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Belvedere calcio… quando gli ultimi non sono mai primi… PDF Stampa E-mail
Scritto da antonello troya   

“La caduta degli dei”….“il leone non ruggisce più”....se dovessi fare un articolo per un giornale sportivo avrei mille modi per commentare la debacle del Belvedere calcio.

Ultima tra tutte, e la retrocessione che, come tutti aspettavano, è arrivata. Una squadra formata certamente da volenterosi, animati da uno spirito agonistico che fa onore: portare avanti la bandiera della città sui campi di calcio di mezza provincia. Ce l’avete messa tutta, ragazzi, e di questo ve ne siamo grati. Come anche siamo certi che la dirigenza della società si sarà adoperata per mettere in campo risorse e mezzi per far fronte ad un campionato che già dalle prime battute si presentava ostico.

I tempi d’oro sono, purtroppo, un lontano ricordo: da corrispondente locale scrivevo delle vittorie in Promozione prima e in Eccellenza poi. Allenatori di qualità ce ne sono stati: me ne viene in mente uno, Varrà, che con il suo lavoro ha trascinato i “Leoni del Tirreno” (come li avevo apostrofati nei miei articoli) dalla Prima Categoria all’Eccellenza. Ricordo quelle simpatiche conferenze stampa che capitanate da Fabio Liparoto si tenevano al bar di Scoglio sul lungomare.

Poi il nulla. Una retrocessione dietro l’altra. Direzioni di società che hanno pensato forse più al profitto che ad investire, e che ha dato il colpo definitivo a tutti i settori, non sostenendo nemmeno la crescita atletica delle nuove leve.

Alla città manca una vera squadra, un gruppo sportivo che raccolga i giovani così spesso lasciati allo sbando, e che nel calcio e nello sport in generale, trovano un deciso punto di riferimento.

Forse era questo l’intento dell’attuale dirigenza. Certo il cammino è lungo, ma purtroppo viviamo in un sistema, soprattutto quello agonistico, dove non si porge l’altra guancia se si è presi a schiaffi e che gli ultimi non sono i primi: gli ultimi sono ultimi e sono retrocessi in terza categoria.

In tale contesto anche l’amministrazione comunale ha le sue responsabilità: più di tutte avrebbe dovuto sostenere la squadra con i mezzi che ha a disposizione, incentivando lo sport in generale, il che avrebbe spostato l’asse verso il sostegno ad una politica sociale che al momento è fortemente compromessa soprattutto da una mancanza di valori e di certezze verso il futuro. Antonello Troya - 29.04.2013


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