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a proposito di federalismo municipale PDF Stampa E-mail
Scritto da franco perre   
Lunedì 28 Febbraio 2011 19:24

La costituzione italiana è considerata giustamente la sintesi tra la cultura laica e quella cattolica. I padri costituenti seppero intrecciare i principi della solidarietà cristiana ed elementi di socialismo finalizzati alla realizzazione di quello che venne definito lo Stato sociale.

All’interno dei principi fondamentali l’articolo tre, nello stabilire il principio di uguaglianza, afferma che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’ organizzazione politica, economica e sociale del Paese. All’interno di una inevitabile forbice tra fasce di reddito diverse, che l’articolo tre tendeva a rimuovere, ritennero fondamentale garantire a tutti i cittadini parità di diritti.

In questa ottica anche l’art. 53 lì dove venne affermato il principio che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Lo Stato attraverso il sistema fiscale mentre impone ai cittadini di contribuire alle spese pubbliche in relazione al principio della capacità contributiva, contestualmente realizza una forma di redistribuzione garantendo a tutti, indipendentemente dal reddito, il pieno sviluppo della persona umana.

Questi nobili principi che ispirarono i padri costituenti nel corso degli anni non sempre hanno trovato una adeguata attuazione. Non è necessario scomodare Pino Aprile e il suo bel libro “Terroni” per affermare che nel corso degli anni la redistribuzione delle risorse non è avvenuta sul territorio dello Stato in modo uniforme. E’ di tutta evidenza che, per ragioni che in questa sede non è possibile analizzare, in questi decenni l’attenzione dello Stato si è rivolta in modo maggiore verso alcune regioni piuttosto che altre. Persino l’On.Tremonti, nei giorni scorsi, si è accorto dello stato di inefficienza e di abbandono in cui versa una parte consistente del mezzogiorno e della Calabria in particolare. Cristo si è fermato ad Eboli è il titolo di un noto libro di Carlo Levi. L’alta velocità si è fermata un po’ più su: a Napoli. La Ionica continua ad essere a binario unico. Le tre corsie dell’autostrada del sole diventano due e mezzo nel tratto Salerno – Reggio Calabria. La strada statale 106 continua ad essere definita la strada della morte.

A volte questa diversa attenzione ha determinato anche il dirottamento di fondi già stanziati. Basti pensare ai finanziamenti dell’ammodernamento della SS. 106 dirottati per coprire il disavanzo di cassa determinato dall’abolizione della ICI sulle case di lusso o lo storno dei fondi europei per ripianare le sopraggiunte maggiori spese dovute al terremoto dell’ Aquila e/o al rifinanziamento della Cassa integrazione, a seguito della crisi economica che recentemente ha interessato i Paesi industrializzati.

Alla diversa attenzione molte volte si è accompagnata la inadeguatezza, se non la inefficienza, di una classe dirigente meridionale che in molti casi si è dimostrata non all’ altezza del compito. Per motivi determinati a volte di scelte politiche nazionali, a volte da incapacità del ceto politico/amministrativo, l’Italia repubblicana non è stata in grado di sopperire alle disuguaglianze territoriali preesistenti che con il tempo non solo persistono ma si sono ingigantite. La questione meridionale è stata cancellata dall’agenda politica ma non certo dalla realtà quotidiana. L’Italia una, repubblicana e solidale immaginata e voluta dai padri costituenti riceverà un ulteriore duro colpo dal galoppante federalismo voluto, dico meglio, imposto dalla Lega. L’opera di demolizione dello Stato sociale non è stato ancora portato a termine, ma appare in tutta la sua drammaticità. Un esempio significativo lo troviamo nel federalismo municipale.

