Turismo & Territorio. Un contributo alla discussione |
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Scritto da franco perre | |||
Un partito politico che si propone alla guida di una istituzione ha il dovere di rispondere ad un quesito. Quale sviluppo si propone per il territorio. Il tirreno cosentino ha conosciuto la stagione dello sviluppo industriale incentrato sul tessile. I relativi insediamenti sono oramai retaggio di un passato tramontato definitivamente. I siti di Cetraro, Belvedere, Praia/Tortora sono la testimonianza di una stagione che è alle nostre spalle. Il settore primario sopravvive solo quale economia di sussistenza. Rimane il terziario e nell’ambito di questo il settore turistico. Nel nostro ambito territoriale anche il turismo vive una stagione di grandi difficoltà e necessita di un profondo ripensamento. Il difetto di origine può essere individuato nella poca sensibilità dimostrata negli anni verso il bene fondamentale: il territorio. In questi anni abbiamo assistito alla cancellazione di molte delle tipicità che lo caratterizzavano. La distruzione dei calanchi è avvenuta nel più totale disinteresse. Le nuove generazioni ne ignorano anche l’ esistitenza. Il giglio di mare, una volta diffusissimo sulle nostre spiagge, si è estinto nella più totale inconsapevolezza. Sulle spiagge ci imbattiamo con divieti di balneazione lì dove eravamo abituati a un mare limpido e pescoso. I centri storici non pullulano più di vita quotidiana, svuotati nelle loro residenze anche gentilizie e nelle loro attività. E’ la stessa memoria storica che sta venendo meno e con essa la peculiarità del territorio.Si è puntato tutto sulla realizzazione di seconde case che hanno inciso profondamente anche sul panorama. A fine stagione si sente ripetere la domanda di sempre: Questa’anno le presenze sono state in numero maggiore o minore dello scorso anno. E’ una domanda mal posta. Senza voler scomodare illustri economisti e le loro analisi sul “turismo che non appare” pensiamo che sia consapevolezza diffusa che, nel nostro territorio, non è certo il numero delle presenze a qualificare la bontà di una stagione turistica. La conformazione del territorio, le sue peculiarità, mal si concilia con un turismo di massa dove il numero è l’elemento preponderante. L’alto Tirreno cosentino, e Belvedere in particolare, non potrà mai essere concorrenziale con la riviera romagnola, la costa brava o altre località europee dove gli elementi propulsivi sono stati l’alto numero delle presenze legate al basso costo. Anche in queste località, tra l’altro, si è avviato un serio ripensamento della caratteristiche del prodotto turistico anche a seguito della concorrenza di nuove mete, come la Croazia, dove è stata avviata una politica qualità/prezzo altamente competitiva. Cosa fare dunque per un reale sviluppo dell’attività turistica? Bisogna ripartire dal territorio: dalle sue peculiarità e conseguentemente dalla sua riqualificazione. In questa ottica un ruolo importante rivestono i centri storici. Il loro svuotamento, la fine del ruolo di centri abitati e sede di uffici e proficue attività, appare irreversibile. Nonostante ciò è proprio dai centri storici che è necessario ripartire. Nello specifico della realtà belvederese sarà necessario avviare una politica in cui il centro storico rivesta un ruolo centrale attraverso una serie di interventi:
Dovrà essere il centro di iniziative. Ci si rende conto che le amministrazioni locali, con le asfittiche finanze con cui quotidianamente devono fare i conti, finanze che non assicurano neanche il puntuale pagamento delle retribuzioni al personale, non sono in grado di far fronte all’ impegno finanziario necessario per acquisire al patrimonio pubblico la struttura del Castello. Allora perché non pensare a una forma di azionariato popolare che possa acquisire il bene ed avviare successivamente una sua riqualificazione anche con fondi pubblici. Tutti i cittadini, in relazione alle loro possibilità finanziarie, potrebbero essere protagonisti di una nuova stagione. Si potrebbe pensare a una forma associativa no profit che sia in grado di essere destinataria del 5X1000.
