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le anomalie del bilancio comunale: le opere pubbliche PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   
Sabato 28 Aprile 2012 13:44

In un apposito precedente articolo, su questo Blog, del 10 Settembre 2011, “ Le Analisi lasciate a metà”, nel rispondere ad un “incredulo” giornalista circa la positività della mia azione amministrativa,

specie in ragione delle opere pubbliche, così affermavo:“Capisco che c’è dell’incredulità, ma se si riordinano le cifre esposte da Ugolino si ha il seguente risultato:

Euro 7.806.000 per opere realizzate (in cinque anni).

Euro 15.581.000 per opere progettate, finanziate e da cantierare.

Resta solo il dubbio se credere ad Ugolino o no. Meglio sarebbe accertarsi presso gli Uffici Comunali!

Ugolino lo ha già fatto! Spetta ora al Giornalista!”(per l’elenco delle stesse, rimando all’articolo del Consigliere Ugolino “Centro destra e Centro sinistra un primo confronto (parte II) le Opere Pubbliche”  Lunedì 29 Agosto 2011.

A distanza di tempo la rinnovata attenzione che al problema dedicano Mistorni e lo stesso Ugolino negli ultimi interventi, ripropone, in preparazione del Bilancio di Previsione 2012, l’argomento, consentendo agli stessi di segnalare alcune priorità progettuali, già in parte progettate, finanziate ed avviate dalla precedente Amministrazione, alla quale gli stessi sottoscrittori hanno partecipato.

Tutto quanto sopra per alcuni può rappresentare un mio infantile caparbio  modo di affermare un primato su cui, fra l’altro, non ho ricevuto riconoscimenti (vedi elezioni comunali 2009). Ma se il tutto viene analizzato alla luce delle disposizioni finanziarie in materia di Patto di Stabilità al quale i Comuni sono costretti, capiremo, spero finalmente e insieme, che il Programma di Mandato sottoposto dal candidato Sindaco alla Cittadinanza ed approvato nel primo Consiglio Comunale è una cosa seria e non una melodia di dolci fischi per catturare le “allodole”.

Certamente non era un tentativo di “catturare le Allodole” la Relazione di Fine Mandato effettuata dal sottoscritto nell’Anfiteatro del Lungomare (Aprile 2009), ancor prima della presentazione delle Liste per il Rinnovo del Consiglio Comunale, con la quale  sottolineavo l’endemico disavanzo del Comune di Belvedere, registratosi nel corso degli anni, tra le Entrate e le Uscite, dovuto in gran parte all’evasione tributaria e alla mancanza di un generale piano di riscossione sul coattivo e recupero crediti.

Nella stessa sede si invitavano le forze civiche  partecipanti le prossime immediate Elezioni, di concepire,  quale Programma Elettorale di Mandato, la predisposizione di  Piani Strategici, a finanziamento misto, con progetti poco gravitanti sulle casse comunali, in quanto queste, di fatto, non avrebbero potuto garantire, per il meccanismo del Patto di Stabilità,  i pagamenti degli stati di avanzamento delle numerose opere pubbliche, da me avviate e cantierate (v.Programma di Mandato Gruppo “L’Orizzonte”).

A distanza di tre anni apprendiamo che nella Delibera di Giunta n° 66 del 13.04.2012, in attuazione del disposto dell’art. 151 comma 6 del D.L.vo n.267/2000, recante all’oggetto: “Approvazione della Relazione Illustrativa dei Dati Consuntivi all’Esercizio Finanziario 2011”, dall’attuale Amministrazione viene comunicato il Non rispetto del Patto di Stabilità per il 2011, con una spiegazione a dir poco stucchevole e pericolosa per gli stessi Uffici Finanziari dell’Ente:

“ATTESO CHE

“L’Ente non ha rispettato il Patto di stabilità dell’esercizio finanziario 2011 per la prima volta, sin dalla sua istituzione, avvenuta nel 1999, da ciò è da evidenziare che per dodici anni consecutivi questo Ente ha adempiuto agli obblighi di finanza pubblica ovvero al rispetto del patto di stabilità”.

“Non è corretto sostenere che il risultato negativo, in termini di rispetto del patto di stabilità, determinato nel nostro caso dalle maggiori spese per investimenti ovvero in conto capitale, sia il frutto delle sole rilevanze contabili del 2011 e non anche e soprattutto degli esercizi precedenti.

