A pochi giorni dalla presentazione delle liste, il panorama politico Belvederese è paragonabile ad una sorta di minestrone, dove gli elementi eterogenei che lo compongono non trovano quel collante necessario per unirsi. I cinque candidati a sindaco, scesi in campo con i propri fedelissimi, disputano incontri tra loro.

Tutti sono consapevoli che per vincere con certezza occorre associarsi ad un altro. Il confronto però, non è basato su ideologie d’appartenenza o, meglio ancora, su programmi che possano dare risposte concrete ai numerosi problemi irrisolti, ma hanno come oggetto di discussione chi dovrà fare il sindaco. La convivenza è preclusa sul nascere per la tracotanza di ognuno che vuole prevalere sull’altro.A volte giocano anche d’astuzia per accrescere consensi a proprio favore. Si lancia l’idea di fare emergere una figura nuova, giovane, che attiri simpatie e dando l’illusione di rinnovamento a questa politica malata. Ma poco dopo tutto ritorna come prima. Nessuno vuole cedere il passo ad un altro.In questo quadro politico, trova spazio anche chi ha scambiato la politica per una partita a scacchi. Vestito da perbenismo, difeso dai vari pezzi importanti che compongono la scacchiera e con le pedine che fanno da numero, cerca di agguantare quella poltrona da consigliere che appaghi il suo arrivismo e per gestire i propri interessi anche stando all’opposizione.Il Sindaco uscente, nella sua comizio-propaganda, si è difeso dalle accuse sul suo operato, motivando di essere stato abbandonato, lasciato solo con i problemi da risolvere. Proponendosi ora come leader di una lista aperta a tutti, con preferenza giovani, si spera solo di non dover leggere in essa gli stessi nominativi che l’hanno abbandonato.Un merito a quest’amministrazione uscente va in ogni modo dato: quello di avere assicurato sempre le strade pulite, merito di quest’esecutivo e di quanti nottetempo hanno sfidato le intemperie per ottenere risultati apprezzabili. Da queste amministrative si eleggerà il nuovo sindaco e chiunque esso sia, si spera che sia la giusta espressione del popolo e non dei soliti portatori di voti che modificano la vera volontà dell’elettorato, a volte anche attraverso voto di scambio.Speriamo, inoltre, che il suo sguardo non si fossilizzi alla sola amministrazione di routine, ma che sia orientato verso una politica partecipata grazie alla quale garantire equità, trasparenza, legalità. Agostino Gentile - 19.04.2009