La stagione di nuove strutture poco redditizie che rimangono chiuse per molti mesi l’anno è al tramonto. Recupero e nuova destinazione sarebbe una forma alternativa alla realizzazione di nuove strutture alberghiere di dubbia valenza economica. Qualcuno obbietterà i costi di una simile operazione e comunque la poca agibilità della rete viaria al suo interno quali ostacoli insormontabili. I costi non hanno una valenza assoluta, ma vanno rapportati alla risultati in termini economici. Per quanto attiene Il problema della viabilità interna il problema può avere delle soluzioni. Basta visitare i centri storici della costiera amalfitani per rendersene conto. Mezzi elettrici trasportano dalla periferia la centro persone e cose con continuità ed efficienza. Il problema non sarebbe insormontabile: basta affrontarlo con realismo.
In alternativa a nuove case da realizzare in zone periferiche e prive di servizi, in alternativa a prodotti scadenti sotto tutti i punti di vista tanto da non essere idonei all’abitazione, si potrebbe pensare all’acquisizione e ristrutturazione del patrimonio abitativo presente nel centro storico e all’assegnazione a chi ne fa richiesta avendone i requisiti. Accanto a queste nuove presenze potrebbe sorgere una nuova rete commerciale. Nell’immediato si potrebbe pensare a forme di incentivazione quali: -Incentivi finanziari e premi d’inserimento per chi voglia stabilire la propria residenza o attività commerciale nel Centro Storico -Promozione di un reale coinvolgimento dei cittadini nei processi di partecipazione condivisa sulle trasformazioni e valorizzazioni del C.S. -Promozione di politiche di incentivi per gli antichi mestieri, prevedendo agevolazione finanziarie e premi per quanti trasferiscono la loro attività nel C.S. -Sulla scia di alcune iniziative avviate dall’amministrazione D’Aprile si potrebbe pensare alla redazione di un bando teso a concedere contributi e/o incentivi finanziari, finalizzati al pagamento dei canoni di locazione per chi voglia stabilire la propria residenza o attività commerciale o artigianale nel centro storico. Interessante appare in proposito il progetto avviato dall’amministrazione comunale di Santa Maria del Cedro finanziata dalla Comunità Europea diretta all’insediamento nel centro storico di vecchie botteghe artigiane. Sarebbe necessario avviare sin da subito una procedura di manifestazione d’interesse al fine di acquisire notizie utili sia sui soggetti interessati a trasferire la propria residenza e/o a intraprendere un’attività commerciale o artigianale nel centro storico sia sui soggetti proprietari di immobili disponibili alla locazione degli stessi per finalità residenziali e/o commerciali.
Per decenni ha rappresentato un importante centro produttivo. Oggi langue colpita a morte da un intervento aggiuntivo che ha snaturato sensibilmente l’armonia delle linee architettoniche. La fornace è il simbolo più nitido di archeologia industriale presente sul territorio di Belvedere e dell’intero tirreno. Anche la sua cancellazione rappresenterebbe la cancellazione di una significativa parte della memoria storia del territorio. Anche per la fornace va avviato un serio ripensamento. Un recupero finalizzato alla realizzazione di un centro commerciale polivalente. Il facile accesso alle direttrici viarie, la possibilità di realizzare un ampio parcheggio, la rende particolarmente idonea alla realizzazione di una struttura polivalente: mercato comunale, centro di una fiera permanente dell’artigianato (legno, ferro, argilla) centro congressi.
E’ un dato certo che le seconde case sono utilizzate nel corso dell’anno solo per qualche mese. Allora perché non pensare a una struttura o a più strutture commerciali, a agenzie, formate essenzialmente da giovani, che assumono in fitto unità abitative per piazzarle sul mercato nei mesi di seconda fascia (giugno/settembre). Una simile iniziative indubbiamente avrebbe anche una valenza per quanto attiene il problema occupazionale.