In particolare per le opere pubbliche avviate in presenza di norme del patto di stabilità, diverse da quelle attuali (2008-2009), l’Ente ha dovuto adempiere agli (gli) obblighi precedenti, generando, in taluni casi, una violazione involontaria, quanto imprevista, del patto di stabilità.

Ove il comune si fosse rifiutato di procedere all’adempimento dei pagamenti dovuti alle ditte, per lavori pubblici i cui finanziamenti erano giacenti nelle casse comunali, oltre a creare ulteriori danni alle ditte locali che già subiscono l’attuale crisi finanziaria, avrebbe potuto subire azioni e/o pregiudizi ancor più gravi, in sintesi, siamo dinnanzi alla scelta del male minore”.

Alla precedente analisi manca l’affermazione: “negli ultimi tre anni di Amministrazione Granata, inoltre, non si sono registrati accreditamenti su Tesoreria dell’Ente di finanziamenti per Opere Pubbliche”.

Nel ribadire quanto da me già sostenuto nei diversi articoli, in polemica anche con i responsabili finanziari dell’Ente, che il risultato negativo gestionale del Comune di Belvedere, è riconducibile  ai rilievi fatti propri anche dalla Corte dei Conti e ai quali non è ancora stata data risposta, ritengo che le  anomalie del Bilancio Comunale  che interferiscono nell’attuazione di Opere Pubbliche, sono dettate, in parte, dalla scarsa competenza della sfera “Politica” priva di aggiornamenti in materia. Aggiornamenti che consentirebbero la oculatezza nella programmazione finanziaria dell’Ente, tale da liberare le Opere Pubbliche da qualsiasi gravame contabile e di indebita interferenza della sfera Gestionale, preposta ed obbligata alla semplice esecuzione delle priorità stabilite dall’Amministrazione.

Non è un caso se dal legislatore viene disposto:

  • la pubblicizzazione per 60 giorni all’Albo Comunale e Telematico del Piano Triennale delle Opere Pubbliche;
  • dell’obbligo dell’approvazione del progetto preliminare per singole opere dopo l’approvazione dello stesso Programma di Opere Pubbliche in Consiglio Comunale;
  • dell’obbligo dell’inserimento nello stesso solo delle opere di importo superiore ai 100.000 euro comprensivi di oneri di progettazione e somme a disposizione;
  • del vincolo che un lavoro non inserito nell’elenco annuale può essere realizzato soltanto sulla base di un autonomo piano finanziario che non utilizzi risorse già previste fra i mezzi finanziari dell’Ente al momento della formazione dell’elenco, fatta eccezione per risorse di ribassi d’asta ed economie;
  • l’elenco annuale deve contenere l’indicazione dei mezzi finanziari stanziati nel bilancio di previsione di riferimento;
  • i finanziamenti rappresentati da contributi pubblici, per poter essere inseriti nel bilancio di previsione, devono risultare già stanziati nei rispettivi stati di previsione degli enti che concedono il contributo;
  • al fine di evitare l’accumulo dei residui passivi, nel corso del’esercizio possono essere apportate le opportune compensazioni finanziarie fra i diversi interventi e soltanto in caso di impossibilità sopravvenuta a realizzare un lavoro inserito nell’elenco annuale è possibile l’adeguamento dello stesso elenco anche con l’inserimento di una nuova opera, variando, ove indispensabile, anche il programma triennale;
  • non è richiesta l’indicazione degli accantonamenti, ma l’obbligo continua ad esistere ed il fondo deve essere pari almeno al 3% delle spese previste per l’attuazione degli interventi compresi nel programma triennale;
  • con apposito decreto ministeriale, che stabilirà cadenze e modalità, viene previsto l’obbligo a comunicare telematicamente al Ministero dell’Economia e delle Finanze la stima dei flussi di cassa giornalieri.

Pur rimanendo preoccupato per l’esito di alcune opere funzionali al Progetto Strategico per Belvedere, vuole essere, questo, un contributo di chiarezza per il prosieguo di quelle Opere Pubbliche che sono perfettamente in linea ancora con il mio programma amministrativo. Mauro D’Aprile “L’Orizzonte”- 28.04.2012

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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