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siamo tutti in attesa dello sviluppo, invece arriveranno nuove tasse PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   
Sabato 29 Ottobre 2011 06:30

Sono mesi che si attende (e che con noi attende tutto il mondo) un provvedimento per lo sviluppo dell’economia italiana. Ma ancora non si vede niente.

Intanto, si fanno più diffuse le convinzioni sul 2012, che sarà, decreto o non decreto, un anno di recessione. D’altra parte, non si capisce da dove viene un certo ottimismo del governo. Già si andava male, poi è stata varata una manovra di stabilizzazione tremenda. La congiuntura internazionale sta rallentando. Se uno fa una politica restrittiva (più tasse e meno spesa pubblica), da dove diavolo deve venire lo sviluppo? Una volta poteva arrivare dalla svalutazione della lira. Ma oggi, la lira non esiste più.

Qualcuno comincia a dire che questa manovra non basterà. Tutta l’operazione di stabilizzazione dell’economia italiana è stata fatta con il presupposto che l’anno prossimo ci sarebbe stata una certa crescita. Ma questa crescita 2012 non ci sarà: lo affermano tutte le proiezioni indipendenti disponibili sul mercato. Ma, se non c’è la crescita, allora il fabbisogno di soldi per andare in pareggio aumenta.

Ma proprio mentre fervono questi lavori molto misteriosi, il nostro ministro dell’economia se ne viene fuori con una battuta abbastanza innocente, ma curiosa: “Anche con crescita zero, i nostri conti tengono”. In sostanza, è come se Tremonti avesse dichiarato: Berlusconi lavora al decreto sviluppo, ma voi state tranquilli. Anche se non combina niente e anche se l’anno prossimo la crescita non la vedrà nessuno, i nostri conti tengono. Con le tasse sono stato abbondante, e quindi siamo a posto anche in caso di crescita zero.

Il risultato è quello che si è detto: nel 2012 si va in recessione e, quasi certamente, l’arretramento dell’economia sarà accompa­gna­to da una nuova richiesta di soldi da parte dello Stato. In sostanza, la macchina pubblica italiana rifiuta di riformarsi e allora si va a battere cassa presso i cittadini. In modo ancora più sintetico si può affermare questo: volevate la crescita, e invece avrete nuove tasse. Non è la stessa cosa, ma questo è tutto quello che può fare il governo Berlusconi.

Questa maggioranza non dà affidamento. L'unica scelta possibile sarebbe il conferimento "straordinario", e volontario da parte di tutti i partiti in questa fase, di pieni poteri al presidente della Repubblica. Per fare che?

Per nominare (a sua scelta) un governo straordinario, a tempo, nove mesi-un anno, per fare in fretta le cose che vanno fatte (pensioni e dimagrimento forzato della pubblica amministrazione, legge elettorale) per andare subito dopo alle elezioni, ristabilendo la normale prassi istituzionale: quella che ha caratterizzato la nostra crescita post-bellica, facendo dell’Italia per lungo tempo il VI° Paese più sviluppato del Mondo e garantendo attraverso i Partiti la dialettica parlamentare, linfa della Democrazia, avulsa dallo schema “Presidenzialistico” non riscontrabile nell’indole popolare degli Italiani. Ma questo è argomento di politica istituzionale su cui torneremo nei tempi di migliore distensione.

Questi sono tempi davvero duri e complicati. C’è questa grande crisi che fa perno sulla Grecia, ma che minaccia a ogni istante di allargarsi a altri paesi. E, se questo avvenisse, dell’euro e anche dell’Europa, come costruzione economica e politica, rimarrebbe ben poco. L’Italia se ne sta lì in bilico e, nonostante l’esempio appunto della Grecia, continua a presentare conti che si basano su ipotesi ottimistiche, che nessun altro al mondo condivide. Berlusconi non è utile al Paese! E non lo sono quelli che si ispirano al suo modello! -segue- Mauro D’Aprile - 29.10.2011

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