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Primo maggio tra timori e speranze PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino - circolo pd di belvedere m.mo   
Giovedì 02 Maggio 2013 06:22

L’Italia del lavoro festeggia il 1° Maggio in un clima di grave incertezza a causa di una crisi, la più aspra del dopoguerra, della quale non si riesce a scorgere fine:

iniziata nel 2008, a causa della contrazione della domanda globale conseguente al pluridecennale trasferimento di risorse dai ceti medio-bassi al percentile più ricco della popolazione, la crisi ha colpito tutti i settori dell’industria e del terziario mentre la disoccupazione a gennaio è salita all’11,7%, che in termini assoluti significa 3 miliardi di senza lavoro.

Le ansie che assillano gli Italiani e soprattutto i giovani, il 35% dei quali nel 2012 era senza lavoro, in questo Primo Maggio si intrecciano con le speranze di cambiamento suscitate dalla formazione del nuovo Governo. Ma dato che non tutte le novità sono uguali, bisogna che il cambiamento sia in grado:

  • di rappresentare gli interessi degli Italiani che negli ultimi trent’anni, in coincidenza con l’egemonia culturale della destra neoliberista, hanno sofferto l’acuirsi delle disuguaglianze sociali;
  • di interpretare gli interessi più generali del Paese a uno sviluppo sostenibile che esalti la natura di “beni comuni” dell’acqua, della terra, della salute, della cultura.

Sono proprio le crescenti disuguaglianze, il riscaldamento globale, lo spreco di risorse non riproducibili, i temi sui quali oggi si confrontano gli economisti e i politici seri di tutto il mondo.

E’ da questi problemi che nascono le domande a cui i partiti politici non sono riusciti a fornire risposte adeguate e che hanno indotto tanti elettori a disertare le urne.

Perché il cambiamento vada nella direzione di una maggiore uguaglianza sociale, che non costituisce solo un’esigenza morale ma anche un’indispensabile incentivo alla domanda interna, è necessario che il nuovo Governo:

  • risolva il problema degli esodati,
  • reperisca le risorse per gli ammortizzatori sociali,
  • istituisca un reddito minimo per i disoccupati di lunga durata, per chi è alla ricerca di un’occupazione, per chi ha appena finito gli studi, per coloro che si trovano in difficoltà svolgendo un attività saltuaria.

Per uno sviluppo sostenibile c'è Bisogno

  • di un piano nazionale per le energie rinnovabili e il risparmio energetico, per la messa in sicurezza del territorio, per il recupero e la valorizzazione del patrimonio archeologico, architettonico, artistico, paesaggistico.

Ciò in quanto a tutela dei «beni comuni» non è solo un dovere verso le generazioni future, ma costituisce anche un’opportunità per allargare la base produttiva, creare nuove occasioni di lavoro promuovere la ricerca scientifica e tecnologica.

Le risorse per finanziare le politiche sociali e gli investimenti pubblici, un governo di reale cambiamento può reperirle.

  • Intensificando la lotta all’evasione (in 120 miliardi di euro sono stimate le possibili maggiori entrate fiscali),
  • Riducendo le spese militari (in un paese civile la Difesa si limita alla gestione dell’ordine pubblico, dunque, miliardi di euro per gli aerei F35?).

Solo se il cambiamento promesso dal nuovo Governo avverrà nella direzione dell’uguaglianza e della tutela ambientale

  • sarà possibile evitare che la protesta sociale si trasformi in disprezzo verso tutti i partiti e la politica;
  • sarà possibile che la paura per un futuro quanto mai incerto lasci spazio alla speranza e a un rinnovato impegno civile.

Riccardo Ugolino - Circolo Pd di Belvedere M.mo - 01.05.2013


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