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emozionato e commosso di fronte ai ritrovamenti PDF Stampa E-mail
Scritto da salvatore fabiano   
Mercoledì 20 Novembre 2013 10:49

Concordo  con quanto scritto da Mauro D’Aprile a proposito degli scheletri ritrovati in via S.Nicola Magno, in prossimità del Castello di Belvedere.

 

Con Mauro è da lungo tempo che discuto  intorno a questi argomenti e, anche di recente in occasione della stesura del suo volume di ricostruzione storica ed architettonica, ho avuto modo di offrirgli qualcosa che conservavo nei miei disordinati archivi e nella mia memoria e me ne ha dato atto nell’opera. Ciò che oggi è emerso conferma in modo indiscutibile le sue affermazioni e quelle di don Cono Aurugio sulla collocazione dell’altare maggiore. D’altra parte il prof. Vincenzo Nocito aveva già indicato,  nella sua piacevole storia di Belvedere, il 1940 quale anno di demolizione della parte più importante della vecchia chiesa di S.Nicola Magno. Cittadini più anziani di me confermano di aver assistito allo sventramento del luogo, avvenuto solo per soddisfare effimeri e meschini usi propri e neanche generalizzati, da parte  di potenti dell’epoca.

Bene fa Mauro D’Aprile a definirli come appartenenti ad un notabilato ignorante che ha sottratto alla città arte ( sacra) e storia.  E che dire poi di chi ha avuto il compito di formare le nuove generazioni che non ha sentito il bisogno di informarsi per trasmettere e tramandare la storia della nostra comunità? I nostri maestri di scuola ci hanno invece suggerito valori di rifiuto verso l’antico, verso le “quattro pietre vecchie”. Sono stati quelli, caro Mauro, i primi belvederesi incapaci. Abbiamo dovuto attendere la maturità per apprezzare il valore del borgo antico che, ahimè, forse è perduto per sempre. Il riferimento all’Azione Cattolica è quanto mai apprezzabile perché in quella sagrestia, con don Guido Mollo, è nato il nostro interesse per la vita di comunità. Successivamente passammo nei locali della Madonna delle Grazie.

Solo per rimanere alle vicende di depauperamento da me vissute “de visu” posso annoverare, in ordine di tempo, l’infelice ubicazione dell’Ufficio Postale costruito nel piazzale del Crocifisso, la conversione della Chiesa  della Madonna dei Fratelli in fabbricato ad uso privato, la demolizione parziale del “Sedile del  Parlamento” nei pressi della Porta della Piazza. Che dire poi dei manufatti, forse di epoca romana, scomparsi in una notte in località Marina per far spazio a due grattacieli?  Quanta emozione ho provato invece nel vedere riapparire sul sagrato delle Grazie la colonna che dominava negli anni 50 lo spiazzo del Crocifisso! Infine mi preme esplicitare un mio cruccio che mi domina da tempo: la collocazione della lapide  dedicata a Cecco Pisano in un vicoletto angusto sulla parete della chiesa del Rosario. Un tempo era ben visibile in Piazza. Perché non rimuoverla per darle giusta collocazione sulla facciata di un locale municipale? Spero che qualcuno raccolga questo mio suggerimento.

La stessa emozione per la colonnina in marmo l’ho provata l’altro ieri nel vedere gli antichi scheletri che hanno proiettato la mia mente nei secoli di storia  di Belvedere. Ed oggi chissà quanti storceranno le labbra per i prevedibili ritardi nel completamento dei lavori del metanodotto….Anche negli anni 50 e 60 l’atteggiamento è stato di questo tipo: pur di lavorare distruggiamo il nostro patrimonio storico, architettonico ed ambientale! Salvatore Fabiano 20 novembre 2013

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