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il tempo di nessuno ovvero l'attimo precedente la fatal morte... PDF Stampa E-mail
Scritto da salvatore belmonte   
Sabato 12 Marzo 2011 17:46

Il tempo di nessuno è quel lasso, quell'attimo che precede il passaggio all'altra parte del fiume,ovvero la nostra dipartita da questa terra,per approdare (per i credenti) al lido della beatitudine e dellla felicità perenne (paradiso).

Questa esperienza appartiene in proprio alla coscienza religiosa,per la sua abitudine al confronto con l'Assoluto.E' la coscienza religiosa a scoprire la pochezza,la finitezza,la determinatezza e con ciò la meschinità, l'utilitarismo,la radicale negatività,della volontà propria,in rapporto all'Assoluto.Facevo questa riflessione stamani, nel mentre eseguivo un ecocardiogramma per valutare le condizioni emodinamiche e strutturali del mio cuore e confrandomi,a tal proposito,con un mio carissimo amico cardiologo,sono giunto alla conclusione che l'arroganza e la megalomania(propria di alcuni politici)è veramente un non-sense! Quanti politici,di destra e di sinistra, utilizzano la politica non come arte nobile di soluzione dei problemi dei cittadini,ma bensi quale mezzo per diventare sempre più potenti e soddisfare cosi la loro sete di grandezza!Pensavo:nel mondo della cultura,della scienza, dello spettacolo in Italia abbiamo ed abbiamo avuto,per fortuna,Dante,Petrarca, Boccaccio,Fellini,Montalcini,Rubbia,Fermi,Maiorana,De Filippi e poi,Leopardi, Foscolo,Quasimodo,Ungaretti,Montale e potrei citarne a centinaia (tutti grandissimi).

Perchè nel mondo della politica ci ritroviamo personaggi come Scilipoti,Borghezio,Berlusconi,Bossi?In passato i politici italiani si chiamavano Moro,De Gasperi,Longo,Berlinguer,Togliatti,Gramsci,Giolitti ecc.Con il passare del tempo siamo senz'altro peggiorati ed oggi,credo,abbiamo raggiunto il minimo storico dell'arroganza e della protervia del potere politico! La maggioranza di governo,presenta una riforma della giustizia a dir poco,scandalosa,poichè,di fatto limita moltissimo l'autonomia e l'indipendenza del pubblico ministero,minando,uno dei cardini della democrazia,che per definizione si basa su un sistema di reciproco controllo(pesi e contrappesi).In teoria e,solo in teoria,la responsabilità civile dei magistrati è sacrosanta, poichè se un giudice sbagliando causa danni ai cittadini,è giusto che egli ne paghi le conseguenze risarcendo pecuniariamente il danno medesimo.Tuttavia, quale giudice emetterebbe sentenze negative nei confronti dei potenti sapendo di poter incorrere in denunce di risarcimento danni? Credo nessuno! Ragion per cui si creerebbero due giustizie:l'una severa, nei confronti dei ceti deboli, l'altra "distratta" nei confronti dei potenti!

La riforma della giustizia doveva servire per sveltire i tempi("biblici") dei processi assicurando ai magistrati mezzi e risorse umane di cui sono carenti molti tribunali.Niente di tutto ciò è contemplato nella riforma! E allora mi chiedo:come si può concepire di ridurre il potere dei magistrati nel mentre mafie e delinquenze si attrezzano sempre di più con sistemi elettronici ed informatici all'avanguardia? Io credo che la Costituzione sia ampiamente completa da ogni punto di vista poichè i padri costituenti prima di renderla operativa,rifletterono moltissimo estrapolando la carta medesima,dal meglio del pensiero liberale e democratico! Tuttavia,la stessa carta può essere modificabile,per renderla attuale,ma per fare ciò occorrono menti libere,preparate e democratiche,scevre da conflitti d'interesse di ogni genere...!

Come si può avere fiducia in chi ritiene che" se si fosse attuata la riforma della giustizia,nei modi di cui sopra," tangentopoli" non ci sarebbe stata"(Berlusconi).Personalmente sono un garantista,tuttavia,i reati sono reati e come tali vanno perseguiti(sempre e comunque)! Infine,i politici italiani prendano esempio dai colleghi tedeschi, francesi,svizzeri o americani che conoscono benissimo l'istituto delle dimissioni, dimettendosi ogni volta che nell'aria si avverte che gli stessi abbiano,in qualche misura,"preso in giro" i cittadini che rappresentano,poichè a me pare che i nostri politici non conoscano quest'istituto. dott.Salvatore Belmonte - 12.03.2011

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