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riflessioni nate nello scrutare lo sguardo dell’uomo che rievoca la salita al Calvario sotto la Croce PDF Stampa E-mail
Scritto da olga de luca   

Amo il Crocefisso, ne sono convinta e, nello stesso tempo, turbata,  perché trovo sempre una ragione per essere triste, un dolore da condividere.  Restare coinvolta dalla gioia è tutt’altro discorso.

Eppur vero che ho gioito tante volte, fino ad oggi, nonostante la mia fragilità e piccolezza, nello scoprire che il Signore è il Maestro che incontro quotidianamente per le vie che percorro. Ma, non riesco a prendere sonno, il dubbio mi assale! La notte del Venerdì Santo mi toglie il respiro. Le troppe emozioni della giornata hanno dato origine a gocce di sudore e lacrime silenziose. Sono inquieta, immaginando Cristo che sale sul Golgota. Scruto il giovane che oggi, ad imitazione del Maestro, porta sulle sue spalle  la Croce. L’emozione che mi trasmette il suo sguardo profondo è tanta e fa nascere pensieri che esplodono nella mia testa. Immagino il morire degli occhi che si chiudono: penso allo sguardo del Signore Morente: alla Croce, alle spine, ai flagelli, al fiele… Con passo lento, tra la moltitudine, salgo verso il monte Calvario… riesco a vedere  una caduta sotto la croce, penso alle altre… qualcosa sprofonda in me: forse il mio egoismo inizia a sgretolarsi? Vorrei ragionare, dare una spiegazione logica, ma lungo la strada che porta al Calvario, non si ragiona, si può solo contemplare! L’ho venduto, tradito, rinnegato, lasciato solo, crocifisso… Alzo gli occhi su quel Crocifisso appeso che, senza il quale non mi so spiegare nulla e tutto diventa privo di ogni umanità, mi brucia nel petto… comprendo: in me c’è il segno della Croce e il Calvario mi trascina. Posso esaltarmi fino a diventare folle, sentirmi prepotente, orgogliosa…  mi basterà ricordare l’ombra di una croce per sentirmi un nulla! E’ vero, lo posso accusare, prenderlo a schiaffi, flagellarlo, inchiodarlo, ma il Suo amore resiste e la mia vita diventa storia d’amore tra il Suo amore per me e la mia sofferta infedeltà. In questo mondo che mi anestetizza, che mi chiede sempre più cose da svolgere e obiettivi da raggiungere faccio fatica a ritagliarmi uno spazio interiore per “vegliare” con Lui. Faccio fatica a comprendere la Sua logica. Nella mente si apre uno squarcio: Emmaus è la strada da percorrere insieme e  il buio della notte non mi farà più paura perché Lui sarà più misericordioso di prima che lo inchiodassi su quel legno. Sono giunta sul Calvario e  le mie labbra, silenziosamente, ringraziano il Signore che mi ha donato la possibilità - attraverso un uomo che, rievocando la sua Passione, sale al Calvario, sotto il peso della Croce -  di riflettere, di  meditare e di cercare Gesù Vivo fuori dalla mia porta, ricordandomi che “il giorno dopo il sabato” annuncia la Sua Risurrezione e da qui...comincia la mia vera storia. Olga De Luca - 30.03.2016

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