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il degrado urbanistico – paesaggistico, igienico, del quartiere Marina di Belvedere offende il buon gusto PDF Stampa E-mail
Scritto da giuseppe mistorni   
Lunedì 22 Luglio 2013 15:21

Signori Amministratori ed in particolare Sign.Sindaco fateci rivivere, parafrasando un lontano, nostalgico e forse irripetibile, almeno per questa generazione, “miracolo italiano” degli anni sessanta e settanta, il più modesto e facilmente attuabile “miracolo belvederese”.

Certamente sarai ricordato negli annali del Comune di Belvedere come il Sindaco con più legislature di tanti altri dal dopoguerra in poi. Ma se vuoi fregiarti anche dell’encomio di “Emerito” qualcosa in più dovrai pur fare. Siamo in periodi di vacanze, almeno per i pochi privilegiati che se le possono permettere e  non è di buon gusto tediarli anche con i problemi e le varie criticità che si avvertono sempre di più nel nostro Comune.

Alcune considerazioni, valutazioni ci sia consentito riattualizzarle per quanti hanno la memoria appannata o di chi non vuole sentire.

Siamo onorati per la presenza di alcuni turisti e dal ritorno al proprio paese per l’estate di tanti nostri conterranei, ma la domanda che più volte ci si pone è: cosa si offre per rendere il soggiorno piacevole e confortevole a questi amici?

  • Non riparliamo del mare, dell’arenile, della viabilità interna , rurale e di largo e intenso traffico “ex SS18”; 
  • delle opere infrastrutturali iniziati da varia anni e ancora allo stato ante;
  • delle tasse, tributi ed oneri vari esorbitanti e  a cui spesso non corrispondono i corrispettivi adeguati servizi;
  • del centro storico con le sue peculiarità, bellezze, storia in continuo abbandono etc.etc.

Ma il degrado urbanistico – paesaggistico, igienico,  del quartiere  Marina di Belvedere, punto di incontro e riferimento dei cittadini specie in questo periodo, offende la vista, il buon gusto estetico e sollecita valutazioni negative per un paese civile. Con un minimo di buona volontà e con i poteri che le leggi e il buon senso conferiscono alle autorità locali si può governare il territorio di propria competenza con diligenza e razionalità.

Non si richiede nessun atto di coraggio nell’affrontare alcuni evidenti problemi o situazioni particolari , rientra nei compiti e doveri di chi ha avuto il consenso civico e democratico del popolo. E’ consentito che nel centro abitato esistono da anni fabbricati di civile abitazione, transennati anche in maniera precaria, che oltre a costituire intralcio alla viabilità, pericolo, ricettacolo di rifiuti vari, offrono uno scenario urbanistico – paesaggistico a dir poco mortificante.   Il Palazzo dove svolge l’attività commerciale il barbiere “Lello” o il “Faro”, in parte diligentemente ristrutturato , è uno scempio ed affronto alla decenza, con le pensiline o balconate retti da tondini di ferro arrugginiti e privi di malta cementizia, oltre a esporre in “bella vista” servizi igienici fatiscenti, anacronistici e risalenti agli anni quaranta. Sign.Sindaco , da valido professionista e amante del bello, perché non eserciti il semplice potere che ti è consentito, senza incorrere in abusi delle Ordinanze sindacali? I destinatari delle stesse sono fra l’altro persone che risentono meno della crisi economica che si sta vivendo. Un’altra considerazione che tanti cittadini, commercianti ed operatori vari sottolineano, riguarda la pubblica illuminazione delle strade principali della marina e del lungomare. Gli organi illuminanti: vetusti, antiquati, emananti poca luce , pericolosi perché i pali di sostegno in tubolari di ferro sono corrosi della rugine e rattoppati in varie parti. Mancano i fondi: è vero, però qualche centinaio di miglia di euro poteva essere distratto da quel lauto finanziamento , per di più con il venti per cento a carico del Comune destinato ad una sola contrada.

Il discorso sul lungomare e di tutto ciò che è prospiciente ad esso e sulla utilizzazione dell’area del ex Consorzio agrario, oggi dedicata in maniera irriguardosa al Generale Della Chiesa, per il modo come è strutturata, è complesso e sarà oggetto di ulteriori valutazioni, ma gli spazi sotto Capo Tirone, cosparsi di scritte indecenti e rifugio di immondizia ed altro potrebbero essere momentaneamente recuperati , tinteggiati con un  modesto premio - concorso per pittori dilettanti da assegnare  al miglior murales ideato da giovani emergenti. Il verso della canzone è quanto mai attuale:  “ci vuole passione….” Giuseppe Mistorni – 22.07.2013

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