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ospedali e strutture sanitarie aperte anche di notte PDF Stampa E-mail
Scritto da lorella cairo   

Come accorciare, fino ad azzerarle, le lunghe liste d'attesa nella sanità regionale. Come offrire ai cittadini risposte immediate per le prestazioni ambulatoriali e gli esami radiologici.

Come ottimizzare al massimo l'utilizzo dei grandi, e costosi, macchinari come quelli per le Tac e le Risonanze Magnetiche. Salvatore Magarò, presidente della Commissione regionale contro la ndrangheta, propone una soluzione fortemente innovativa: «Apriamo gli ospedali e le strutture sanitarie pubbliche anche di notte - afferma - basterebbe farlo dalle 20 a mezzanotte per almeno due giorni alla settimana e nei giorni festivi e prefestivi. Così potremo rapidamente limitare e abbattere le liste d'attesa e tagliare molti flussi dell'emigrazione sanitaria». Magarò sottolinea: «Non ste proponendo una 'trovata' stravagante o bizzarra, come sicuramente vorrà bollarla qualche superficiale detrattore. Ma una soluzione concreta e praticabile già avviata dalla Regione Veneto su proposta dei governatore Luca Zaia e adottata, nero su bianco, in una delibera della Giunta regionale». Mai più per la Tac torni tra quattro me si" o "per la Risonanza se ne parla l'anno prossimo", insomma. «Nella sanità calabrese - spiega Salvatore Magarò - si può avviare in questo modo una vera e propria "rivoluzione culturale". Prendendo spunto dall'esperienza veneta, la Regione, demandando ai direttori generali la definizione operativa e organizzativa su base territoriale, può estendere, per quattro ore notturne e in alcuni giorni della settimana, l'apertura dei servizi ambulatoriali ma soprattutto radiologici, per ottimizzare al massimo l'utilizzo prima di tutto dei grandi macchinari come Tac e Risonanze Magnetiche, attrezzatura costose che più si usano e prima si ammortizzano, ottenendo così anche l'obiettivo di ottimizzare i costi per l'acquisto di strumenti che è un peccato utilizzare solo nell'arco di poche ore diurne e non tutti i giorni». Anche circa i costi dell'operazione e la compatibilità con le esigenze dei persona le medico e paramedico, l'esponente politico regionale fornisce risposte concrete. «Non si prevedono aggravi di spesa notevoli - chiarisce - garantendo agli addetti, ovviamente, il pieno rispetto degli accordi sindacali. Ma, piuttosto, credo si conseguiranno, a conti fatti, oltre che maggiore efficienza e tempi più veloci per gli esami e le visite, anche considerevoli risparmi complessivi". Chiudere le liste d'attesa o, comunque ridurle al minimo fisiologico, significherà, infatti - conclude Magarò - avvicinare gli ospedali e le strutture sanitarie al territorio, dare una nuova grande opportunità anche ai cittadini-utenti che lavorano e sono costretti a prendersi ferie e permessi per and are in ospedale nei classici orari e, quel che più conta nei bilanci della sanità calabrese, tagliare e ridurre al minimo quella migrazione sanitaria verso strutture di altre regioni che tante pesa negativamente sulla casse regionali».

*documento segnalato da Lorella Cairo Gruppo Consiliare regionale "Scopelliti Presidente" - 23.01.2014

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