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divertente la commedia “Lei è ricca, la sposo e l’ammazzo” con la Caprioglio, Jannuzzo e Fulfaro PDF Stampa E-mail
Scritto da alessandro chiappetta (il quotidiano della calabria)   

Davvero una commedia divertente “Lei è ricca, la sposo e l'ammazzo” che Mario Scaletta ha mutuato dal film con Walter Matthau del 1971 e che per la regia di Patrick Rossi Gastaldi ha fatto tappa al teatro Rendano per la stagione di prosa.

Un testo brillante, supportato da una bella scenografia (firmata Salvo Manciagli) e dallo stato di grazia del cast nel quale hanno brillato un Gianfranco Jannuzzo in gran forma (a tratti esilarante, come nella scena del ragno che gli si infila nei vestiti) e una Debora Caprioglio sorprendente nel dar corpo e voce a una donna impacciata e goffa, mascherata dietro a un paio di occhiali da secchiona. Ma la serata del Rendano è stata aperta da un momento emozionante e coinvolgente: con le luci ancora accese in sala e a sipario chiuso Jannuzzo è uscito sul proscenio per salutare il pubblico e dedicare lo spettacolo a Totonno Chiappetta di cui era molto amico. «Avrebbe voluto diventare come Alvaro – ha detto commosso ed emozionato – ci ripetevamo spesso quella frase di Alvaro che diceva: la più grande sciagura che possa impossessarsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile». L'attore siciliano ha salutato i familiari di Chiappetta, presenti in sala, e rivolto al pubblico ha ricordato pure come «i suoi veri familiari siete stati voi, sono stati tutti i calabresi». Dalle emozioni alle risate. Il sipario si è aperto e il pubblico si è divertito ad assistere alla storia di un uomo, Orazio Pignatelli (Jannuzzo) abituato alla ricchezza ma caduto pesantemente in disgrazia e che con l'aiuto della domestica (una bravissima Antonella Piccolo) e dell'amica Floriana (Claudia Bazzano) organizza un matrimonio d'interesse con la impacciata ma ricca ereditiera Albertina (la Caprioglio) amante e studiosa degli insetti. La questione si complica, però, perchè per allestire il matrimonio Pignatelli è costretto a chiedere un prestito a un usuraio siciliano (il divertente Cosimo Coltraro) e a dribblare gli ostacoli che gli pone davanti l'avvocato- intermediario D'Andrea (il bravo Antonio Fulfaro, calabrese di Belvedere Marittimo, per la prima volta al Rendano) che alla fine si scoprirà pure innamorato della promessa sposa. Solo quando quest'ultima sparirà da casa per ventiquattro ore, Pignatelli si accorgerà che questo matrimonio, alla fine, non è solo una questione di soldi. E' uno spettacolo che sta girando l'Italia in lungo e in largo e sta ricevendo applausi e consensi, mettendo insieme numeri importanti. Le risate sono garantite dalle battute a raffica recitate con i tempi giusti e “in - castonate” in un adattamento che ha saputo con cura estrapolare il soggetto originale americano e contestualizzarlo all'Italia, ai suoi dialetti, ai suoi modi di dire. La compagnia poi è affiatata, l'intesa c'è, corroborata ormai da tante repliche e questo va tutto a vantaggio dello spettatore.Alessandro Chiappetta (il quotidiano della Calabria edizione di Cosenza del 22.03.2015)

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