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"festa del mare”, cronaca di un flop annunciato PDF Stampa E-mail
Scritto da antonello troya   

Pulmini vuoti, barche a secco per mancanza di gasolio, bambini lasciati per ore sotto il sole a cantare per pochi eletti, musei chiusi e amministratori assenti: benvenuti alla “Festa del Mare”, cronaca di un flop annunciato.

Si era presentata con caratteristiche degne di manifestazioni di livello nazionale e invece la “Festa del Mare” si è rivelata come il capitolo della solita telenovelas alla calabrese: ovvero solo apparire e nulla di concreto. La “Festa del Mare” vedeva otto Comuni della Costa dei Cedri, Diamante, Belvedere Marittimo, Sangineto, Bonifati, Grisolia, Santa Maria Del Cedro, Buonvicino, Maierà uniti per “rilanciare” l’immagine turistica del territorio. Un progetto che avrebbe dovuto (avrebbe appunto) offrire ai potenziali ospiti e turisti gli aspetti naturali e culturali della Riviera del cedri. Sotto l’egida logistica di Ersilia Magorno (sorella del deputato-sindaco di Diamante, Ernesto) la “Festa del Mare” è stata solo un susseguirsi di appuntamenti, senza alcuna logica, nemmeno apparentemente organizzativa. Insomma un flop vero e proprio.

Una festa che è stata snobbata dagli stessi amministratori che avrebbero dovuto dargli quella giusta importanza. Infatti alla inaugurazione del Museo del Peperoncino a Maierà non era presente nemmeno il sindaco o qualche amministratore locale che avrebbe dovuto dare il benvenuto ai pochi giornalisti accorsi. E che dire delle “Piazze accoglienti” sconosciute agli stessi residenti degli otto borghi. E la banalissima regata delle barche a vela che sarebbe dovuto diventare il simbolo della “forza attrattiva del mare, dall’alba al tramonto” su tutto il territorio della Costa dei Cedri e che invece si è dimostrata solo un percorso sul mare senza alcun fine. Segno distintivo del fallimento della manifestazione una delle barche alla deriva per 5 ore di fronte all’isola di Cirella a causa della mancanza del gasolio. Natante su cui si trovavano alcuni giornalisti e la troupe della Rai.

Un programma che avrebbe dovuto coinvolgere circa 88 lidi della costa e che invece solo uno di essi ha potuto accogliere l’Educational Tour “vino, mare, cibo, musica e parole” per celebrare gli artigiani del gusto, e che ha visto la partecipazione straordinaria del noto Giornalista Enogastronomo Paolo Massobrio, unica nota positiva della kermesse. Gli altri 87 lidi non erano nemmeno in possesso della locandina della tre giorni di festa.

La vetrina per l’apertura sarebbe dovuta essere Diamante, solo che al taglio del nastro non era presente nemmeno il sindaco-onorevole Ernesto Magorno, pronto ogni giorno a manifestare la sua impegnatissima attività parlamentare con un numero spropositato di comunicati stampa, ma assente per le attività del suo paese, e per di più quelle che portano la firma della sorella. In verità nemmeno l’assessore al turismo, Franco Maiolino o un altro amministratore ha presenziato. Qualcosa si è rotto tra l’amministrazione in carica e la cittadinanza? Vedremo.

Pollice verso anche per l’accompagnamento canoro dei bambini nell’ora di maggior caldo, su una barca di fronte ad un lido, quando gli ospiti gustavano le prelibatezze locali. Dalle 13 alle 15 a cantare mentre altri mangiavano.

Ad affondare il colpo il sindaco di Buonvicino, Giuseppe Greco, amareggiato perchè il comune non era pronto per la kermesse. “Ho informato su quanto sta accadendo il sindaco di Belvedere Marittimo, Enrico Granata, comune capofila del progetto. Ma pare che lo stesso comune capofila non sia stato messo a conoscenza con largo anticipo sui programmi della Festa del Mare. Mi aspettavo – scrive Greco - che nella locandina dell'evento venissero richiamati in qualche modo i comuni dell'entroterra che, in ogni caso, avrebbero dovuto partecipare alla Festa del mare come parte integrante del territorio”. E invece così non è stato. Nessuna visita guidata al Museo del Gusto, struttura che non è stata ancora aperta al pubblico.

Alla presenza di un amministratore locale fui contattato dalla coordinatrice del progetto circa un mese fa perché “la stampa avrebbe dovuto dare il giusto supporto necessario alla manifestazione”. Manifestai le mie perplessità anche perché il progetto necessitava di un vero e proprio piano comunicazionale e non l’articoletto del cronista di turno. La risposta fu “Pu vidimu”. Insomma i soldi per la pubblicità c’erano ma servivano per altri scopi, altre testate, insomma altri giornali.

Mi chiedo solo se anche stavolta si è trattato di sperpero di soldi pubblici. Se così fosse vogliamo vedere, esigiamo la lettura del bilancio della manifestazione, quanto è costata e quanto il territorio ha guadagnato. Antonello Troya - 18.06.2013

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