solo di sangue, ma non più da un punto di vista burocratico) a volte resto sconcertato per il fatto che si parli delle nostre ricchezze storiche solo sporadicamente, tra una rara lettera ed un post saltuario su social network, quando invece dovrebbero essere il nostro argomento quotidiano, la nostra pubblicità all’esterno. Mi viene da pensare allora che a Belvedere, nonostante ci sia davvero tanta cultura, forse si fa troppo silenzio quando invece bisognerebbe parlare sempre, e troppo “rumore” quando invece sarebbe il caso di non aprire bocca…. Non solo presunti tuttologi, ma anche un po’ fessacchiotti se non siamo in grado di valorizzare in pieno quanto possediamo…. Davide De Luca - 26.03.2015

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