All’interno del manufatto certamente di pregio per la testimonianza storica e l’ubicazione potrebbero trovare una degna sistemazione un ufficio turistico, la delegazione dei Vigili Urbani e eventualmente un piccolo museo. Per l’acquisto basterebbe contrarre un mutuo con la C.D.P. capitalizzando le somme che annualmente l’amministrazione spende per canoni di fitto per i locali utilizzati a delegazione comunale.
Va certamente incrementata la presenza di lidi e servizi. Il fenomeno negli ultimi anni ha verificato un significativo sviluppo. Il tutto però si realizza nel più totale degrado e improvvisazione. Perché non pensare a un recupero in cui i vari titolari di concessioni assumono l’impegno di una riqualificazione dell’area assegnata all’interno di un progetto di massima predisposto dall’ amministrazione comunale e con il concorso di questa. Pensiamo per un attimo alle condizioni di degrado in cui versa la stradina posta sotto il rilevato ferroviario. A ridosso dei lidi potrebbe essere realizzata una pista pedonale e/o ciclabile, attrezzata con piccoli parcheggi.
Riempire l’avvallamento con materiale vegetale proveniente dagli sbancamenti, portare il terreno a livello strada, e realizzare una grande parco attrezzato sarebbe una soluzione auspicabile.
Una prima bonifica del sito oramai destinato a discarica abusiva, la realizzazione di una pista in grado di collegare il mare con la montagna. Un intervento simile a quello realizzato dai forestali lungo il fiume Lao.
Sul nostro territorio, sono assenti le figure di guida turistica e guida naturalistica. La formazione di professionalità nel settore appare fondamentale nel panorama dell’offerta turistica. Mentre la guida turistica consentirebbe escursioni guidate nelle varie località della zona e della Calabria, la guida naturalistica consentirebbe di coinvolgere al fenomeno tutto l’entroterra. Chi frequenta la montagna sa che sono tanti gli appassionati che provenienti dalle varie regioni si recano sulle nostre montagne per attività di trekking. Un plauso particolare va indirizzato agli amici della montagna che sono stati in grado di realizzare uno splendido rifugio in località Santa Croce. Anche questo settore deve uscire però dallo spontaneismo di un lodevole gruppo di appassionati. Necessita di programmazione e organizzazione.
A mio avviso va ripresa e rivisitata l’iniziativa delle “note di fuoco”. Anche questo tipo di iniziativa si scontra con il problema delle disponibilità finanziarie. Nello specifico è necessario riflettere sulla applicazione della tassa di soggiorno. Sarebbe auspicabile la creazione di una associazione, senza fini di lucro, finalizzata alla programmazione e realizzazione di manifestazioni. Prevedere all’interno dell’associazione una figura di controllo designata dall’amministrazione comunale e devolvere a questa i proventi della tassa di soggiorno, oltre ad altri tipi di finanziamento che potrebbero essere attinti dagli Enti sovra comunali.L’amministrazione comunale certamente dovrà avere un ruolo di indirizzo e di partecipazione ma un ruolo importante dovranno avere anche gli imprenditori e i cittadini tutti. E’ legittimo che l’imprenditore abbia come obbiettivo il profitto, ma è anche auspicabile che gli investimenti siano in qualche modo diretti anche a un superiore interesse della collettività. E’ necessario il contributo di tutti. Solo se si riesce ad avviare un discorso virtuoso e sinergico in cui l’interesse personale è parte di un interesse più generale Belvedere potrà superare una fase di enorme difficoltà. L’avvio di un percorso virtuoso alla fine porterà vantaggi all’intero corpo sociale. Franco Perre segretario circolo Pd di Belvedere Marittimo - 28.02.2012 *relazione tenuta in occasione del convegno organizzato a Belvedere M.m sul tema Turismo & Territorio
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