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politica e territorio PDF Stampa E-mail
Scritto da roberto pietropaolo   
Venerdì 25 Gennaio 2013 07:31

Viviamo momenti di concitazione politica, siamo oggetto di messaggi promozionali e spot pubblicitari di tutte le forze e schieramenti politici, più o meno convenzionali, in vista della vicina scadenza elettorale costituita dalle elezioni per la Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica.

L’Italia vive la crisi peggiore dal dopoguerra ad oggi e noi ci appassioniamo alla “politica” solo se questa ci viene imposta da quello strumento invadente ed invasivo che è la televisione. Una volta votato tutto torna come prima e la maggior parte delle persone non si sentono più parte attiva di quelle che sono le sorti della comunità in cui viviamo.

E’ il caso allora, proprio perché si ha una tribuna più attenta, di proporre, o riproporre, alcune riflessioni riferite alla politica locale ma direttamente connesse con le politiche nazionali e con quelle sovranazionali che oggi più che mai spiegano i loro effetti anche a livello locale.
Si fa un gran parlare di razionalizzazione della spesa pubblica, gli sprechi sono sotto gli occhi di tutti ed i cittadini si aspettano sempre che i governi di turno si adoperino nel senso di ridurli drasticamente: una volta con la soppressione di enti inutili, un’altra con la soppressione delle comunità montane o dei consorzi di bonifica, un’altra ancora con la soppressione delle province. Puntualmente, alla successiva tornata elettorale gli argomenti sono gli stessi perché i problemi non sono stati affrontati o lo si è fatto parzialmente.
A questo punto i cittadini dovrebbero chiedersi: visto che la politica nazionale non ha la forza o la voglia di risolvere i problemi, è possibile che la politica locale possa intervenire? E’ possibile che, per esempio, i sindaci, oltre a lamentarsi per i trasferimenti che diminuiscono o per alcune imposte mal gestite dai governi centrali o, ancora, per altri problemi per i quali l’unica cosa possibile è quella di lamentarsi dalle pagine di qualche quotidiano locale o organizzare qualche forma di protesta talvolta solo demagogica, prendano delle iniziative davvero costruttive?
Ritengo di si e ripenso ad un mio vecchio cavallo di battaglia, quando svolgevo la funzione di Presidente del Consiglio Comunale di Belvedere Marittimo, che consistette nel promuovere, insieme agli amministratori di altri tre comuni, l’Unione dei Comuni del Soleo che dopo un breve percorso fu fatta miseramente fallire. Lo spirito dell’iniziativa era proprio quello di razionalizzare la spesa di quelle istituzioni attraverso vari strumenti quali l’istituzione di alcuni uffici amministrativi comuni, la gestione in comune di alcuni servizi, la progettazione unica di opere pubbliche a vantaggio dell’intera comunità territoriale ecc..
Mi tornano in mente i macrocomuni francesi o quelli tedeschi, che non possono esistere, per legge, se inferiori ai 10.000 abitanti e faccio un facile confronto con il territorio cosentino in cui i comuni con più di 10.000 abitanti non arrivano a venti su oltre centocinquanta. Posto che esistono norme che consentono ai comuni di associarsi in varie forme (Consorzi, Unioni di comuni, Accordi di programma ecc.) ed alle regioni, su impulso dei comuni stessi, di istituirne per legge di nuovi, penso sia proprio su questo che i sindaci dovrebbero puntare per fare una politica seria, che possa davvero incidere sulla vita dei cittadini amministrati, abbandonando la navigazione a vista costituita dalla ordinaria amministrazione, nella migliore delle ipotesi, e la sterile politica della protesta.
Il sospetto, credo abbastanza fondato, è che si continui a voler tenere in vita tutti quei piccoli centri di potere, comuni compresi, che consentono ai soliti noti di perseguire i loro piccoli tornaconti personali mantenendo lo status quo. E pensare che proprio in Calabria, nel lontano 1968 i comuni di Nicastro, Sambiase e S. Eufemia si unirono per dare vita al comune di Lamezia Terme, oggi terza città della Calabria e centro importantissimo per tutta la regione, mostrando una lungimiranza che sembra ormai sconosciuta ai più.
Oggi più che mai il territorio ha bisogno di politica e di politici seri e lungimiranti. Quando noi cittadini capiremo che il nostro contributo maggiore può essere molto più tangibile ed efficace sul territorio in cui viviamo che non sulla politica nazionale o europea, che pure ci devono interessare, avremo certamente fatto compiere un grande passo in avanti alla nostra terra. Roberto Pietropaolo - 24.01.2012

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