Il decreto attuativo predisposto dal Governo consentirà ai Comuni di:

  • variare l’addizionale IRPEF
  • applicare imposte sui fabbricati (seconde case)
  • applicare la tassa di soggiorno - introdurre la cedolare secca per i redditi derivanti da locazioni
  • prevedere una tassa aggiuntiva (la tassa di scopo)

Per evitare di cadere nella facile polemica Nord/Sud, prendiamo in considerazione due comuni del sud che abbiano un identico numero di abitanti. Anche all’interno della stessa regione analizziamo gli effetti del federalismo municipale prendendo in considerazione due comuni: il comune Alfa inserito in un territorio a vocazione turistica, con qualche presenza di realtà produttiva soprattutto nel settore dell’edilizia; Il comune Beta all’interno di una realtà rurale. Gli abitanti dei due comuni hanno diversa capacità contributiva e oggi partecipano in modo diverso alle entrate dello Stato. Anche in presenza di gettiti diversi, l’attuale sistema consente ai due Comuni di ricevere trasferimenti dallo Stato in relazione ai fabbisogni, a quella che venne definita la spesa storica, trasferimenti che consentono di garantire a tutti i cittadini i servizi fondamentali.

Posto che il Comune Alfa ha una capacità contributiva pari a 100 e il Comune Beta una capacità contributiva pari a 70, con l’introduzione del federalismo municipale i due comuni avranno entrate in misura diversa e potranno pertanto erogare ai rispettivi cittadini servizi in misura diversa. Per garantire ai cittadini i servizi basilari il Comune Beta dovrà ricorrere a un maggiore prelievo fiscale, che si tradurrà in un aumento delle imposte. Ma non è tutto. Le seconde case, (fenomeno tipico dei paesi turistici) così come gli alberghi, sono più presenti all’interno del comune Alfa rispetto al comune Beta. Il Comune Alfa conseguentemente da questo tipo di imposta avrà un gettito maggiore rispetto al Comune Beta. I Comuni infine che ancora oggi sono privi di opere pubbliche fondamentali (rete fognaria ed idrica, strade, parcheggi, edifici scolastici e altro) e vorranno fornire ai residenti servizi adeguati dovranno ricorrere a una imposta aggiuntiva, la cosiddetta “imposta di scopo” per avere i fondi necessari alla loro realizzazione. E’ del tutto evidente che il Comune Beta, attesa la ridotta capacità contributiva dei residenti, non sarà in grado di deliberare prelievi fiscali aggiuntivi e pertanto non potrà programmare le necessarie opere pubbliche.

Se prendiamo in considerazione realtà ancora maggiormente diversificate la forbice si amplia ulteriormente. Nel settore turistico la sola città di Rimini ha un numero di presenze maggiore di tutti i comuni calabresi messi insieme. La tassa di soggiorno, conseguentemente, darà al Comune di Rimini un gettito maggiore di quanto riusciranno ad avere tutti i comuni calabresi. Si è già evidenziato che nel corso degli anni i comuni sono stati amministrati in modo difforme. La realtà è costituita da amministrazioni particolarmente virtuose e lungimiranti (Rende – Salerno) ed amministrazioni inefficienti, determinando realtà disomogenee. Alla disomogeneità colpevole, frutto del malgoverno amministrativo, si aggiungerà una disomogeneità incolpevole.

Una disomogeneità che sarà figlia unicamente della disomogeneità delle risorse a disposizione dei singoli comuni. I principi di uguaglianza che tanto furono a cuore dei Padri Costituenti, attraverso il tipo di federalismo che la Lega sta imponendo all’attuale Governo, saranno definitivamente cancellati. Il ministro Calderoli insiste sul concetto che attraverso il federalismo municipale i cittadini, pagando le imposte ai comuni, avranno la possibilità di verificare come i loro soldi vengono spesi e conseguentemente giudicare gli amministratori in base alla bontà della spesa. In realtà, in molti comuni, soprattutto meridionali, i cittadini potranno solo prendere atto che le amministrazioni, qualunque sia il colore politico, non avranno neanche i fondi per poter assicurare i servizi essenziali. Tutto ciò avviene nel più totale silenzio. Il bunga-bunga ha anche questo ulteriore scopo. Distogliere l’opinione pubblica dai veri problemi dell’attuale agenda politica. Franco Perre - 28.02.2011

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