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referendum costituzionale, il Prc di Paola a sostegno del No PDF Stampa E-mail
Scritto da emanuele carnevale   

Il partito della Rifondazione Comunista a tutti i livelli ritiene prioritaria la battaglia sul referendum oppositivo alla deforma costituzionale voluta dal governo Renzi e dai potentati internazionali.

Nessuno difatti dimentica il rapporto della JP Morgan che auspicava la modifica delle costituzioni dei paesi europei del Mediterraneo, usciti da diverse esperienze fasciste. L’attacco allo stato sociale è feroce in tutto il mondo. Oggigiorno si tenta di affievolire l’organizzazione socialista dettata dalle costituzioni di Portogallo, Grecia, così come Spagna ed Italia.

Gli specchietti per le allodole filogovernative scampanano miseri risparmi come grandi risultati derivanti dalla revisione costituzionale. E’ nostra premura ricordare a quanti ritengono che la legge costituzionale Boschi-Renzi non comporti alcuna modifica sull’attualizzazione dei principi sanciti nella Carta fondamentale, che la stessa va letta in un unicum. L’articolo 1 della Costituzione repubblicana apre un cerchio che ha nell’articolo 139 la sua chiosa finale. La ripartizione dei poteri, così come l’organizzazione della Repubblica, sono funzionali a rendere attuativi i principi ed i diritti sanciti dai partiti politici che hanno preso parte attiva nella lotta di liberazione al nazifascismo.

La divisione dei poteri di Rousseau per bilanciare legislativo, giurisdizionale ed esecutivo è altamente compromessa dalla revisione costituzionale che fa il paio con la legge elettorale. Le Camere, custodi del potere legislativo, risultano difatti asfaltate da un esecutivo supportato da populismi ed indirizzi politici sempre più unidirezionali, dunque autoritari. Negli anni le Camere sono state soggette ai plurimi ricatti degli esecutivi, che ponendo la “questione di fiducia” hanno appiattito la volontà dei rappresentanti della nazione, sino a trasformarli in meri ratificatori governativi. Arrivare alla celere approvazione dei progetti di legge significa spesso produrre norme non chiare, la cui applicabilità nei processi risulta essere difficoltosa, da cui poi, per conseguenza, i reiterati ritardi dei tribunali nell’applicare la norma appropriata al caso specifico nei processi vari. Razionalizzare le spese della politica è cosa giusta, così come lo è anche una forte riduzione dei costi per gli armamenti, le pensioni d’oro e gli stipendi di manager e direttori vari. Ridurre gli spazi di democrazia con la trasformazione del senato in un “dopolavoro politico” è altamente deficitario per un Paese che ha bisogno di credibilità e partecipazione. Tutto ciò non si ottiene certamente togliendo al popolo spazi di rappresentatività. Una legge elettorale proporzionale ed un legislativo forte sono invece auspicabili per tornare a ricucire lo strappo deciso che ha portato nel tempo molte persone ad allontanarsi dalla politica, sin anche all’innalzamento dell’astensionismo.

Sono tante le motivazioni che ci spingono come Parito a dare il nostro concreto sostegno al NO e che ci hanno invogliato ad aderire al Coordinamento Democrazia Costituzionale di Paola e del Tirreno-cosentino. Da parte nostra non c’è nessun diniego a prendere parte a confronti pubblici propedeutici a futuri smontare l’inganno della Renzi-Boschi. Emanuele Carnevale segretario circolo della Rifondazione Comunista di Paola - 19.09.2016

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