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comunali, Mistorni: la partecipazione di tanti giovani è un bene per la democrazia PDF Stampa E-mail
Scritto da giuseppe mistorni   
Mercoledì 30 Aprile 2014 11:22

Con la presentazione delle liste e dei rispettivi candidati a sindaco, il balletto delle candidature, del rendersi disponibile al migliore offerente, di studiare strategie trasversali facendo leva, ovviamente, sulla fragile personalità o risentimenti di qualche inventato “personaggio politico” per facilitare o indebolire questa o altra coalizione elettorale, è finito.

Il clima di disorientamento, lo stato di confusione, di incertezza che si avvertiva nella preparazione pre-elettorale delle liste, ci si augura possa essere fugato da questi venti giorni di campagna elettorale.

La partecipazione di tante giovani donne e uomini, se consapevole e desiderosa di dare un contributo di idee, esperienze, serietà, modernità e di impegno per l’affermazione di quei valor che tendono ad unire il tessuto sociale fortemente compromesso, è segno di democrazia e di un rinnovato spirito altruistico e solidale.

Se queste sono le premesse mi sia consentito, da cittadino libero e fuori da qualsiasi schieramento, che ha impegnato molti anni nelle varie azioni politico-amministrative, esprimere apprezzamenti ed augurare ai tanti giovani ed anche ai meno un buon lavoro.

Lo stato di crisi economico-finanziaria generale ed in particolare del nostro Paese, che ancora di più risente gli effetti nefasti della mancanza di lavoro a seguito di chiusure di importanti e vitali strutture (Foderato Brutia, Clinica Spinelli etc ) e al ridimensionamento dei restanti presidi sanitari;

il fermo dell’edilizia nelle sue diverse articolazioni;

il turismo balneare che stenta a decollare e limitato ai soli 15 – 20 giorni del mese di agosto;

la situazione orografica del nostro territorio con realtà ed insediamenti abitativi sparsi e numerosi, degradato e spesso privo degli elementari servizi per un vivere civile;

la mancata realizzazione di tante opere strutturali, tutte di particolare importanza strategica e di sviluppo, iniziate e da vari anni purtroppo ferme;

il Psc, strumento attuale di gestione e programmazione del territorio che dovrebbe sostituire il vecchio Prg del 1978, è all’anno zero etc.;

comporta una presa di coscienza e responsabilità non indifferente per chi dovrà assumersi l’onere di amministrare Belvedere nei prossimi 5 anni.

Si auspica, comunque, un confronto sereno, costruttivo con proposte concrete e non aleatorie, demagogiche, e che si possa sentire la voce di tanti protagonisti che si assumeranno, speriamo, consapevolmente la responsabilità di rappresentare un Paese che ha una storia ricca di tradizioni, e che ha delle risorse immateriali proprie di indiscusso valore. La partecipazione attiva e massiccia di tanti giovani con professionalità diverse, come già detto, è un bene per la democrazia e la crescita delle coscienze, ma in questa fase delicata, al limite della sopravvivenza esistenziale di tante famiglie, sarebbe stata auspicabile ed opportuno cercare  una sintesi e convergenza di esperienze e disponibilità fra i vari protagonisti che si propongono alla valutazione degli elettori, evitando o limitando l’imbarazzo di dividere nuclei familiari per la presenza in liste diverse di componenti della stessa famiglia. Con un minimo di buona volontà, con qualche rinuncia e con minore voglia di protagonismo di alcuni, si poteva contenere  il numero delle liste.

Un’ultima considerazione mi sia consentito fare e che dovrà essere oggetto di attenta valutazione e della elegenda Amministrazione. L’apparato amministrativo gestionale del Comune necessita di una revisione organizzativa generale e specifica, adeguata alle nuove e variegate istanze che provengono dalla società sempre più evoluta ed esigente e dalle numerose norme, regolamenti, leggi regionali, nazionali e comunitarie che consentono di programmare e soddisfare i bisogni del territorio amministrato.

E’ necessario adeguarsi ai tempi che si evolvono rapidamente e trovarsi pronti ad affrontare le nuove sfide. Non ci si può limitare solo all’ordinarietà delle cose e alla ripetitività degli atti, che sono pure utili ma pensare ed agire con la mentalità del politico e del “burocrate” che vede lontano. Giusppe Mistorni - 30.04.2014

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