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la delibera consiliare di Riequilibrio PDF Stampa E-mail
Scritto da mauro d'aprile   
Martedì 11 Ottobre 2011 13:33

Il 3 Ottobre scorso Lunedì, si è tenuto l’ennesimo desolante Consiglio Comunale, in seconda convocazione, assistito solo da qualche interessato al riconoscimento dei debiti fuori bilancio, in una ormai “cocciuta” assenza irresponsabile della Cittadinanza.

Certamente l’argomento di verifica degli equilibri di Bilancio, se continuati ad essere giudicati come il semplice risultato del pari algebrico del saldo delle maggiori o minori entrate rispetto alle spese, conferma il “vecchio convincimento” dei più, di trovarsi di fronte ad un esercizio puramente tecnico-contabile.

Se analizzato nel vero significato dell’art. 193 del d.l.I.vo 267/2000 e soprattutto alla luce dell’obbligo del Pareggio di Bilancio, ormai Legge, anticipata al 2013 per imposizione della CE di Strasburgo, diviene, proprio sotto il profilo politico, il più importante strumento di verifica delle capacità di gestione amministrativa della Economia Pubblica Locale.

In effetti, trattasi correttamente di una “Ricognizione dello stato di attuazione del proprio Programma di Mandato votato dalla Cittadinanza e del relativo riequilibrio della Gestione”.

Obbligatoriamente posto in questi termini dai nuovi indirizzi della Finanza Pubblica e alla luce delle nuove disposizioni di legge, svela le assurde contraddizioni di questa Maggioranza che, di già, ripropone un Sindaco “abbondantemente verificato” inadeguato agli stessi, un’assenza di Programma di Mandato ed un preoccupante stato di confusione, sul da farsi.

Stancamente, e più volte, ho ripetuto che in assenza di capacità e fantasia creativa, sarebbe stato meglio cautelarsi assumendo quale proprio Programma quello avviato da me, per la semplice considerazione che la notevole mole di lavori pubblici iniziati e finanziati, avrebbe comportato più esercizi finanziari per la sua attuazione.

Volendo operare diversamente, attenta solo agli ormai inadeguati metodi clientelari per qualche incaricuccio da bottega che avvilisce gli stessi professionisti, spinta anche dalla pletora dei soliti mendichi, abili nelle campagne elettorali, questa Maggioranza, aggiunge la difficoltà della gestione corrente e dell’ordinaria amministrazione al rischio di perdere finanziamenti e ritardare la realizzazione delle opere.

La puntualità di questa previsione si è verificata col voto sul Riequilibrio del 2011, dove per ottenere il “Pareggio Algebrico”, l’Ufficio di Ragioneria ha elencato in apposite tabelle i tagli netti di spesa di alcuni servizi fondamentali (scuola, mensa, assistenza alla persona, contributi alle manifestazioni storiche ed alle attività sportive e culturali, spese per manutenzione ordinaria, strade, verde e pulizia) (con Buona Pace del chiassoso “Programma di Liberazione”), mascherando ancora una volta, agli occhi di inesperti ed improvvisati amministratori, il motivo fisiologico di Bilancio: pur essendoci mezzi sufficienti nel lato della gestione residui, occorre reperire, “altrove”, le risorse necessarie a pareggiare la competenza, aspettando che l’eccedenza della gestione pregressa, confluisca nell’avanzo, per essere “utilizzata”.

Un Politico, “amministratore innovativo”, darebbe man forte per accelerare le procedure di riscossione, servendosi dell’apporto informatico ormai indispensabile. Capisco che questo é un tasto dolente per gli addetti ai lavori perché richiede loro lo sforzo di “approfondire” conoscenze, ma questa è la condizione ottimale per la sfida del futuro già “abbondantemente” iniziato.

A nulla vale recriminare i tagli delle minori entrate da contributi statali, ampiamente annunciati dal Governo Centrale e perequati dalla attribuzione del 30% del gettito delle imposte di registro, ipotecarie e catastali, sugli atti di trasferimento immobiliare, dal gettito IRPEF sui redditi immobiliari e quello relativo alle imposte e bollo sui contratti di locazione, una quota del 21,7% del gettito della cedolare secca sugli affitti. Queste risorse sono gestite fino al 2014, oggi 2013, da un Fondo Sperimentale di riequilibrio di durata triennale.

A nulla vale recriminare questo da parte di chi, bigottamente persuaso di vivere allo stesso livello dei ricchi Nordisti, in una quasi confortevole ma “illusoria immedesimazione”, contribuisce, anche al livello locale,a sostenere con i voti gli schieramenti di Governo del Paese. (Leggo l’Assessore Cesareo! Non capisco. E’ il mio limite!).

C’è da capire fin da subito, che avendo il Comune di Belvedere (uno dei primi 50, su 8870) aumentato l’IRPEF del 2%, di fatto, ha preannunciato un gettito superiore di “entrata” che, linearmente, il Ministero dell’Interno “decurta” dai trasferimenti diretti, nel rispetto della piena autonomia impositiva dell’Ente, secondo il Federalismo Comunale.

Una decisione, questa, improvvida che somiglia molto a quella istintiva del primo aumento della TARSU; improvvida perché, al limite, poteva essere riservata in futuro di fronte al precipitare di una situazione complessiva dell’Ente. Oggi serve a coprire il solito “disavanzo di abitudine” del Comune di Belvedere, quello della non tempestiva riscossione dei tributi, dovuta a mancata attività “integrata” fra gli Uffici, all’aggiornamento costante ed istantaneo dei Ruoli, ad una indebita influenza clientelare della sfera politica.

E’ questo, un bruttissimo esempio di modello di gestione, valido per i periodi di accattonaggio amministrativo, quelli del valore della “furbizia”, cui determinati personaggi ci hanno abituato! Oggi non sono utili né a Belvedere, né a se stessi! Oggi non sono proponibili!

Oggi è l’epoca dell’intelligenza e della trasparenza!

Il Federalismo chiede che dalla Spesa Storica si passi alla Spesa Standard!

Camuffando la manovra di Bilancio non si fa un buon servizio in questa direzione!

Si rende difficile, al Cittadino, comprendere l’effettivo valore di un servizio pubblico: se prima un Sindaco poteva facilmente aumentare l’addizionale IRPEF e il criterio della spesa storica non consentiva alcun controllo agli elettori, già dal 2011 un Sindaco non può facilmente aumentare l’addizionale comunale in presenza di una spesa esorbitante i nuovi bisogni standard, che andranno esposti sul sito del Comune. Si permette così al cittadino di esercitare il controllo democratico sui livelli di governo che sono più prossimi alla loro vita. Il controllo esercitato nella sequenza “vedo-voto-pago”.

Quello che vediamo? Niente!

Neanche le opere avviate dalla precedente Amministrazione!

Eppure i Voti sono stati tanti?

Servivano solo a “Liberare Belvedere”!

Ma stiamo pagando tanto? Tutto in aumento? IRPEF, TARSU, Acqua, Mensa, Trasporto?

Appunto! E’ il costo della Liberazione!

A questo punto, occorre una Delibera di Riequilibrio, ma molto più seria!

Quella della presa d’Atto del Fallimento e delle Dimissioni! Mauro D’Aprile gruppo consiliare "L’Orizzonte" - 11.10.2011

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