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sulla ‘Ecologia del Diritto’ e sul nuovo ordine eco-giuridico PDF Stampa E-mail
Scritto da walter nocito   

Si terrà il 28 aprile, presso la Sssap dell’Unical, la prima presentazione in Calabria del libro  “Ecologia del diritto. Scienza, politica, beni comuni” di  Fritjof Capra e Ugo Mattei.

Il volume è stato pubblicato in Italia nel 2017 da Aboca, ma era già stato pubblicato in lingua inglese, nel 2015, da Berrett-Koehler Publishers con il titolo: The Ecology of Law: Toward a Legal System in Tune with Nature and Community, riscuotendo buon successo e vasto apprezzamento in tutto il mondo.

La presentazione in Unical, per chi la ha organizzata, vuole essere un Dialogo dei lettori con l’Autore, in questo caso il professore Ugo Mattei, giurista fine e poliedrico, titolare della cattedra Alfred and Hanna Fromm di Interational and Comparative Law all'Hastings College of Law dell'Università della California e ordinario di Diritto Civile all'Università di Torino.

Il prof. Mattei, come è noto, è stato ed è molto attivo nel movimento internazionale dei beni comuni ed è autore di libri, pubblicazioni accademiche e commenti nei media tradotti in molte lingue. Dalla fondazione nel 2006 è anche coordinatore accademico dell’International University College of Turin.

All’origine del Volume che verrà presentato a latere del Master in “Management delle amministrazioni pubbliche”, ci sono una serie di conversazioni tra il fisico Fritjof Capra (celebre teorico dei sistemi, Direttore del centro per l'Ecoalfabetizzazione di Berkley e molto noto per il saggio Il Tao della fisica pubblicato nel 1975) e lo studioso di diritto comparato Ugo Mattei sull’applicazione del concetto di “legge” nel campo della scienza e nel campo del diritto.

I loro dialoghi sono poi stati trasferiti nelle pagine di questo Volume che presenta il diritto come un sistema complesso di conoscenze (anche di teoria generale e di filosofia) e come una disciplina intellettuale dotata di una storia e di una struttura concettuale che può mostrare e mostra alcune similitudini con le scienze della natura.

Il diritto e le scienze - per come brillantemente dimostrano i due Autori - hanno interagito influenzandosi a vicenda nel corso della storia umana.

Nelle pagine del testo gli Autori procedono a ripercorrere, dall’antichità ad oggi, la parallela storia del diritto e della scienza, fornendo al lettore i concetti e i fondamenti di un ordinamento giuridico coerente con i principi ecologici che sostengono la vita sul Pianeta (“apprendere dalla natura” e “collaborare con essa”).

Il tentativo dei due Autori può essere riassunto in due quesiti di sorprendente e radicale profondità.

Anzitutto, le crisi ambientali, economiche e sociali del nostro tempo possono essere riconducibili a un sistema giuridico basato su una concezione del mondo obsoleta?

E poi, può il diritto, facendo propri alcuni concetti della scienza contemporanea, divenire parte integrante dello sforzo di miglioramento del mondo, anziché strumento di accelerazione della sua distruzione?

Come a tutti dovrebbe esser noto, nella scienza contemporanea è emerso, o sta emergendo, un cambiamento paradigmatico radicale che comporta il passaggio da una interpretazione e visione del mondo meccanicistica ad una sistemica ed ecologica in quanto il mondo non viene più considerato semplicemente come “macchina” (un aggregato di elementi costitutivi distinti e separati), bensì come “rete”, un sistema di relazioni inscindibili, caratterizzato da comunità fluide e auto-organizzantisi, capaci di generare ‘beni comuni’.

Mentre il concetto di ecologia esemplifica bene questa impostazione emergente, il diritto appare, invece, intrappolato nel vecchio paradigma che lo vuole impegnato nella difesa della proprietà (come diritto individuale) e concentrato sul dominio e sul controllo della natura.

Di fronte a questo intrappolamento, intellettuale prima che politico i due Autori, e Ugo Mattei in particolare, propongono una revisione dei fondamenti stessi del sistema giuridico occidentale, una sorta di rivoluzione copernicana del diritto, con significative implicazioni per il futuro, che chi legge può trarre in base alle sue pregresse aspettative e conoscenze.

La necessità di una revisione del sistema giuridico verso un nuovo ordine eco-giuridico per un mondo più giusto, sostenibile e con meno disuguaglianze emerge dalle pagine con nettezza e, a tratti, con tragicità in quanto, come lo stesso Mattei spesso ripete nelle varie presentazioni del Volume in tutta Italia ben curate dall’editore "l'idea del libro è nata dalla constatazione di una situazione davvero tragica, con un modello di sviluppo sovrasviluppato nell'occidente ricco che crea squilibri spaventosi, basato sull'estrazione illimitata, lo sfruttamento delle risorse e con un modello insostenibile di convivenza sociale".

Nell’evidenziare il crescente bisogno di trasformare la produzione giuridica da apparato estrattivo a “processo generativo” (in grado di sostenere e riprodurre la vita),  il Prof. Mattei spesso sottolinea che "dopo la crisi del 2008-2009 ho iniziato a ragionare con Capra e abbiamo compreso che non si trattava di problemi risolvibili solo con una ricetta economica, ma che richiedevano un cambiamento complessivo del modo di pensare".

I due studiosi hanno così iniziato a ragionare su un parallelismo fra leggi della natura e dell'uomo, fra una concezione meccanicistica del mondo (ma anche del diritto) concepito come ordine esterno “separato dalle persone che vuole governare”, una visione che però è solo una errata metafora in quanto - spiega Mattei - “il diritto non è distaccato da noi e quando si discosta dalla sensibilità sociale viene trasformato o abbandonato".

Mattei e Capra, partendo dalla constatazione che "il pensiero scientifico, anche se non tutto, si è emancipato da questo meccanicismo cominciando a sviluppare una scienza delle qualità, a vedere il mondo secondo modelli di riferimento qualitativi più che quantitativi", hanno provato a pensare - racconta Mattei - "a cosa succederebbe se lo stesso accadesse anche nel diritto, mettendovi al centro non lo Stato e la proprietà privata ma provando a ragionare su comunità e relazioni". Il libro suggerisce, dunque, la necessità di un cambiamento che non va però imposto.

"Nel momento in cui si ha una vera consapevolezza che così non va, si cambia - dice Mattei - per questo il cambiamento deve nascere dal basso".

Per concludere, le tesi del Volume e dei due Autori si presentano, a chi vuole conoscerle, certo opinabili e controvertibili come lo sono tutte le costruzioni intellettuali umane, ma non vi è dubbio che il tentativo degli Autori di rispondere ai due quesiti di sorprendente e radicale profondità prima accennati lasciano il gusto forte della sfida contro i potenti influssi del tempo presente che ci appiattiscono tutti sull’eterno presente e sulla inevitabilità della “fine della storia” e dalla morte della speranza umana. Walter Nocito, Docente UniCal, testo di presentazione del Volume, 28 aprile 2017

 

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