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se volete andare in fretta, andate soli; se volete andare lontano, andate insieme PDF Stampa E-mail
Scritto da vincenzo cesareo   
Lunedì 17 Ottobre 2011 10:23

L’esasperazione monta giorno dopo giorno di fronte all’inerzia di una classe dirigente che ha, ormai, dimostrato la propria incapacità a prendere iniziative valide a fronteggiare una insopportabile crisi economica, ma anche sociale, morale e culturale.

Nelle famiglie italiane regna il  disorientamento: prospettive di sviluppo zero, disoccupazione con percentuali altissime, tagli alla spesa sociale, agli stipendi già tra i più miseri d’Europa, ai servizi, alla sanità, alla cultura. La beffa consiste che a condividere l’esasperazione della gente comune siano, addirittura, i banchieri, i finanzieri, gli industriali ed i politici, cioè proprio coloro che hanno dato un grande contributo alla degenerazione. Se la politica dovesse continuare a produrre come nell’ultimo ventennio, durante il quale si sono alternate tutte le forze politiche del Paese, sicuramente si estinguerà, come è successo per i dinosauri e, solo allora, forse, saremo capaci di fare autocritica vera dicendo: probabilmente potevamo salvarci, ma eravamo troppo pigri per sforzarci.

La consapevolezza della situazione attuale ci ha portati alla disperazione e ciò ci renderà incapaci di riprendere il controllo del nostro destino per evitare la catastrofe che colpirà il nostro Paese ed, in particolare, la nostra Calabria che è l’ultima delle regioni d’Europa quanto a reddito pro – capite, a servizi, ad occupazione ed a possibilità di sviluppo. Necessitano provvedimenti drastici per evitare l’estinzione creando le condizioni per ripristinare, lentamente, ma infine con successo, quanto necessario per la sopravvivenza prima e, poi, per lo sviluppo. In ogni caso la disperazione è una forma di negazione che spinge all’inerzia ed a gesti inconsulti e non serve a nulla, anzi diventa pericolosa quando la realtà, invece, offre ancora margini di speranza. Non c’è tempo per disperarsi, le soluzioni sono a portata di mano, ma bisogna scegliere di agire ora! Un antico proverbio africano recita: “se volete andare in fretta, andate soli; se volete andare lontano, andate insieme”.

Dobbiamo andare lontano ed in fretta! Sarà difficile, certo, ma se scegliamo di provarci, non ho alcun dubbio che possiamo farcela e ce la faremo. Nell’affrontare questa sfida, incontreremo nuove dimostrazioni che il destino della nostra terra dipende da misure efficaci, cooperative e globali per preservare la vivibilità e porre le basi per una vita più giusta, umana e prospera. Se intesa correttamente, la crisi che ci attanaglia, potrebbe essere un’opportunità senza precedenti per affrontare, una volta per tutte, molte cause persistenti di sofferenza e povertà da tempo trascurate e di assicurare, alle generazioni future, una vita più sana e più ricca, con maggiori possibilità di successo nella ricerca della felicità.

La prioritaria tra le condizioni prevede il rinnovo totale ed indistinto della classe dirigente che è la causa opprimente. Come? Innanzitutto preparandoci al referendum sull’abrogazione di una legge elettorale che non permette la possibilità di scelta della rappresentanza, tenendo ben presente che la casta tenterà ogni sorta di sotterfugio per evitare che ciò si verifichi e che il numero dei parlamentari venga dimezzato. Magari, insieme, decideremo di non andare a votare, aspettando sulle sponde del fiume il cadavere di una politica che non ha pensato neanche per un istante al bene comune, o ci andremo in massa, col cuore e con la testa, sempre fermamente intenzionati a salvare il salvabile, per poi ricominciare. LiberiAMO L’ITALIA! Insieme si può. Vincenzo Cesareo - promotore nazionale LiberiAmo l'Italia movimento politico-culturale - 17.10.2011

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