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asino: l’universo non sa neppure che esisti! rilassati! PDF Stampa E-mail
Scritto da olga de luca   

La vita è come una partita in cui ciascun giocatore sfrutta come meglio può le carte che gli sono toccate.

Chi insiste a giocare non con le carte che ha ricevuto, ma con quelle cui sostiene di avere diritto, è destinato, miseramente, a fallire! Non c’è chiesto se vogliamo giocare. Su questo non c’è scelta, tutti devono partecipare. Sta a noi decidere come.

Come allieva, mi propongo, e tento, giocando, di chiarire a me stessa se, in alcune circostanze, le nostre reazioni hanno a che fare con la realtà – vera o con quello che riteniamo, essere la realtà.

Le mie ultime esperienze nella “festa della vita” hanno spalancato le porte della meraviglia e, facendomi apprendere molto sulla riluttanza, le difese, le scappatoie, i sotterfugi che il subconscio mette in atto per non dover accettare nuove idee e vie, m’interrogo, a ragione, cosa si celi e si nasconda dentro la voce “Asino” che ormai da due giorni la fa da “Padrone” nella nostra pur sempre ridente Cittadina.

Il mondo intero è una parabola pronta a insegnarmi, ma io non so se sono pronta a imparare! E, in questo tempo in cui si fa sentire con maggiore prepotenza la scorciatoia verso un’intelligenza mediatica, portando a una sorta di “suicidio del pensiero”, mi limiterò a esaminare il senso del vocabolo, ponendo l’attenzione al mondo e alla vita in cui tale lemma è nato e alla testimonianza di questo docile e nobile “Animale”, strumento di un viaggio nel tempo che ci conduce a personaggi, eventi, cose che abitano le Sacre Scritture.

In Giobbe (39,5-8) l’asino selvatico (onagro) è rappresentato molto vividamente; gode la libertà del deserto e trova da se il proprio pascolo, sdegnoso del fracasso della città e noncurante del guardiano.

L’asino domestico era molto comune in Israele. Esso compare come elemento fondamentale della proprietà personale (Es. 22,8,9;23,4,5; Lc.13,15) e il numero di asini posseduti era una delle misure della ricchezza di un patriarca o di un bottino di guerra. All’asino domestico si fa assai spesso riferimento come mezzo di trasporto per merci o persone (2Sam, 16,1-2), ma occasionalmente compare come animale di tiro (Is.30,24). Issacar è chiamato “asino” perché la sua vita è lavoro duro! (Gen. 49,14; Sir. 33,24)

In condizione di assedio la fame poteva spingere la gente a pagare fino a ottanta sicli d’argento per una testa d’asino! (2Re,6,25)

Sansone utilizzò una mandibola d’asino che trovò a terra per uccidere un migliaio di filistei! (Gdc. 15,15).

L’asina di Baalam che mostra più perspicacia e fedeltà del suo padrone (Num. 22, 21-35) è probabilmente il più famoso asino della Bibbia!

Nell’antico Oriente dèi e re cavalcavano su asini. Così, nella profezia di Zaccaria (9,9) il nuovo re di Gerusalemme viene in città cavalcando un asino, come farà Gesù (Mt.21,1-11; Mc.11, 1-11)

Cosa aggiungere a tale nobiltà che avvolge e distingue questo animale? E, perché gli uomini usano il suo nome a sproposito, definendolo, con lessico meridionale, “ciuccio” come simbolo di ignoranza? Tra l’altro, è risaputo che dove l’asino inciampa una volta, più non ci ricade, a differenza di alcuni esseri umani che “sbattono sempre il muso dove una volta inciampano per caso”.  Olga De Luca - 25.07.2010

P.S. Non è riferito a personaggi e cose particolari, ma è solo una ricerca dettami dallo “sciamare” di questo termine: “Asino” o “Ciuccio” che dir si voglia!

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