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Stefano Molino intervista il maestro G.Gagliardi PDF Stampa E-mail
Scritto da stefano molino   

Pubblichiamo l'intervista di Stefano Molino al maestro Gianluca Gagliardi. In autunno sono ripartiti i corsi di perfezionamento dell’Accademia Musicale Euterpe di Roma con un programma ricco di nomi interessanti per gli strumenti a fiato. Infatti l’associazione, nata da soli due anni ma già molto attiva, presenta un cartellone di docenti di altissimo livello: dai corsi di trombone con GianLuca Gagliardi e Andrea Conti, a quello di tromba con Alessandro Silvestro e tuba con Alessandro Fossi; dal corno con Luciano Giuliani, al sassofono con Francesco Salime, al flauto con Carlo Macalli; dal clarinetto con Stefano Novelli fino al corso annuale di strumentazione per banda che sarà tenuto dal M° Fulvio Creux a partire da gennaio prossimo.

 

Gianluca Gagliardi ...spinto dal padre muove i primi passi nel mondo degli ottoni studiando la tromba con i musicisti della banda, ma appena può passa al suo grande amore, il trombone basso, che lo porta a diventare un virtuoso di questo strumento. Da allora ha collaborato con importanti orchestre fino ad approdare al teatro Massimo di Palermo. Oggi svolge un’intensa attività concertistica che affianca a quella didattica. Lo abbiamo incontrato a Roma durante il corso di perfezionamento annuale che tiene presso l’Accademia Musicale euterpe... Parliamo degli inizi: quando ti sei avvicinato alla musica? Non avrai certo cominciato con il trombone basso? Sin da piccolissimo, intorno ai cinque anni, ho iniziato a suonare il flicorno perché mio padre erra, ed è, presidente della banda del paese, e i miei maestri sono stati proprio i musicisti della banda che, come spesso accadeva, non erano dei veri musicisti ma conoscevano un po’ tutti gli strumenti e allora cercavano di insegnarci. Poi dopo pochi mesi sono passato alla tromba e con quella ho continuato fino all’ammissione al conservatorio. Il mio insegnate però dopo pochi mesi mi ha spinto a passare alla classe di trombone, con la motivazione che avevo le labbra troppo grosse….Il motivo era debole ma alla fine, visti i risultati, devo ammettere che aveva ragione.Il passaggio al trombone basso è avvenuto grazie all’incontro con Gianni Mazzoni, trombone basso dell’orchestra sinfonica della Rai di Roma, che conobbi durante una masterclass a Palmi. Da quel momento, parallelamente al conservatorio, cominciai ad andare a lezione anche da Mazzoni: allora avevo quattordici anni e una volta alla settimana da Cosenza prendevo il treno con mio padre e andavo a Roma. Poi, appena diplomato, mi comprai il trombone basso e cominciai a studiarlo, sempre seguito da Mazzoni. Devo dire che fin da piccolino avevo sempre nutrito una passione per tutti gli strumenti gravi, controfagotto, clarinetto basso, contrabbasso e quindi per me il passaggio fu naturale; inoltre ho avuto la fortuna di incontrare un maestro eccezionale che purtroppo ora non c’è più. Lui mi ha formato nell’età più critica, quando ero adolescente e magari si ha voglia di fare altro, di divertirsi, e ha saputo appassionarmi allo studio; ricordo che mi ripeteva sempre “Non ti basta essere bravo, devi essere il numero uno”. Anche perché il quegli anni in Europa si erano aperte le frontiere e ai concorsi, alle audizioni arrivavano ragazzi dalla germania, dall’Inghilterra con un livello pazzesco. E finito il conservatorio come è proseguita la tua formazione? Subito dopo ho vinto l’audizione per l’orchestra giovanile italiana e quindi ho avuto la fortuna di seguire il biennio alla scuola di Fiesole che mi ha permesso di studiare con artisti del calibro di Roger Bobo e Vinko Globokar: in quegli anni mi sono formato artisticamente e tecnicamente poi ho seguito moltissime masteclass con i migliori da Dennis Wick a Micheal Bequet a Joseph Alessi. Dopo Fiesole, a ventenni, feci uno stage du due mesi in Germania con l’Orchesra giovanile Europea e gli insegnanti per gli ottoni venivano dalla Manhattan scool of Music di New York. Facemmo concerti in tutte le città tedesche, un’esperienza bellissima. Dopo ho iniziato a farmi notare alle audizioni e a ricevere le prime scritture al san Carlo di Napoli, alla rai di Napoli, a Torino, Cosenza, Udine e a farmi le ossa girando per le orchestre di mezza Italia. E poi ho avuto la fortuna di vincere l’audizione al Teatro massimo di Palermo. Quindi tu a un giovane consiglieresti di ampliare il più possibile la sua formazione oltre al conservatorio? Certamente chi nutre delle aspirazioni non può limitarsi a ciò che riceve in conservatorio, purtroppo per completare la sua formazione un ragazzo italiano deve frequentare stage e masterclass con altri insegnanti. Devo dire che in Italia il livello ei giovani è cresciuto molto ma ci troviamo a competere con musicisti del resto d’Europa che alle spalle hanno non solo una fortissima tradizione negli strumenti a fiato ( penso per esempio all’Inghilterra dove mi è capitato di assistere a una competizione per dilettanti e sono rimasto sbalordito per il livello) ma anche dei Conservatori Superiori dove insegnano le prime parti delle principali orchestre, mentre da noi con l’introduzione della famosa opzione questo non è più possibile. Tu insegni solo in singole masterclass oppure tieni anche dei corsi annuali? Tengo due corsi annuali: uno a Roma, presso l’Accademia Musicale Euterpe, che è nata lo scorso anno come master e su richiesta degli allievi si è trasformato in corso stabile, e uno a Girifalco presso l’associazione musicale “Francesco Malfarà”. In primavera mi hanno invitato al Festival Fiati di Novara, una bella manifestazione dove sono intervenuto anche nel 2007 insieme a grandi nomi come Michel Bequet, Andrè Stockhausen, Gabriele Cassone, Corrado Colliard, l’oboista della London Symphony. Sarò anche a Palermo, sempre in aprile, dove in collaborazione con la Cortois, sotto la direzione artistica di Michele De Luca primo trombone del teatro massimo di Palermo, verrà organizzato un festival di ottoni dove interverranno anche Patrik Messina e Michel Bequet. Quest’anno ho anche partecipato al Tubilustrum a Cosenza dove ho suonato al concerto di apertura col mio quartetto e ho tenuto delle masterclass. A questo proposito vorrei che mi parlassi del tuo quartetto, il Trombonology Quartet. Il quartetto è una della cose delle quali vado più fiero, soprattutto perché gli altri componenti sono tutti miei allievi: Francesco Gagliardi, mio fratello, Rodolfo Bonfiglio e Pierpaolo D’aprile. Sono molto giovani ma già hanno fatto esperienze importanti in varie orchestre. Assieme abbiamo già suonato in molti festival, a Novara, a Bergamo, a Pisa, a Cosenza. Fral’altro quest’anno al Tubilustrum abbiamo tenuto un concerto in un ex convento sconsacrato con il soffitto tutto in legno e un’acustica perfetta, una serata di quelle che definisci “magiche” al punto che sto pensando di pubblicare un CD live di quella serata. Per finire una domanda d’obbligo che trombone usi? Suono su uno strumento Courtois e uso un bocchino Denis Wick. Stefano Molino - (Trombone Italia magazine - www.iltrombone.it)

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