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l’attenzione della Pro Loco lascia ben sperare PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   
Venerdì 01 Novembre 2013 07:41

Che la Pro Loco si sia riappropriata di una propria competenza e, soprattutto, si impegni su di una problematica riguardante il Centro Storico, è qualcosa che va salutata con entusiasmo. E, proprio perché, questo, riveste una grande importanza, bisogna evitare che resti un semplice stato d’animo.

Il motivo che ne determina la rinnovata attenzione al patrimonio, non a sproposito, ripropone una “seducente passione”, così come anche i termini dell’articolo lasciano intravedere:

-profonda delusione della menomazione subita dal Santuario Diocesano della Madonna delle Grazie e Consolazione a seguito “declassamento”;

- volontà di organizzare forme di “civile protesta” per chiarimenti di merito e possibile ripensamento nella decisione del Vescovo;

-non ultimo, il proposito di voler tenere agibile la Chiesa sia sotto l’aspetto funzionale religioso che Museografico-Artistico.

Nel segno dell’importanza  storica del Santuario per Belvedere, quale Luogo di Culto, sin dai propri albori di civiltà, all’interno del quale, non a caso, è custodita la raffigurazione della Vergine Madre delle Grazie, viene dalla stessa Pro Loco invocata, a nome dei fedeli, la presenza di un Dignitoso Custode Spirituale, come pure dichiarata la disponibilità alla soprintendenza laica dell’immobile sotto il profilo della custodia del Bene, già sede di Museo della Memoria Sacra della Chiesa Belvederese. Un duplice ruolo, dunque, quello del Santuario, difficilmente scindibile e spiritualmente e materialmente prezioso per gli interessi dell’intera Città. E tutto questo, come non mai, non consente distingui e prese di distanze possibili, se è vero, come è vero, che rientrano in gioco i valori identitari di quei processi che hanno irrobustito per secoli la nostra “coesione”, la Nostra Storia, approdata, anche dopo sacrifici umani, ad una dignitosa convivenza civile che ancora oggi riscontra nel paesaggio costruito e negli arredi, i propri risultati.

Ci torna utile essere ridestati da pericoli esterni, così come nelle nostre vicende epiche dei pericoli che sopraggiungevano dal mare: solo quando un bene viene minacciato  ci accorgiamo di possederlo.

E’ questo il nostro torpore di un insensato appagamento? La domanda è d’obbligo! Come la risposta è ancora una domanda: cosa facciamo per impedire che questi beni ci vengono “sottratti”?

La nostra insensatezza è quella di non capire che questi non sono “arredi” da parato. La loro ricchezza consiste nel fatto di essere ancora sorprendentemente i nostri unici “Beni Strumentali”, forse tutto quanto siamo riusciti a creare nella sfera biologica di appartenenza generazionale. E questi, alcuni nel loro intatto splendore, ancora si ripropongono quale possibile volano delle nostre scarse economie. Si tratta allora non solo di proteggerle ma di seguirle, di assisterle prima ancora di valorizzarle e conseguentemente “economizzarle”.

Ed allora, per quanto è dato poter immaginare sulla specifica vicenda, se la Curia Vescovile ha preso atto di qualche dichiarazione improvvida, ed ingenua per certi aspetti, di mancata garanzia finanziaria per l’autonomo mantenimento gestionale della Struttura da parte degli Organismi locali preposti (Consiglio Pastorale, Congrega), si tratta di porre alla base della rivisitazione della decisione del Declassamento  questo impegno da assumersi collegialmente attraverso un Organismo Elettivo fra fedeli e non.

Francamente  mi sembra un obiettivo ancora a portata di mano, per cui è meglio varcare la soglia Vescovile con questa disponibilità.

Fra l’altro per quanto attiene la salvaguardia del Patrimonio e dei Beni Culturali, la presenza della Pro Loco costituisce di per sé quella “affidabilità” che anche un recente accordo di programma Regionale sembra ormai riconoscere. Si tratterebbe in questo caso di sottoscrivere una Convenzione con la Curia, offrendo congrue garanzie sotto il profilo della sicurezza con regolare Stipula  Assicurativa.

Diversa è la vicenda della Custodia Spirituale che coinvolge intimamente la decisione del Vescovo,  da rispettare educatamente.  Ma anche sotto questo aspetto, credo non è compiere peccato se ci si limita ad un auspicio di una riconferma di Don Bruno. Molto può sotto questo aspetto la rappresentanza Diocesana alla quale va la preghiera di farsi carico dell’esigenza non solo del Centro Storico, ma dell’intera Città per quel che di “Identitario” il Culto della Madonna delle Grazie rappresenta.

A tal proposito il 2 Luglio scorso, in tempi non sospetti, con un  Post su Facebook condividevo la mia gioia di un evento da me ritenuto importante, la semplice ripresa della Visitazione della Vergine alla Marina:

“Così le mie opinioni, appena ieri, raccolte anche a pag.190 del mio testo sulla storia di Belvedere “Dal Tirone allo Scalone ed Oltre”, il cui scopo risiede principalmente nella ricerca di una “propria identità storico-sociale” della Città. Un rammarico espresso non contro qualcuno in particolare, ma contro la generalizzazione di un risultato, quello della sospensione della visita della Vergine alla Marina, in un clima di accentuazione di stupidi distingui territoriali, prevaricanti la Fede per la Madonna delle Grazie.

“Culto di antichissima tradizione popolare che si riporta agli albori della nostra storia, per essere venerata quale Dono di Grazie, fin dagli insediamenti dei monaci orientali che, quali unità eremitiche, interessarono Belvedere e le aree del Merkourion. Culto confermato durante le diverse dominazioni Longobarde, Normanne e Sveve e che trova l’epilogo storico-religioso nella cultura popolare per essere l’Immagine della Vergine custodita nel baluardo della Rocca, prima Angioina e poi Aragonese a protezione della Città durante le diverse incursioni barbaresche. Come tale capace quindi di tracciare il nostro “solco identitario”. Alla Marina approdarono i nostri antenati. Dalla Marina, con il suo approdo naturale, abbiamo conosciuto influenze determinanti per la nostra crescita. Dalla Marina i pericoli di feroci assalti di predoni a cui abbiamo risposto organizzando il territorio alla difesa ed al cui vessillo, al di sopra delle diverse dominazioni, abbiamo eretto l’effige della Madonna delle Grazie. E non è fanatismo religioso, l’affermare che un certo declino sociale ed economico della Città corrisponde ad un ingiustificato oscurantismo del Suo Culto.

Ma oggi la Madonna delle Grazie è tornata alla Marina. Splendidi fuochi hanno annunciato il suo arrivo. Si fermerà sul suo Trono sette giorni ancora. Belvedere è in festa con le sue “Note Coloranti sul Mare”. E’ una coincidenza che potrebbe “Restare” per sempre. Da qui il mio attuale entusiasmo per la ripresa di un “Percorso”, che resta sostanzialmente di “Fede”. Al momento sono completamente ignaro del processo di “maturazione della decisione”, e da quale altra specifica motivazione sia derivato il rinnovato incoraggiamento per rendere alla Cittadinanza, e soprattutto ai fedeli, una “Grande Testimonianza ”.

Forse è preferibile non saperlo.

Resta tutto per intero il plauso al Clero nella sua rappresentanza tutta, dai Sacerdoti alle Congreghe, dai Catacumenali all’Azione Cattolica, alle Associazioni Costituite ed ai fedeli Tutti.” Mauro D’Aprile - 31.10.2013

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