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Cenacolo Culturale Francescano: Premio “gianovecento” al Maestro Pasquale Capano “L’ultimo dei vasai” PDF Stampa E-mail
Scritto da olga de luca   

“ Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2,7)

Nella Bibbia si legge che Dio creò l’uomo con l’argilla,  a sua immagine e somiglianza. 

Che dire? Forse l’argilla racchiude in sé qualcosa di “divino”,  qualcosa che trascende la nostra comprensione?

“Hai mai visto come nasce un vaso di coccio”? Quando mi pongono questa domanda, io sorrido e anche con un po’ di nostalgia, perché la mia infanzia è ricca di ricordi che mi riportano nelle vecchie e sparite fornaci dei vasai di Belvedere dove, entrando, si restava incantati dall’armonia del luogo e dall’accoglienza che si riceveva mentre le narici gustavano l’odore dolce delle “frasche” che bruciavano negli antichi forni.

Respiravi l’amore per la terra che si lavorava a mani nude!

Il vasaio è un artigiano d’arte, in virtù di quella abilità e maestria nel forgiare oggetti utilizzati per cuocere per conservare o per trasportare alimenti. Come dimenticare le antiche brocche usate per tenere in fresco l’acqua d’estate oppure boccali per il vino! Ancora oggi si possono ammirare le famose “greste” di creta sui balconi per contenere fiori!

Il mestiere del vasaio, un antichissimo mestiere che affonda le sue radici in un tempo remoto, doveva rispondere prioritariamente alle esigenze della vita quotidiana, ma anche ad una dignitosa sopravvivenza.  I “ RUVA∂GN∂”, quindi, non erano solo oggetti utili, ma anche merce di scambio.

Il lavoro del vasaio iniziava dalla scelta della creta da utilizzare. Il rispetto delle varie fasi lavorative era assolutamente necessario tanto che si usava parlare “dell’arte del torniare”.

Fissate nella memoria quei singolari movimenti di mani nodose e distorte mentre il maestro vasaio impastava, sgrassava e modellava la creta, dando forma alle sue personali fantasie o seguendo forme già predisposte, oggi ritenute di notevole valore artistico…

Che gli antichi mestieri siano quasi del tutto scomparsi è un dato di fatto eppure in alcune realtà dell’entroterra della nostra terra calabra, i pochi vasai rimasti sembrano degli eroi  dediti all’ antica cultura della manualità artigianale come a rivendicare gli antichi valori che ci sono stati tramandati e conservare quel richiamo legato alla vita di un popolo.

La vita ricca di pazienza ed amore per tale mestiere ha portato la Giuria del Cenacolo Culturale Francescano ad assegnare il Premio “gianovecento” VII edizione (venerdì 01 agosto 2014 piazza Palmento centro storico di Belvedere M.mo),  al Maestro Pasquale Capano come “Ultimo dei Vasai” di Belvedere Marittimo. Auguri, Maestro! Olga De Luca - Presidente del Cenacolo Culturale Francescano - 05.07.2014

 

 

 

 

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