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ripartire nella chiarezza PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   
Martedì 08 Luglio 2014 20:13

Impegni scolastici, ma anche la delusione post-elettorale, ( sembra, a quest’ultimo  proposito, che gli altri candidati a Sindaco o Consigliere comunale, pur non eletti,  siano  tutti soddisfatti dei risultati ottenuti! ),  mi hanno tenuto per un po’ lontano dal dibattito politico.

E’ solo da qualche giorno che ho ripreso la mia attività di dirigente politico,  anche  leggendo quanto pubblicato su laltrasinistra. Ho trovato stimolante l’intervento di Mauro D’Aprile del 6 giugno : “Il primo Consiglio  Comunale ….. “; intendo, perciò,  fornire alcuni chiarimenti ed esprimere qualche considerazione.

Personalmente non ho mai pensato di  ….“accantonare l’esito delle elezioni “…,  per il  semplice motivo che individuare le ragioni della “sconfitta” è indispensabile per creare le condizioni della “rivincita”  (historia magistra vitae), né ho mai pensato di considerare la vittoria di Granata frutto solamente degli importanti “appoggi esterni” ricevuti, i quali, come anche il sostegno di altrettanti “noti professionisti scesi in campo” per altre liste, anche da comuni vicini, non possono comunque essere liquidati come “quisquiglie”!

Non considero imbattibile Granata, benché quattro successi in altrettante competizioni elettorali mostrino una sua indubbia capacità di aggregazione delle forze sociali e politiche moderate del nostro paese, peraltro maggioritarie, una “virtù” , questa, che si coniuga con la “fortuna”, con la capacità,  cioè,  di cogliere l’occasione costituita dalle divisioni tra partiti, associazioni e gruppi collocati all’opposizione. Non che l’unità tra diversi garantisca di per sé la vittoria, ma i  4150 elettori che “si sono espressi contro Granata”  non costituiscono un corpo sociale, politico e culturale omogeneo e avrebbero avuto difficoltà a riconoscersi tutti in Bellanza, Carrozzino, o Raffo o Ugolino, (citati in rigoroso ordine alfabetico!).

Giungiamo così al nocciolo del problema:  è stato fatto tutto il possibile per individuare un candidato a Sindaco rappresentativo, in grado di aggregare, cioè, il maggior numero dei 4150 elettori delusi dalle amministrazioni Granata?  A questa domanda è necessario che ciascuno risponda con chiarezza, non per rinfocolare polemiche ma per verificare l’attendibilità di coloro che auspicano “di restituire la democrazia alla città”  per arrestarne il declino. Il Circolo PD di Belvedere M.mo,  il Segretario Regionale del PD on. Magorno,  i candidati della lista “Belvedere Cambiaverso” hanno compiuto, loro sì, ogni sforzo utile a costruire un’alternativa unitaria a Granata.

Pensando, innanzitutto, a “una donna capace  ( come scrive D’Aprile)  sulla quale si sarebbero potute fondere e comporre alcune liste”, abbiamo proposto la candidatura di Raffaela Sansoni,  Barbara Ferro, Antonella Capano, “non tanto per il superamento di contrapposizioni, quanto (per dirla sempre  con D’Aprile) per una scelta opportunamente solutiva”.  Altre donne, successivamente candidate a consigliere comunale nella lista “Belvedere Cambiaverso”, sarebbero state in grado di svolgere il ruolo di Sindaco, non le abbiamo proposte per fugare ogni dubbio su nostre pretese egemoniche.   Per questa stessa ragione avevamo espresso la nostra disponibilità a sostenere anche altri  nominativi:  quali altri candidati a Sindaco hanno manifestato la nostra stessa disponibilità?   In  tutte le riunioni, peraltro promosse dal PD,  abbiamo dovuto prendere atto di pregiudiziali insormontabili:   “ il candidato deve essere Pino Gagliardi “ tuonava il Laboratorio, per poi svoltare, non si sa bene perché, su su Gilberto Raffo,;  gli facevano eco  i rappresentanti di Rinascimento, proponendo Vincenzo Carrozzino, senza se e senza ma. Al  PD  non veniva riconosciuto neanche il diritto di avanzare una sua proposta, neanche quella del suo segretario Ugo Massimilla, sicuramente  non meno “nuovo” e preparato delle altre candidature  “pretese”. Al  PD non veniva riconosciuto neppure il diritto di svolger elezioni primarie, diritto riconosciuto e praticato in tutti i comuni d’Italia, diritto oggi invocato per la scelta del Candidato alla Presidenza della Giunta regionale.

