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riforme amministrative e lavoro pubblico: una sfida aperta PDF Stampa E-mail
Scritto da silvio gambino - walter nocito   

Presso l’Aula Magna “Beniamino Andreatta” dell’Università della Calabria, Seminario inaugurale delle attività della Scuola Superiore di Scienze delle Amministrazioni Pubbliche.

Una nuova Scuola di Alta Formazione istituita dall’Ateneo, su iniziativa della Facoltà di Scienze Politiche, per completare l’offerta formativa post-lauream, presso la quale saranno svolte attività didattiche e di ricerca nell’ambito giuridico, economico-aziendale e socio-politologico. La mission della Scuola – (SSSAP) –, in tal senso, è quella di cooperare, con le altre Istituzioni universitarie e di alta formazione, allo sviluppo di competenze nel campo del management pubblico, del management delle amministrazioni territoriali (regionali, locali), nonché del management delle amministrazioni autonome e funzionali (sanità, scuola/università e camere di commercio), con peculiare riferimento alle figure dirigenziali.

Da più di un trentennio, a partire dal Rapporto sui principali problemi delle amministrazioni dello Stato (conosciuto come “Rapporto Giannini” dal nome del Ministro pro tempore della Funzione pubblica), è noto a tutti gli studiosi della materia che la riforma delle pubbliche amministrazioni costituisce, in Italia, una vera e propria riforma politica. Da anni, infatti, rimanevano irrisolti – risultando perfino aggravati nel quadro evidenziato, tra l’altro, dagli eventi connessi alla stagione di ‘Mani pulite’ – tutta una serie di nodi che andavano dalla relazione stretta e perversa tra politica e alta burocrazia (tesi dello “scambio sicurezza/potere”) alla ‘meridionalizzazione’ del pubblico impiego (sono note in materia le tesi di Sabino Cassese), dall’approccio formalistico dell’agire amministrativo alla inesistente “cultura del risultato”, per non trascurare, infine, gli effetti perversi e reciprocamente delegittimanti della cogestione sindacal-politica. A partire dal 1990/1993, con importanti riforme (di razionalizzazione e di democratizzazione) del procedimento e dell’organizzazione amministrativa, l’insieme di tali nodi viene gradualmente affrontato e avviato a soluzione, con la positiva azione innovatrice del Parlamento, dei sindacati confederali e di alcuni Ministri (Cassese e Bassanini soprattutto).

Con riguardo ai sistemi politico-amministrativi più deboli e maggiormente condizionati dalla prossimità di cointeressenze criminali, la coerente ed effettiva attuazione delle riforme più innovative ha costituito e costituisce tuttora un elemento dirimente per superare i nodi prima richiamati e assicurare la riqualificazione dei servizi pubblici, determinando migliori condizioni di vita per i cittadini. In tale ottica, può ben dirsi che, a partire dal 1990/1993, la riforma delle pubbliche amministrazioni costituisce anche “la forma attuale della questione meridionale, prima ancora delle stesse esigenze di ordine pubblico” (A. Viscomi).

In occasione della inagurazione delle attività della SSSAP, il tema che è apparso meglio attualizzare l’insieme delle problematiche sopra richiamate è costituito dal cd. ‘decreto Brunetta’, cioè dalle riforme amministrative e del lavoro pubblico alla luce dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 150/2009 (di attuazione della legge delega n. 15/2009) e alla luce del cd. ‘Piano industriale della pubblica amministrazione’. In particolare, i temi principali riguardati dalla discussione nell’ambito del Seminario sono costituiti: a) dai rapporti fra politica e amministrazione; b) dalla c.d. meritocrazia e dal ciclo di gestione della ‘performance’, volto a supportare la valutazione delle amministrazioni e dei dipendenti; c) dalla selettività nell’attribuzione dei premi e dal rafforzamento delle responsabilità dirigenziali; d) dalla riforma della contrattazione collettiva; e) dalle innovazioni in materia di sanzioni e di responsabilità disciplinare (con particolare attenzione al licenziamento).

Le riflessioni sulle complesse tematiche richiamate sono affidate a cinque relazioni espressive di culture e di approcci diversi, dal gius-amministrativista (prof. Giampaolo Rossi dell’Università di Roma Tre) al gius-lavorista (prof. Antonio Viscomi della Università Magna Graecia di Catanzaro), dal gius-costituzionalista (prof. Cesare Pinelli della Università di Roma ‘La Sapienza’ al dirigente sindacale) al sindacalista (dott. Carlo Podda, dirigente nazionale della Funzione pubblica CGIL). La riflessione si allargherà, infine, al panorama comparato, con riguardo alla pubblica amministrazione spagnola, esempio positivo di modernizzazione amministrativa (prof. Jorge Lozano Miralles, della Università di Jaén).

L’insieme delle riflessioni appena evocate costituiscono un buon motivo per auspicare pieno successo alle attività della Scuola e per sollecitare la leale e fattiva collaborazione con l’insieme delle altre Istituzioni pubbliche interessate alla modernizzazione e alla riqualificazione del proprio agire amministrativo.

Per i laureati più motivati la partecipazione alle attività della Scuola (al momento due Master di II livello, che avranno inizio l’8 gennaio 2010) potrà costituire una palestra di formazione e di stimolo allo studio e all’impegno volti ad esprimere e a valorizzare i propri meriti e talenti all’interno delle Istituzioni pubbliche intese come veri e propri ‘beni pubblici’ “al servizio esclusivo della Nazione”. Come prescrive appunto l’art. 98 della Costituzione italiana.

Per le ragioni sopra richiamate, si invitano a partecipare al Seminario quanti condividano tali finalità, ognuno a partire dal suo ‘angolo di osservazione’: studenti, studiosi, dirigenti e dipendenti pubblici, professionisti della consulenza e delle libere professioni, amministratori pubblici, sindacalisti e politici. Silvio Gambino - Walter Nocito - Scuola Superiore di Scienze delle Amministrazioni Pubbliche UniCal - 15.12.2009

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