Per molti compaesani che hanno scelto in passato di studiare ingegneria all’Unical e non in altri atenei italiani, i corsi di analisi matematica e/o geometria con il Prof. Guenot hanno rappresentato il primo impatto con il mondo universitario, e la notizia della sua recente scomparsa non può che suscitare un immenso dispiacere.

Per chi poi, come il sottoscritto, si sente “un matematico prestato all’ingegneria”, il magone non può che aumentare. Il Professore, un’eccellenza del nostro ateneo ampiamente riconosciuta a livello internazionale, è sempre stato per molti studenti, colleghi, e collaboratori vari, un esempio di serietà e dedizione al lavoro, espressione di un sistema universitario di valore, prima che la “rivoluzione copernicana” dei nostri giorni mortificasse e indebolisse seriamente l’istruzione italiana a tutti i livelli, prediligendo la quantità (non solo degli studenti!) alla qualità (in perfetta simbiosi con un ambiente esterno in cui il “litigo ergo sum” vale più di un “cogito ergo sum” di Cartesiana memoria) . Quella stessa rivoluzione copernicana contro la quale il Professore tuonò nel giorno della festa organizzata dalla Facoltà di Ingegneria dell’Unical per salutare il suo pensionamento. Oggi l’Unical piange per la scomparsa di uno sei suoi padri fondatori, e sono stati davvero tanti i messaggi di cordoglio, e di ricordi vari, da parte di rappresentati dell’accademia e non, che hanno invaso il web; tra i tanti che ho letto, mi piace concludere questo mio intervento in sua memoria riportando il seguente: “Un'università con quasi 40'000 studenti, è un po' come una piccola città. E nelle piccole città, a volte, ci sono quei personaggi che tutti conoscono. A volte questi personaggi sono lontani per origine ed i casi della vita li portano ad entrare in quella comunità ed a divenirne parte fondamentale, addirittura simbolica. Guenot oltre al noto valore scientifico, era anche un simbolo, un uomo d'altri tempi forse. Questi tempi, poi, cambiano sempre troppo in fretta...” Arrivederci Professore…

Davide Luciano De Luca - 06.02.2015