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riflessioni dopo la sentenza della Corte PDF Stampa E-mail
Scritto da salvatore fabiano   
Sabato 07 Dicembre 2013 13:51

La Corte Costituzionale ha emesso il suo verdetto sulla legge elettorale ed ha mandato un chiaro messaggio non solo ad una classe politica mediocre, ma anche a tanti italiani che la seguono acriticamente, che di essa ne sposano le tesi ed i messaggi emanati sotto forma di slogan pubblicitari.

Avevamo un sistema elettorale proporzionale utilizzato per oltre 40 anni garantendo rappresentanza politica, sviluppo delle idee, partecipazione attiva dei cittadini alla vita dei partiti, piacere dell’appartenenza.

Scoppiò il fenomeno delinquenziale denominato tangentopoli, che fece scoprire un mondo di ruberie, ed ecco che ,proprio coloro che ne erano stati protagonisti, ci propinarono la soluzione per uscirne: il cambio della legge elettorale. Alla gente si disse che i ladri erano un prodotto del sistema proporzionale e che solo con un sistema diverso di elezione avremmo potuto mandarli a casa. Si giunse al referendum abrogativo ed alle conseguente leggi del 4.8.1993 n. 276 (Mattarellum) e  alla successiva n.270 del 21.12.2005 (Porcellum).

L’intento dichiarato era:

- diminuire il numero dei partiti

- allungare la durata dei governi

- eliminare la corruzione

- semplificare gli schieramenti con due poli di attrazione dei suffragi.

- garantire la durata  naturale di ogni legislatura.

Vogliamo fare un bilancio di questo ventennio e paragonarlo con i 46 anni precedenti?

Nella cosiddetta prima repubblica (1948 – 1994) erano presenti in Parlamento in media 10 partiti a fronte dei 20 ed oltre dell’ultimo ventennio. Il presidente Scalfaro ebbe a dire che col primo sistema aveva consultato 11 gruppi e col secondo 27 !

I governi sono stati 47 allora (durata media 12 mesi) contro i 12 di ora con una media di durata di 20 mesi. Che gran successo!

Da allora si è votato 6 volte e le legislature sono state sciolte 3 volte in anticipo. In precedenza per ben 7 volte la durata era stata completa, tre volte di 4 anni e 2 volte di due anni. Chiaro?

Gli schieramenti non sono stati affatto semplificati nonostante le due leggi elettorali recenti e dell’eliminazione della corruzione neanche a pensarci.

Alcuni  obbiettivi  per la verità sono stati raggiunti:

-si sono eliminati i partiti ( quelli degni di tale nome) e si è affermato al loro posto il leaderismo. Riconoscersi nel capo carismatico è proprio più bello che sentirsi parte di un’organizzazione che programma, discute, costruisce un ideale di società?

- si è peggiorata la qualità degli eletti. C’erano una volta De Gasperi, Moro, Fanfani, Berlinguer, Ingrao, De Martino,Nenni, La Malfa, Saragat ecc. ecc. ecc. ed oggi abbiamo Berlusconi, Grillo, Letta, Renzi, Cuperlo, Bossi, Calderoli, Alfano ecc. ecc. ecc. Ma anche a voler fare un ristretto esame delle rappresentanze nostrane il paragone non regge.  Riccardo Misasi, Gennaro Cassiani, Luigi e Fausto Gullo, Giacomo e Pietro Mancini hanno lasciato il posto a successori che non entreranno nella storia d’Italia e forse neanche nelle cronache parlamentari.

Nella competizione referendaria  del 1993 solo il 17 per cento degli italiani espresse il suo NO. Sono orgoglioso di essere stato tra di essi e di aver rifiutato quelle false aspettative. Oggi dovrei essere contento di aver avuto ragione, ma non è così. Purtroppo lo sfascio è stato realizzato, la “politica” è stata messa all’indice, parlare di ideologie e di valori è blasfemia. Difficile, se non impossibile, rimettere in piedi l’edificio dopo averlo demolito. E la gente si allontana da tutto e da tutti. Ed è spiacevole  fare queste constatazioni  quotidianamente. Anche quelli che, come  me, hanno speso tanta parte della propria vita in militanza ed impegno politico restano fuori perché non trovano più un posto ove discutere di idee e non di “tifo” per questo o quel personaggi, magari mediocre.Salvatore Fabiano - 07.12.2013

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