il primo Consiglio Comunale “ Inutile”…Granata continua… |
Scritto da mauro d'aprile | |||
La convocazione del primo Consiglio Comunale con all’OdG le sole comunicazioni delle deleghe assessorili e la elezione del proprio Presidente, ripropone all’attenzione dell’opinione pubblica la questione amministrativa della città dopo la recente competizione elettorale. L’esito delle elezioni sembra voler essere accantonato nel silenzio dagli stessi contendenti, o in risicati commenti, che ambiguamente tentano di validare una quasi “scontata vittoria” della lista Granata, confortata, secondo i più, dai consensi ottenuti da alcuni fortissimi componenti della stessa e da alcuni importanti “appoggi esterni” ricevuti. Una sorta di post-rassegnazione alla presunta ed anche dimostrata imbattibilità di questa.
Si tenta così di sorvolare, a bella posta, su alcuni elementi di imbarazzanti valutazione, che ritengo debbano essere ripresi, se non prima di premettere che per una analisi ponderata del voto, espresso dalla cittadinanza, andrebbe tenuto in debito conto la possibilità offerta all’elettore di esprimere la doppia preferenza di genere ed in subordinata il voto singolo.
In effetti, con obiettività andrebbero verificate le singole schede e spulciate quelle a preferenza singola per stabilire, all’interno della forbice fra singola e doppia preferenza, il potenziale di reale consenso riportato fra candidati all’interno della stessa lista di appartenenza o di quelle fra candidati di liste contrapposte.
Del tutto fuori luogo pertanto sembrano gli unici commenti posti in essere, ed in parte anche quella certa enfasi o costernazione, mostrata dai candidati, alla luce dei risultati che li riguardano.
Sì che, proprio per soddisfare le attese di coloro che ne fanno un motivo di orgoglio, potrebbe apparire più consistente il risultato di 70 voti di preferenza singola su 89 riportate complessivamente dal candidato Castoro, rispetto ai 250 ottenuti in abbinata dal candidato X. E così ancora, se la Candidata Ferro avesse stretto più legami con altri candidati maschi, sarebbe potuta schizzare alle 500 e oltre preferenze, considerate, nelle discussioni da bar e nell’immaginario sex-collettivo, di appannaggio esclusivo di “novelle dee bendate”.
Un modo semplice questo per dire anche che, la “possanza” di noti professionisti, “scesi in campo” con la richiesta di preferenza su di un candidato “civetta” per verificare, sul quadro sociale belvederese, la tenuta del proprio prestigio, si riduce ad una “bazzecola” se raffrontata con i voti di preferenza di Riccardo Ugolino, ottenuti nel 2004 (quasi 400), a preferenza unica.
Liberata la mente da queste quisquiglie, mi sembra più responsabile e più utile analizzare:
Di quest’ultimo punto, che ha determinato i risultati illustrati nei primi due, vale la pena approfondire:
Oggi l’opposizione è la maggioranza della Città! La Città non vuole Granata e Compagni e non fa mistero della propria sopportazione. Lo stesso, confortato dal voto, è arciconvinto di poter imporre il suo rituale andamento lento, realizzare il vuoto pubblico, riempire gli amici privati e danneggiare il positivo che non gli appartiene. Per la situazione economica nella quale ha cacciato il Comune di Belvedere (riduzione dell’entrate corrente al 60% con accentuata evasione e gigantesco recupero crediti) e per le scadenze prossime (mancata approvazione Consuntivo 2013 e Deliberazione Previsione 2014 con presentazione Programma di Mandato di durata triennale), Granata avrebbe dovuto velocizzare al massimo i tempi con provvedimenti straordinari, altro che attendere il 31 Luglio, entro il quale deve essere anche istituita la Imposta Unica Comunale.
Si aspetta irresponsabilmente che Belvedere muoia per asfissia.
E non sarò come al solito profeta mal sopportato se, riservandomi di verificare il Consuntivato 2013, anticipo che, alla luce dei Risultati di Fine Mandato, nel 2015 il Comune conoscerà l’onta di una “Gestione Provvisoria” con tutte le conseguenze della riduzione di spesa contenuta nei dodicesimi della capienza.
Un prossimo immediato futuro affatto roseo, sul quale, noi avversari, non possiamo edificare inconcludenti rivincite: occorre rimpinguare le fila, tessere una trama di rinnovata fiducia, riprendere il confronto in una civile convivenza, ammainare le inutili ostentate autoreferenze suffragate da interessi pratici, spesso presunti, attribuibili alla persona, promuovere le iniziative più idonee ed efficaci, premiare le idee e le persone più meritevoli attraverso democratici meccanismi di verifica, restituire la Democrazia alla Città quale unica possibile, ma reale risposta, all’inarrestabile declino. Mauro D’Aprile - 06.06.2014
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