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chiamiamole "lobbyzzazioni" PDF Stampa E-mail
Scritto da raffaela sansoni   
Mercoledì 25 Gennaio 2012 10:12

Ancora una volta assistiamo increduli al varo, da parte del Governo Monti, di un pacchetto di liberalizzazioni che, nel settore farmaceutico, hanno il solo scopo di rafforzare il potere incondizionato dei titolari di farmacia.

Le misure previste in questo settore, se da un lato consentiranno, forse, la nascita di nuove farmacie, dall’altro aumenteranno il solco esistente tra farmacisti titolari e farmacisti non titolari.I nuovi interventi impropriamente definiti liberalizzazioni, in effetti non  rendono libero quel mercato che continua ad essere ingiustamente a vantaggio dei soli titolari di farmacia.

Abbassare il quorum e indire nuovi concorsi aumenterà solo e di poco il numero dei titolari i quali continueranno a conservare i privilegi che nel corso degli anni, con il succedersi dei vari governi, hanno sempre più consolidato.

Il potere dei titolari di farmacia indubbiamente ha stregato la politica italiana. Mai nessun partito ha preso posizioni in contrasto con Federfarma e ha portato avanti una politica di settore seria, capace di rendere meno iniqua la professione del farmacista. Oggi per l’ennesima volta assistiamo ad un Governo che non ha avuto la forza di superare i paletti posti dalla politica e consegnare al Paese un pacchetto di liberalizzazioni senza vincoli da parte delle lobby e senza interessi di parte da salvaguardare.Ci si aspettava di più da un Governo tecnico e liberale.

E così nel terzo millennio i titolari di farmacia continuano indisturbati a tramandare di padre in figlio la propria attività, a sottoscrivere contratti di compravendita, a costituire società di capitali per la gestione di una o più attività farmaceutiche.
La legge n.475/68 ha concesso ai titolari di farmacia la possibilità di trasferire  il proprio esercizio commerciale rendendo, di fatto, le farmacie soggette a negozi di natura privatistica e non più pubblicistica.Se questo è vero, come è vero, non si comprendono le ragioni che impediscono l’apertura libera di un esercizio farmaceutico, non più soggetta a limiti territoriali e al numero dei cittadini residenti.

Bisogna una volta per  tutte chiarire se le farmacie sono esercizi di diritto privato e pertanto non soggetti ad alcuna limitazione o rientrano nella sfera pubblicistica, essendo soggette ad assegnazione tramite pubblico concorso, e quindi non trasferibili con atto tra vivi.
Le farmacie se riconosciute quali esercizi commerciali privati, legittimamente possono essere oggetto di qualsivoglia negozio giuridico. Ma in quanto tali la loro apertura deve necessariamente essere riconosciuta a tutti coloro in possesso dei requisiti professionali e abilitativi previsti dalla Legge, con contestuale abolizione delle vigenti norme limitative.

Se, viceversa, le farmacie continuano ad essere soggette a concessioni pubbliche da acquisirsi tramite concorso, certamente non possono godere dei privilegi concessi ai privati. In questo caso la titolarità di una farmacia dovrebbe essere assegnata con un provvedimento ad personam, fuori dalla disponibilità del farmacista che, una volta raggiunta l’età pensionabile, dovrebbe restituirla allo Stato che, direttamente o, come accade attualmente, per il tramite delle Regioni, dovrebbe bandire un nuovo concorso.

In Italia accade l’inverosimile. La titolarità delle farmacie gode di un doppio beneficio: da un lato la protezione della fortezza pubblicistica, dall’altro la possibilità di utilizzare lo strumento del negozio giuridico patrimoniale per un suo trasferimento a terzi che garantisce al farmacista titolare un vantaggio di natura economica o di natura personale.

Un Governo serio e libero da condizionamenti politici e di settore dovrebbe modificare la legislazione vigente, qualificando dal punto di vista giuridico e una volta per tutte, il settore farmaceutico.Riteniamo che la farmacia, in quanto esercizio commerciale, sia soggetta ai principi di diritto privato e che pertanto la sua titolarità debba essere un diritto riconosciuto a tutti coloro che hanno accesso a tale professione. dott.ssa Raffaela Sansoni, farmacista titolare di parafarmacia - 25.01.2012

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