Alla luce di quanto ho appena riferito, non si può non convenire che le ragioni delle divisioni del Centrosinistra e delle forze di opposizione vanno ricercate altrove,  nell’ambizione smodata di alcuni, (letteralmente  smodato significa  “senza misura” delle proprie conoscenze e competenze), poi nell’incoerenza di altri,  infine nella pretesa di ritenersi sempre i primi della classe,  come traspare anche da alcune affermazioni di D’Aprile: “le scelte delle donne nelle liste sono state fatte per fidelismo amicale e parentale, ad eccezione della lista di Raffo”,  ma mi faccia il piacere ! avrebbe esclamato il principe De Curtis,  e “ ben otto persone si sono autodefinite candidato Sindaco dimostrandosi di malcerta preparazione ….” : nella conta sembrerebbe  essere compreso anche Raffo!

Personalmente ritengo che la mia preparazione in materia gestionale dell’Ente non sia “malcerta”, è una delle poche virtù  che  mi si riconosce unanimemente; la mia candidatura, successiva alla presa d’atto dell’impossibilità di addivenire a scelte unitarie,  è scaturita da assemblee pubbliche programmatiche, le uniche tenute a Belvedere Mmo nell’anno precedente le elezioni amministrative,alle quali hanno partecipato i massimi esponenti del PD provinciale e regionale,  da Oliverio , Perugini, Principe,  a Bruno Bossio, Maiolo, Adamo. In quelle assemblee, ad alcune delle quali hanno partecipato anche D’Aprile e Grosso Ciponte, non è stato fatto mistero della volontà del partito di propormi quale candidato a Sindaco.

Anche io, come D’Aprile, penso vada ripreso il confronto politico, prima di tutto all’interno dl Centrosinistra, per forgiare, nel fuoco della quotidiana battaglia politica, una classe dirigente colta, competente, coraggiosa,  in grado,  cioè,  di aggredire anche i problemi “scomodi”: la privatizzazione dei beni comuni, (spiagge, strade),  l’evasione dei tributi comunali, l’abusivismo edilizio, le “eterne incompiute” che deturpano il paesaggio, (è anch’esso bene comune),  in definitiva i  problemi che hanno come controparte non solo l’astratto Ente Comune, ma più concreti e ben individuabili gruppi sociali e di potere.

Ma perché il confronto possa essere ripreso occorre  preliminarmente chiarire aspetti ancora oscuri (per molti) della vicenda politica belvederese evocata da D’Aprile. Il “ peccato originale” alla base della sconfitta del 2009 non è imputabile alla volontà di Grosso Ciponte e Ugolino di non riconfermare la candidatura a Sindaco  di D’Aprile: quali interessi personali avrebbero avuto a dividere il Centrosinistra, destinandolo a una sicura sconfitta, se né l’una né l’altro ambivano alla candidatura a Sindaco? La verità è un’altra:  Mauro D’Aprile, candidato a Sindaco nel 2004 nonostante l’opposizione del suo partito, tra la fine del 2008 e l’inizio dell’anno successivo, decideva, per ragioni che farebbe bene a chiarire, (io ho una mia personale spiegazione),  di  “ scaricare”  la Sinistra, rappresentata in giunta da Ferraro, Greco, Ugolino,  e di “imbarcare” coloro che pochi mesi prima lo avevano sfiduciato in Consiglio Comunale.  Solo dopo il netto rifiuto di D’Aprile a discutere con i dirigenti locali e provinciali del partito, il Circolo di Belvedere M.mo  proponeva quale candidato a Sindaco Raffo  prima,  Raffaela Sansoni dopo.

Il tutto a beneficio di  Granata che, non dimentichiamolo, è stato preferito prima a Ugolino nel 1995,  poi a Carrozzino nel 1999, anche da chi oggi invoca l’unità del Centrosinistra. Per ripartire nella chiarezza. Riccardo Ugolino - 08.07.2014

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