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dico la mia sull'annunciata sconfitta PDF Stampa E-mail
Scritto da salvatore fabiano   
Lunedì 22 Giugno 2009 22:19

Dopo cinque anni di presenza in maggioranza è giunta inesorabile la resa dei conti con l’elettorato ed il risultato è stato netto, inequivocabile e non attribuibile a piccole cause come, purtroppo in questi  giorni, qualche  candidato  tenta di fare. Il verdetto parla di una sconfitta contemporanea dei maggiori protagonisti dell’ultimo quinquennio:

il Sindaco,  gli assessori ed i consiglieri  con un calo uniforme di consensi  affiancati  nella sorte da coloro che hanno  tentato  di salire sul loro carro ormai perdente. L’uniforme calo di consensi è così netto che meriterebbe una seria analisi, da parte di chi ne è certamente capace, e la conseguente assunzione di responsabilità.  La gente non poteva certo perdonare un quinquennio vissuto all’insegna della precarietà strutturale della Giunta  Municipale:  dimissioni di assessori, accuse gravi e continue da parte di un  partito che ora non c’è più (partito che però prende gli stessi voti di prima anche in assenza del Circolo), assessori  sospesi e sostituiti con notevole ritardo, abbandono di vari consiglieri e surroga con elementi  provenienti  dallo schieramento avverso. Un brutto spettacolo  fornito nonostante la tranquillità in cui avrebbero potuto lavorare per la latitanza dell’ opposizione e per l’alta esperienza di molti protagonisti.  L’unico oppositore era un candidato non eletto della lista Per Belvedere  che, sulla stampa e su internet, esprimeva precise  e puntuali accuse con una cadenza strettissima. Purtroppo lo stesso si è poi ritrovato candidato in una delle due liste partorite dallo smembramento di Unità Popolare con  un  risultato deludente. Che la sconfitta fosse nell’’aria lo intuivano tutti, uscenti  compresi, ed i tentativi di approccio di tutti con tutti,  fino al giorno prima della presentazione delle liste, ne sono stati la testimonianza più lampante. Né vale la constatazione matematica che le due liste unite  avrebbero avuto possibilità di vittoria: 31 candidati rappresentano  una forza maggiore  rispetto a 17! O no?  A nulla è valso il tentativo, di per sé encomiabile e ragionevolmente valido, di inventarsi,  quasi a tempo scaduto, una giovane professionista come candidato alla carica di Sindaco. Tutti hanno capito che era una mossa tardiva  e dettata dalla disperazione al pari di altre scelte. Perché non lavorarci prima? Perché non costruire attorno ad essa la coalizione?    Il giudizio severo espresso dagli elettori  riguarda tanto la lista “Insieme”  quanto la lista “L’Orizzonte”    e dovrebbe indurre i maggiorenti del P.D., essendo entrambe principalmente emanazioni  di esso, con i dovuti  distinguo, ad una profonda e serena  riflessione  se  si intende  guardare al futuro. Nelle due liste sconfitte erano candidati  credo 10/12 iscritti al Partito Democratico  equamente divisi  e l’evento è  alquanto significativo di una gestione  sbagliata anche da parte delle istanze provinciali. La massiccia presenza in una delle due liste di  elementi  dichiaratamente di centro destra, la cui matrice è stata  oltretutto  legittimamente  e pubblicamente  ostentata, ha prodotto il contrario dell’effetto sperato. Come non sottolineare l’immagine della candidata-sindaco affiancata ai simboli di Berlusconi e di A.N., di Gentile e di Campilongo. E come pretendere che tanta gente con radici nella sinistra storica potesse votare quella lista? Si sperava di raccogliere voti  da destra e da  sinistra, ma la presa di distanza di molti di destra  e di sinistra per la presenza  degli “altri” ha prodotto il risultato negativo. I valori e le collocazioni di destra e di sinistra fortunatamente esistono ancora!  Ho vissuto a fianco di Ernesto Magorno, e spero non me ne voglia se rivelo un comune disagio, la sua solitudine in occasione del comizio in Piazza Amellino con la significativa e sola presenza di Franco Perre sul palco. Dopo aver  egli correttamente pazientato per circa 50 minuti che “Insieme” gli cedesse la piazza, abbiamo visto la folla scevrare, candidati PD compresi (con eccezione), come a  voler prendere le distanze da  chi  rappesentava  con certezza e coerenza  il partito. Lo scarno ed immeritato  risultato di Ernesto ( ingiusto per il fattivo ruolo svolto a favore di Belvedere) ne è stata poi la testimonianza più eclatante.  Infine una constatazione elementare: nessun impegno di  chicchesia (candidati provinciali compresi) avrebbe potuto colmare un divario di 1156 voti che rappresenta un  fatto storico nella  vita elettorale di Belvedere, difficilmente ripetibile. Le cause vanno cercate altrove. Salvatore Fabiano - 22.06.2009

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