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barbarie a scuola PDF Stampa E-mail
Scritto da maria grazia cianciulli   

In un momento dell’anno scolastico, quando tutto il personale della scuola riesce finalmente a tirare un sospiro di sollievo, per essere riusciti a portare a termine un duro lavoro in condizioni di scarse risorse finanziarie e professionali,

 

giunge, dai media, la sconvolgente notizia di un’aggressione feroce contro una docente del liceo “Telesio” di Cosenza. Questa ulteriore manifestazione di barbarie si aggiunge ad altri terribili episodi simili occorsi durante l’anno scolastico in alcune scuole della nostra provincia. Dirigenti e docenti diventano vittime di un sistema che ha dequalificato un  importante ruolo sociale, insostituibile e indispensabile ai fini di un urgente recupero in termini  di educazione e civiltà.

Le famiglie sono, sempre più, indisponibili alla collaborazione e tale evidenza traspare dalla scarsa attitudine a contribuire, volontariamente, al sostentamento di attività e iniziative che vanno ad arricchire l’offerta formativa della quale godono i propri figli. Ma, oltre tale sintomo di disaffezione, si denota una crescente arroganza, da parte di molti genitori, nei confronti dell’istituzione cardine della formazione dei nostri giovani. Tali cattivi esempi vanno a “corrompere”, spesso, fragili personalità in via di affermazione. Questo danno irreversibile, prima di incidere sulla intera collettività, distrugge quanto di buono e retto si cerca di trasmettere professionalmente all’interno delle classi e nello specifico in ogni singolo studente.

L’intera comunità scolastica è indignata, offesa e demoralizzata! Non si possono subire oltre tali affronti! Bisogna reagire e gridare all’unisono tutta la nostra amarezza e disgusto per tali atti di inciviltà che ledono la scuola come istituzione, la dignità professionale dei suoi operatori, la società civile in cui si opera e a livello nazionale la comunità calabrese, troppo spesso oggetto di attenzione  nei dibattiti nazionali sulle questioni di legalità e giustizia.

Non vorremmo chiedere interventi di polizia a tutela della nostra incolumità, vogliamo chiedere un impegno di civiltà e buonsenso a tutti perché tutelino le scuole e chi vi opera quotidianamente. Ogni genitore si dovrebbe sentire chiamato in causa a manifestare la propria presa di distanza e condanna per tale ignobile e vile atto. Ogni studente dovrebbe sentire il dovere di manifestare solidarietà ai propri docenti e dirigenti. In ogni famiglia si dovrebbe parlare di quanto accaduto e trarne importanti riflessioni etiche.

Solo pochi giorni fa il Santo Padre è venuto in visita nella nostra regione per condannare la violenza e chiedere il pentimento. Nel cuore di alcuni facinorosi questo messaggio sicuramente non è arrivato! E’ difficile poter sperare nel pentimento di chi adotta tali comportamenti criminali come linea di condotta! Si auspica a questo punto l’intervento dei servizi sociali perché intervengano con il giusto supporto di sociologi e psicologi a tutela della formazione di quei minori “ esposti” a tali esempi devianti!

La scuola, da canto suo, può solo stringersi in un atteggiamento di autotutela solidale, trovare strategie di contrasto a tali violenze, adottare misure di cautela  e semmai Costituirsi Parte Civile  in un auspicabile, indispensabile, esemplare, procedimento giudiziario che valga da monito per il futuro. Il Dirigente Scolastico  dei licei di Belvedere e Cetraro Prof. Maria Grazia Cianciulli - 27.06.2014

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