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meno auguri più risorse, riflessioni sulla scuola pubblica PDF Stampa E-mail
Scritto da riccardo ugolino   
Sabato 25 Settembre 2010 20:58

E’ consuetudine che, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico , le autorità, religiose e laiche, si rivolgano agli alunni, ai docenti, al personale tutto della scuola per augurare loro un buono e proficuo lavoro.

Faccio parte da anni del mondo della scuola e sono consapevole di quanto essa sia importante per la costruzione di una società migliore; è per questa ragione che anch’io sento il bisogno di augurare buon lavoro agli operatori scolastici impegnati nel formare i futuri protagonisti della società.

Ma gli auguri non bastano più; anzi rischiano di apparire retorici se non si accompagnano a una riflessione sullo stato della scuola pubblica e all’impegno di contrastarne il declino.

Secondo quanto emerge da uno studio Ocse sull’istruzione l’Italia spende il 4,5% del Pil nelle istituzioni scolastiche, contro una media Ocse del 5,7%; solo la Slovacchia spende meno tra i paesi più industrializzati.

Nonostante l’Italia detenga altri primati negativi :

  • il 25% degli abitanti ha la 5ª elementare;
  • il 33% si è fermato alla 3ª media;
  • solo il 14% è in possesso di laurea (la metà degli altri Paesi europei);
  • le donne laureate sono un terzo di quelle finlandesi o inglesi;

Nonostante l’Europa ci chieda di dimezzare la dispersione scolastica e triplicare il numero dei laureati entro il 2020, il Governo abbatte la scure su istruzione , cultura e ricerca.

Dalla legge 133/2008 (tagli di 8 Md di euro in tre anni ) e fino alla manovra finanziaria approvata nel mese di luglio 2010, abbiamo assistito a una continua riduzione di risorse; nell’anno scolastico appena iniziato:

  • 50.000 classi senza insegnanti;
  • 16.000 scuole senza presidi;
  • 20.000 docenti in meno, di cui oltre 1.350 in Calabria;
  • 15.000 bidelli , tecnici amministrativi in meno;
  • € 8.026 la spesa annuale per studente universitario, contro i 15.946 euro della Svezia , i 13.506 dell’Inghilterra , i 12.446 euro della Germania;
  • laboratori di fisica e informatica inutilizzati a causa del taglio netto delle ore di insegnamento tecnico – pratico
  • meno ore di sostegno;
  • aule sovraffollate ( fino a 33 alunni) con ricadute negative, sulla sicurezza, sulla didattica, sull’abbandono scolastico.

Una politica scolastica non solo ingiusta , perché colpisce gli alunni con disabilità, i lavoratori precari, gli studenti disagiati ( il 90% dei quali non giungerà alla laurea), ma anche ottusa, perché ci allontana dall’Europa che investe in educazione e formazione, condizioni necessarie per una economia basata sulla conoscenza e sulla crescita sostenibile.

Per l’Ocse, infatti , un individuo con un alto livello di istruzione “genererà nel corso della vita lavorativa una somma supplementare di 119.000 dollari” rispetto ad un individuo con una istruzione più bassa.

Ci hanno raccontato che i tagli alla scuola sono necessari, per la mancanza di fondi dovuta alla crisi economica . Non è vero; non è un problema di soldi, ma di scelte politiche . Il governo Prodi pagava annualmente i debiti delle scuole ( oggi aspettano dallo Stato oltre 1 Md di euro) , aveva innalzato l’obbligo scolastico e aveva avviato un piano realistico di assunzione dei precari. Eppure, diversamente dal governo attuale , aveva migliorato i conti pubblici.

Anche oggi le risorse possono essere recuperate dall’evasione fiscale ( oltre 120 Md di euro ogni anno) e da altri risparmi, quali le frequenze liberate dal digitale terrestre .

Anche oggi migliaia di cantieri , per rinnovare l’edilizia scolastica, potrebbero rilanciare non solo la scuola, ma anche l’economia locale.

Anche gli auguri dell’Amministrazione comunale di Belvedere M.mo non sono più sufficienti.

E’ vero che i bilanci degli Enti locali sono stati falcidiati dalle finanziarie di Tremonti  e che le risorse destinate ai servizi sono sempre più scarse, ma i buoni amministratori contrastano l’evasione fiscale per incrementare le entrate, riducono gli sprechi ( il Comune di Belvedere M.mo spende €  50.820 per utenze telefoniche, € 42.000 per spese postali) e piuttosto che spendere per incarichi legali (€ 40.000), consulenze (€ 13.000), incarichi progettuali (€ 21.000), sito ufficiale (€ 5.000), investono le risorse disponibili prioritariamente nella scuola (e non poche migliaia di euro come nel Bilancio 2010!).

E’ solo grazie al gruppo consiliare “Insieme” che l’Amministrazione comunale si è impegnata a destinare alle Scuole elementari e medie la prevista riduzione di spesa delle utenze telefoniche.

In coincidenza con l’inizio dell’anno scolastico, il Governo e gli Enti territoriali cominciano a mettere mano ai Bilanci di previsione per l’anno solare successivo.

E’ quindi tempo di leggi finanziarie  e di Bilanci comunali. E’ giunto il momento , pertanto , che il mondo della scuola faccia sentire la propria voce per una scuola pubblica e di qualità, strumento di uguaglianza e libertà. Riccardo Ugolino - consigliere gruppo "Insieme" - 25.09.2010

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